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Coldiretti: "Siccità, rincari e cinghiali: il 2022 l'annus horribilis dell'agricoltura riminese"

Guido Cardelli Masini Palazzi: "Rincaro delle materie prime, emergenza fauna selvatica, consumo del suolo e siccità, i fattori per i quali le imprese agricole del territorio riminese rischiano di chiudere"

Allevatori e agricoltori strozzati dall’inflazione e dall’impennata dell’energia e delle materie prime.  “La corsa dei prezzi era cominciata prima della guerra, ora però siamo alle stremo". Guido Cardelli Masini Palazzi Presidente di Coldiretti Rimini, lancia l’allarme: "L’autonomia è finita" e  la situazione  peggiora di giorno in giorno: la grande distribuzione sta provando a mantenere stabili i listini, sicuramente  opera meritoria verso il consumatore ma che purtroppo riflette sulla base, cioè sul settore agricolo, il  primo anello della catena. Stiamo lavorando nella speranza di non perdere il patrimonio zootecnico, molti sono stati costretti a limitare la razione agli animali, altri pensano a ridurli, altri ancora hanno già chiuso. Una criticità che rischia di propagarsi "se il governo non interviene subito e in modo strutturale”- afferma Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Rimini - servono un’iniezione di liquidità e il giusto prezzo dei prodotti o noi continueremo a sprofondare in rosso". La congiuntura Covid-Ucraina si innesta sui rincari già in corso, siamo di fronte a un fattore ulteriormente sfavorevole.  Rispetto a un anno fa i mangimi ad  uso zootecnico hanno fatto un balzo in avanti del 90%, il gasolio del 129% e i concimi a base di azoto del 140%.

E’ fondamentale, continua il Presidente Cardelli Masini Palazzi, porre un freno alla proliferazione dei cinghiali per evitare il diffondersi della peste suina ma anche dei danni provocati dai cinghiali ai raccolti e sulle strade. Gli incidenti, anche mortali provocati dai selvatici, infatti sono in aumento. Coldiretti ha sollecitato il Governo ad emanare atti che permettano di intensificare gli abbattimenti «senza perdere altro tempo» conferma il Presidente Cardelli Masini Palazzi che ribadisce, inoltre, che tutti i danni dovrebbero essere risarciti , diretti ed indiretti, se è vero che i cinghiali sono un bene indisponibile dello stato, quest’ultimo deve esserne responsabile.

Giorgio Ricci Vice Direttore Coldiretti Rimini poi, sottolinea la necessità di fermare il consumo di suolo agricolo: “La terra deve servire per produrre cibo ed occorre difenderla a ogni costo”  mentre anche adesso Provincia e Comuni avallano progetti quali la variante alla SS16 ideata oltre 20 anni fa e oggi sicuramente opera anacronistica: ora si parla di riduzione del trasporto su ruote, di transizione ecologica, tutela del territorio, importanza dell’agricoltura. La variante alla SS16 comporterà  la distruzione, afferma Ricci di centinaia di ettari di fertile terreno che sarà perduto per sempre provocando, contemporaneamente, enormi danni agli imprenditori agricoli, costretti a chiudere la propria attività, e all’ambiente con buona pace di quanto previsto da tutte le parti sociali nel Patto Provinciale per il lavoro e per il Clima".

"Un settore – evidenzia Ricci – sostenuto da tutti nei convegni, ma completamente abbandonato a se stesso  perché nei fatti nessuno pensa all’agricoltura né agli agricoltori. Infine la siccità è andata a complicare una situazione già di per sé difficile, a causa come già detto del caro prezzi e dei danni da fauna selvatica". "Sulla siccità - evidenzia il Presidente Cardelli Masini Palazzi - abbiamo assistito a rallentamenti burocratici per il progetto delle ex cave in sponda del fiume Marecchia che ha messo a rischio la stessa opera che al momento  per fortuna sembra un problema superato, ma è inconcepibile che quando si parla di progetti per l’agricoltura tutto si complica, mentre per quelli che danneggiano l’agricoltura tutto fila spedito. E’ fondamentale inoltre che venga incentivato il piano dei piccoli bacini per l’accumulo di acqua piovana. Progetto rilanciato da Coldiretti a livello nazionale un anno fa per  una rete di piccoli bacini capaci di garantire una costante disponibilità di acqua ad uso irriguo  e anche in questo caso che vengano snellite e velocizzate l’iter autorizzativo dei progetti". Tutti parlano di cibo conclude il Direttore Corsini  ma sembra che questo non sia collegato all’agricoltura “Se si fermano gli agricoltori non arriverà più cibo sulle nostre tavole, le terre resteranno incolte, desertificate, un grave danno per l’ambiente che rischia il dissesto idrogeologico”.

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