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Economia

Confindustria Romagna, "Vincere la paura": il messaggio lanciato dall'assemblea

Molti i temi locali toccati dal presidente di Confindustria nelle sue riflessioni: infrastrutture digitali, viabilità, alta velocità, fiere, aeroporti

Vincere la paura, costruire il futuro: è il messaggio lanciato dall’assemblea annuale di Confindustria Romagna, che si è svolta giovedì mattina online, in diretta streaming e tv. Non poteva che essere l’attualità, con l’emergenza sanitaria tornata prepotentemente al centro del dibattito e il suo impatto su economia e società, il focus degli interventi del presidente dell’associazione Paolo Maggioli, del governatore Stefano Bonaccini e del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Molti i temi locali toccati da Maggioli nelle sue riflessioni: infrastrutture digitali, viabilità, alta velocità, fiere, aeroporti, porto di Ravenna, università, turismo ed energia. "Non possiamo più permetterci timidezze e incertezze: come ci insegna l’economia, nei momenti di crisi, non c’è futuro se si pensa all’oggi e alla rendita. Il futuro è garantito solo nell’ottica dello sviluppo. Serve un salto culturale - ha scandito Maggioli - La Romagna unita, non autonoma dalla Regione, rappresenta la dimensione giusta per permetterci di giocare da protagonisti. Le nostre singole realtà – città di piccole medie dimensioni – da sole non possono recitare questo ruolo: la Città Romagna, con una popolazione che supera il milione di abitanti, il suo apparato industriale, turistico, culturale e ambientale può invece farlo”.

Maggioli ha insistito in questa fase sul concetto di "trincea: sono le nostre aziende, che devono operare insieme a scuola, sanità e giovani, su cui investire", per superare in ogni caso l'emergenza. "Nel paese si respira un clima di divisione, di sfiducia, di confusione e soprattutto di paura del futuro. Regna l'incertezza, lo suggerisce il dato dell'Associazione bancaria italiana per il quale aumentano i depositi: i soldi sono parcheggiati, non investiti - ha aggiunto -. È in atto uno scontro istituzionale tra Governo, Regioni e Comuni. Ci sono divisioni politiche su tutto e all'interno dei singoli schieramenti. C'è una logica di consenso immediato, c'è una fuga dalle responsabilità in questa fase di emergenza che diventa una trappola mortale. Qualcuno non si rende conto che se non invertiamo subito questa tendenza- raccomanda l'industriale romagnolo- il paese sarà travolto".

In tutto questo, la Romagna deve reagire unita e bisogna ancora lavorarci: "Sviluppiamo - ha ripreso Maggioli - questo grande progetto unitario chiamato 'Città Romagna' facendo i conti anche con alcune ritrosie, che vanno rispettate ma che certamente non fanno bene al nostro territorio. Speriamo che queste piccole incomprensioni vengano superate. Non possiamo più permetterci- avvisa il presidente di Confindustria Romagna- timidezze e incertezze, serve un salto culturale. Vogliamo la Romagna unita, non la Romagna autonoma. Le nostre singole città medio-piccole da sole non possono recitare un ruolo davvero incisivo. La Romagna unita con una popolazione che supera il milione di abitanti, le sue industrie, il suo turismo e la sua cultura può invece farlo".

Appello e polemica

Sul percorso da portare avanti per una Romagna unita Maggioli insiste sui tasselli importanti che mancano ancora, e incalza: "Un esempio per tutti la Camera di Commercio. E' assurdo che ancora oggi non esista una Camera di Commercio della Romagna e noi facciamo il nostro appello anche oggi perché si faccia tutto il possibile per non fare accorpamenti che non rispecchiano il territorio nel quale viviamo. Per quel che riguarda i “buchi neri” della viabilità romagnola e il porto di Ravenna ascoltiamo annunci che parlano di inizio lavori e fondi stanziati. Siamo molto soddisfatti e sorveglieremo i cantieri e verificheremo che gli annunci diventino realtà".

Il presidente porta sul tavola anche il tema delle infrastrutture: "Si è tornato a parlare di Alta Velocità e Dorsale Adriatica, nostri cavalli di battaglia, e anche qui non lasceremo niente di intentato affinché queste opere, che possono rilanciare una parte fondamentale del Paese, siano realizzate e non restino nel cassetto dei sogni. Un percorso comune sulle Fiere regionali grazie all’input forte della Regione Emilia Romagna si sta sviluppando e concretizzando, dopo decenni di discussioni, sull’onda della necessità. Noi siamo certi che, dopo il Covid, questa potrà essere – se il progetto arriverà a compimento – la fiera più forte che noi avremo in Italia e che potrà competere con le altre fiere europee".

E sull’Università Maggioli evidenzia come si sia registrata in questi mesi "una straordinaria accelerazione, tanto che non si parla più di Università di Bologna, ma di Università di Bologna e della Romagna, e i campus romagnoli si segnalano per uno deciso dinamismo. Ma su questi e altri temi si sentono ancora troppi “ma” e troppi “però”. A cominciare da quello degli aeroporti, dove il campanilismo torna a fare capolino. Siamo tutti consapevoli di quanti danni abbiano provocato questi particolarismi. E’ di stamattina l’inaugurazione dell’aeroporto di Forlì che testimonia la grande vitalità imprenditoriale di questo territorio. Ma noi faremo di tutto per creare una piattaforma aeroportuale comune che in sinergia con il Marconi possa davvero aiutare lo sviluppo della Romagna. Sulle infrastrutture digitali, sempre più necessarie per il futuro, non si registra il dinamismo necessario. Lo vediamo quando si tratta di applicare la didattica a distanza o di far lavorare velocemente le nostre imprese. Troppe aree sono ancora svantaggiate".

E sull’ambiente Maggioli attacca: "A parole siamo tutti ecologisti, ma quando dalle parole si tratta di passare ai fatti, smettiamo di essere ecologisti e diciamo “non a casa nostra”. Paradossale la vicenda dei parchi eolici che sono stati proposti per la Romagna. A Ravenna tutti sono d’accordo. A Rimini lo stesso tipo d’opera viene criticato da amministrazione, opposizione e ambientalisti. Nell’arco di soli 50 chilometri assistiamo a un surreale mutamento dell’opinione pubblica. Sulla necessità di coniugare sviluppo e ambiente non possiamo compiere passi falsi. L’acqua è uno dei grandi temi del futuro. Un territorio come il nostro, dove l’acqua è fondamentale per le industrie, l’agro alimentare e il turismo, c’è una forte necessità di migliorare l’utilizzo e la difesa di questa risorsa. Gli scenari che abbiamo davanti non sono rassicuranti: aumento delle temperature, siccità, prelievi da falda e subsidenza. Per questo i progetti messi in piedi da una grande realtà territoriale come Romagna Acque, hanno tutto il supporto di Confindustria Romagna e così deve essere per tutte le realtà che riescono a fare convivere risorse naturali, l’ambiente e lo sviluppo, respingendo ideologie irresponsabili".

Bonaccini

Diverse le riflessioni del presidente della Regione, Bonaccini: "Senza citare nemmeno quelli al di là dell'oceano che passeranno alla storia per aver contribuito a creare le tragedie, oggi l'Italia, in Europa, ha intorno a sé paesi che stanno peggio di lei. Vuol dire che, pur tra mille difficoltà, nel rapporto tra Governo e Regioni si è riusciti a contrastare la pandemia anche meglio di come potevamo immaginare. Finché non avremo il vaccino dovremo combattere e soffrire, sapendo che non possiamo permetterci di richiudere tutto esattamente come fu a marzo e aprile".

Se il presidente dell'associazione industriale Maggioli chiede in generale meno bonus e più misure 'robuste', osserva e concorda Bonaccini: "Siamo tra le Regioni meno indebitate d'Italia e se ci dessero la possibilità di indebitarci un po' in questo momento drammatico, noi che abbiamo bilanci in pareggio, non avrei dubbi: la strada non e' quella dei bonus, ma quella degli investimenti. Non basta una mancetta di qualche settimana, che pero' intanto serve, ma servono interventi di sviluppo. Ora un po' di bonus vanno dati, servono ristori per le attività che sono state fermate o frenate in questi giorni. Serve anche un ristoro immediato, e al Governo diciamo 'quelle risorse cash dategliele subito', oltre a qualche adempimento fiscale in meno. Qualche sgravio, quindi. Come Regione Emilia-Romagna, sui nostri 10 milioni di euro per i settori più colpiti decideremo insieme a parti sociali e Comuni, mettendoli subito a disposizione".

"Al Governo dico di non fare la corsa ministero su ministero a chi ha più bisogno - afferma in merito al Recovery fund-Next Generation Eu -. Vorrebbe dire non avere una visione strategica. A noi Regioni e a me per primo dico: evitiamo di fare migliaia di progetti e micro-progetti, pensando di prendere tre voti in più alle elezioni di domani, ma chiediamoci cosa serve a questo paese e a questa regioni per i prossimi 20 o 30 anni. Il Recovery fund- raccomanda Bonaccini- dev'essere l'occasione di scegliere pochi assi strategici, a partire dalle infrastrutture e al drammatico ritardo digitale dell'Italia in Ue. Serve un grande piano, per una crescita sostenibile, insieme ad una sanita' da irrobustire e a un investimento sulla 'società della conoscenza', investendo nella qualità di quello che si produce e si progetta, perche' sul costo del lavoro non vinciamo né oggi né nei prossimi decenni".

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