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Economia

Metalmeccanico, nel 2013 oltre 2 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione

Lancia un appello alle istituzione il segretario Fim Cisl Tagliaferri: «Occorre far interagire meglio i Centri per l’impiego con i soggetti che usufruiscono degli ammortizzatori sociali

Massiccio utilizzo di ammortizzatori nella provincia di Rimini per quanto riguarda il settore metalmeccanico. I dati arrivano dalla Fim Cisl Romagna che sta facendo il punto in vista dell’Assemblea nazionale della categoria che si terrà l’8 aprile a Reggio Emilia e a cui parteciperà anche il segretario generale confederale Raffaele Bonanni. Per quanto riguarda il territorio della provincia di Rimini, i numeri parlano chiaro.

Nel 2013 (fonte Inps) sono state autorizzate 127.913 ore per la cassa integrazione ordinaria, 1.318.298 per quella straordinaria e 1.066.261 per quella in deroga. Un totale di 2.512.472 ore, in costante aumento rispetto al 2012 (in cui si registravano 2.129.384 ore totali) e al 2011 (2.078.970 ore totali), dopo il picco del 2010 (3.530.480 ore totali). Da segnalare il più che raddoppio delle ore di cassa integrazione in deroga dal 2012 al 2013, quando si è passati dalle 487.889 ore autorizzate alle già citate 1.066.261 ore.

«La cassa in deroga è in costante aumento, e questo è un campanello d’allarme sulla possibilità in futuro di poter usufruire ancora per molto tempo degli ammortizzatori sociali – commenta il segretario generale Fim Cisl Romagna Davide Tagliaferri –. Ma nella provincia di Rimini si fa anche un massiccio ricorso alla cassa integrazione straordinaria perché abbiamo aziende con caratteristiche industriali in senso stretto e anche le più piccole applicano contratti industriali».
 
La crisi ha colpito duramente il settore metalmeccanico, anche se la provincia di Rimini è quella che, in Romagna, ha registrato la minore varianza negativa riguardo il numero di imprese: -7%, contro il 14% di Forlì-Cesena e il 12% di Ravenna. Dal 2008 a oggi nel Riminese sono sparite 85 imprese corrispondenti, come si diceva, al 7% del totale (fonte Smail). Il settore in generale ha perso oltre 1.500 addetti, il 22% del totale, una percentuale che è invece maggiore di quelle registrate a Forlì-Cesena (17%) e Ravenna (11%).

Lancia un appello alle istituzione il segretario Fim Cisl Tagliaferri: «Occorre far interagire meglio i Centri per l’impiego con i soggetti che usufruiscono degli ammortizzatori sociali. I centri devono essere in grado di fare un’analisi attendibile del mercato per capire quali figure serviranno di più nel prossimo futuro, quindi proporre corsi di formazione dedicati e poi favorire il match delle competenze».

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