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Economia

Dati imprese 2013: segno meno per costruzioni, agricoltura, manifatturiero e commercio

Dai numeri diffusi da Infocamere Movimprese, spiccano le 651 imprese cessate rispetto alle 446 del terzo trimestre 2012 (dunque 205 imprese cessate in più rispetto ai primi nove mesi del 2012)

Continua il trend negativo, anche se si intravedono timidi segnali di ripresa. Sono stati pubblicati e resi disponibili i dati delle imprese totali nella provincia di Rimini per il terzo trimestre 2013. Dai numeri diffusi da Infocamere Movimprese, spiccano le 651 imprese cessate rispetto alle 446 del terzo trimestre 2012 (dunque 205 imprese cessate in più rispetto ai primi nove mesi del 2012). Trend in risalita invece per quanto riguarda le nuove iscrizioni, che passano dalle 455 del periodo gennaio/settembre 2012 alle 532 nel medesimo arco temporale dell’anno in corso (più 77).

Il saldo complessivo è, però, ulteriormente peggiorato negli ultimi dodici mesi, mancando all’appello in totale 452 imprese; dalle 36.138 imprese attive nel terzo semestre 2012 alle 35.686 registrate a settembre 2013. Il trend globale del 2013 riportato da Infocamere conferma purtroppo la flessione già evidenziatasi nei primi trimestri; le media dei dati indica la scomparsa di circa 3 imprese al giorno in provincia di Rimini.

Entrando nel dettaglio, a guidare la classifica delle attività economiche in sofferenza è ancora il settore delle ‘costruzioni’, con altre 90 imprese cessate che portano il totale a 184 mancanti all’appello in un anno, rispetto i primi nove mesi 2012 (5.493  del 2013 rispetto le 5.677 del 2012). In difficoltà anche il settore ‘agricoltura, silvicoltura e pesca’ (- 52 imprese), che in un anno ha perso in totale 154 imprese (2.793 nel 2013, 2.947 quelle attive a settembre 2012).

Dinamiche invece altalenanti del settore onnicomprensivo ‘commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazioni di autoveicoli e motocicli’, dove si registra una forte dinamicità (sono ben 265 le imprese che chiudono, ma anche 124 quelle nuove) che però non è sufficiente per scacciare il segno meno dal saldo totale, che si assesta su un meno 55 (9.361 le imprese attive rispetto le 9.416 registrate a settembre 2012); praticamente, per ogni azienda che apre, ne chiudono due.

Il manifatturiero rallenta la sua caduta, ma il saldo è comunque negativo con -49 imprese rispetto al 2012. Cominciano ad affiorare anche dei timidi segnali di ripresa, con alcuni settori che fanno registrare un segno più rispetto al terzo trimestre del 2012. In particolare alloggi e ristorazione crescono dalle 4.772 attività iscritte nel 2012 alle 4.791 del settembre 2013; altri ambiti in tenuta o piccolo aumento sono anche le telecomunicazioni, le assicurazioni, la fornitura di personale, e i servizi di vigilanza ed investigazione.

“Anche il terzo trimestre 2013 - commenta l’Assessore alle Attività produttive della Provincia di Rimini, Fabio Galli - conferma una nuova flessione delle condizioni dell’economia riminese, sia a livello di cessazioni che di saldo finale, anche se si comincia a vedere una piccola ripresa di fiducia nel futuro, testimoniata dal trend in aumento delle nuove imprese iscritte. Non è un segnale da sottovalutare in un panorama che da ormai due anni a questa parte vede confermato un trend in lenta discesa per quanto riguarda il rapporto tra imprese nuove e cessate. I settori principali (costruzioni, agricoltura, manifatturiero, commercio) continuano a segnare il segno meno".

"Alcuni settori cominciano a far segnare un piccolo segno più, in particolare alloggi e ristorazione, seguiti ambiti più piccoli come telecomunicazioni, assicurazioni e fornitura di personale - chiosa Galli -. Ovviamente sono segnali ancora insufficienti se confrontati con quelli complessivi, ma vanno colti comunque con interesse e fiducia. Il trend dei dati locali, inquadrabile in un contesto più ampio di crisi strutturale a livello nazionale ed internazionale, necessità dunque di strumenti di più ampia e generale portata rispetto a quelli possibili a livello locale".

"Il discorso è dunque simile a quello fatto sul turismo -osserva l'assessore -. Solo con un incremento della capacità di spesa singola e familiare, unito a politiche di sviluppo aziendale fondate sulla defiscalizzazione del lavoro e sulla semplificazione dei processi burocratici, si riuscirà a dare sostanza nel 2014 al fragile, timidi, circoscritti segnali incoraggianti, fatti registrare anche a Rimini nei primi 9 mesi dell’anno. Il quadro generale non incoraggia, perché le 205 imprese cessate da un anno all’altro sono e rimangono un dato grave. Ma si intravede ancora quel dinamismo nell’aumento delle neo iscritte che storicamente è nel dna del nostro territorio. La voglia di combattere è intatta”.

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