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"Di troppe tasse si muore": i commercialisti chiedono il rinvio della scadenza Tasi

“Di troppe tasse si muore”. È questo l'allarme, che segue quello lanciato il giorno prima dalla ministro dello sviluppo economico Guidi, lanciato dal professor Giuseppe Savioli, presidente della Fondazione dei Commercialisti di Rimini

“Di troppe tasse si muore”. È questo l'allarme, che segue quello lanciato il giorno prima dalla ministro dello sviluppo economico Guidi, lanciato dal professor Giuseppe Savioli, presidente della Fondazione dei Commercialisti di Rimini durante la giornata nazionale dell'economia tenutasi al pala congressi di Rimini. Dall'analisi dei bilanci di tutte le imprese della provincia di Rimini, effettuata dalla Fondazione dei Commercialisti, è emerso infatti che, mediamente, il peso fiscale sulle imprese è stato nell'anno 2012 pari al 107% dell'utile prima delle imposte, ossia superiore agli utili conseguiti.

L'abnormità deriva dall'Irap, ossia un'imposta che le imprese devono pagare anche in caso di perdita, poiché calcolata sul costo del lavoro. Il prof Savioli ha anche preannunciato che il centro studi della Fondazione divulgherà a breve uno studio sulla pressione fiscale sulle persone fisiche, dal quale anche emerge un peso del tutto sproporzionato. Gli altri elementi emersi dall'esame dell'aggregato delle imprese della provincia sono costituiti da un modesto incremento del valore della produzione, una forte contrazione della redditività ed un recupero dell'efficienza.

Il recupero dell'efficienza (fatturato pro capite) va però letta in controluce: è aumentato il fatturato per addetto perché, a fronte della modesta crescita del fatturato, si è ridotto in misura più consistente il numero di occupati. Rimane, infine, il dato della cronica sotto capitalizzazione che caratterizza le imprese del territorio e che ne determina la forte dipendenza dal credito bancario.

I commercialisti chiedono il rinvio della scadenza Tasi: "Anche i professionisti sono vessati dalle pretese di un Fisco che non è solo insostenibile per i contribuenti, che genera enormi difficoltà operative conseguenti alla necessità di comunicare puntualmente e precisamente una serie inverosimile di dati. Dobbiamo essere pronti a calcolare e comunicare entro le scadenze ai nostri clienti quanto dovuto al Fisco, imparare nuove tributi, studiarne le norme applicative e le casistiche spesso complesse, spesso e volentieri ricalcolare gli importi dei suddetti tributi per permettere ai nostri clienti di negoziare le rateizzazioni di debiti di imposta con Equitalia, insomma un supporto continuo operoso e silenzioso, da parte di una categoria che ha dovuto suo malgrado diventare nel tempo la lunga mano del Fisco, sorbendosi tutti gli oneri senza tuttavia i relativi onori".

"E’ per tale motivo che l’ultima delle invenzioni del Fisco a proposito di riordino dei tributi locali (la famosa Iuc) il cui significato è celato anche a molti degli addetti ai lavori, si rileva agli occhi degli operatori un’ulteriore prova di forza - continua la nota dell'ordine dei commercialisti -. A proposito, la Tasi, compresa nella IUC, altro non è nella sua applicazione che la reintroduzione dell’Imu sull’abitazione principale.  Eravamo abituati alle bizzarrie dello Stato e complicazioni nell’applicare norme basate su tutto tranne che sul buon senso, ma quello che a proposito di Tasi sono riusciti a realizzare i Comuni rappresenta un livello di sofisticazione senza precedenti. A proposito di Tasi, gli operatori si trovano a poco più di una settimana dalla scadenza, a dover impostare sui propri programmi software, manualmente, una serie di casistiche differenti per ciascun comune, perché ciascuno nelle proprie tempestive delibere introduttive della Tasi ha avuto la libertà e autonomia di decidere l’applicazione di aliquote differenziate in funzione di casistiche differenti e detrazioni condizionate a numerosissime verifiche".

"Le bizzarrie e la fantasia applicata da ciascun comune non viene naturalmente gestita dalle case di software con la conseguenza che gli operatori devono studiare una miriade di delibere e valutarne l’applicazione caso a caso - concludono i commercialisti -. La solerzia dei Comuni della Provincia di Rimini ha fatto sì che la scadenza per la prima rata restasse fissata al 16 giugno prossimo, e così della proroga ad ottobre ne potranno ‘godere’ solamente i contribuenti possessori di immobili posti in Comuni meno svirtuosi, i quali riceveranno comunque un’anticipazione dallo Stato. Di fronte a tale stato di cose la categoria si rivolge al Sindaco del Comune di Rimini per chiedere una proroga immediata ad una data non a ridosso di altre scadenze fiscali per far fronte all’adempimento dell’imposta locale con serenità e senza commettere inevitabili errori. Se l’Amministrazione è veramente al servizio dei cittadini questo è il momento di dimostrarlo".

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