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Disastro in Borsa per le quotazioni di Ieg, Cagnoni: "Ci crediamo ancora"

Il presidente di Italian exhibition group ha annunciato di rimanere al timone fino alla scadenza del suo mandato fissata tra due anni, nella primavera del 2024

"Peggio di così non poteva andare". Non fa certo giri di parole il presidente di Italian exhibition group, la società nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e di Vicenza, Lorenzo Cagnoni, a margine della conferenza stampa sul Piano industriale della struttura fieristica a chi gli chiede se sia soddisfatto della scelta della quotazione in Borsa della società. Davvero difficile esserlo, dati alla mano. "Oggi siamo a 1,89, quando abbiamo fatto il collocamento eravamo a 3,70 e siamo saliti fino oltre a 5". E certo non consola, chiosa Cagnoni sempre a margine della presentazione del Piano industriale, "dire che siamo in buona o cattiva compagnia". Per cui "alla domanda se in queste condizioni rifarei quella scelta, rispondo che quando i contesti cambiano le risposte sono sempre diverse, ma probabilmente avrei dei dubbi". Ci scherza su anche l'amministratore delegato Corrado Peraboni: "Io ho 9.000 azioni e ci credo molto che torneremo ai livelli precedenti". Così stimolato, da azionista anche lui, pure Cagnoni afferma di crederci, "anche oltre la conclusione del mio mandato", fissata tra due anni, nella primavera del 2024. Dunque ampiamente prima della scadenza del Piano industriale 2022-2027, che non lo vedrà dunque protagonista che per i primi due anni. Invece, "l'ad è giovanissimo- conclude il presidente- e penso abbia prospettive infinite, per cui sarà lui a decidere".

Intanto sul capitolo fusione la Fiera di Rimini è pronta a tornare al tavolo con la cugina di Bologna per parlare di integrazione. Se ieri dall'assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, è arrivato l'invito alle parti a "riprendere il ragionamento", spiega il presidente di Italian exhibition group, la società nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e di Vicenza, Lorenzo Cagnoni, "noi non abbiamo obiezioni. L'augurio- chiosa- è che si parli di progetto industriale, la politica ci interessa in altri salotti". Il dibattito sull'integrazione, ricostruisce Cagnoni rispondendo questa mattina alle domande dei giornalisti durante la presentazione del nuovo Piano industriale 2022-2027 della società, si è "provvisoriamente concluso senza decisioni ufficiali" nel momento in cui i rispettivi sindaci erano in scadenza di mandato. Ufficialmente, aggiunge, perché "in realtà non è solo così, ma era una risposta che convinceva". Nel Piano industriale, prosegue il presidente di Ieg, "non parliamo di integrazione, non apriamo un capitolo ufficiale". Certo, sottolinea, "l'interesse continua per sinergie e integrazioni con altre strutture fieristiche", con la differenza rispetto agli altri soggetti che Rimini è proprietaria della stragrande maggioranza delle sue fiere. Da questo punto di vista, rimarca, quella tra Bologna e Rimini è "la più convincente delle operazioni, ma anche la più complicata. Le ragioni industriali non sono venute meno e non c'è interesse ad abbandonare la riflessione", bensì a "riprendere la discussione, senza da parte nostra dettare condizioni".

Occorre capire dunque se ne vale la pena per entrambe le parti, "ciascuno ha un piano di sviluppo con logiche diverse, noi abbiamo reso pubbliche le intenzioni di dove vogliamo andare, speriamo lo faccia anche Bologna". Cosa ci si deve dunque aspettare ora, viene da chiedersi. Cagnoni indica due possibilità: "Potrebbe prevalere la linea per cui il prossimo appuntamento per discuterne ci sarà a conclusione dei rispettivi piani industriali, oppure quella di iniziare il discorso a breve".

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