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Distretti industriali: numeri positivi per il legno, continua la crisi dell'abbigliamento

Parte con una crescita solo moderata l'export dei distretti dell'Emilia Romagna nei primi 3 mesi del 2015: +0,8%, secondo un ritmo inferiore sia ai distretti italiani (+3%) che al manifatturiero regionale (+4,2%)

Parte con una crescita solo moderata l’export dei distretti dell’Emilia Romagna nei primi 3 mesi del 2015: +0,8%, secondo un ritmo inferiore sia ai distretti italiani (+3%) che al manifatturiero regionale (+4,2%). A condizionare negativamente la performance regionale è stata la battuta d’arresto sui mercati emergenti (-6,2%), che scontano su tutti il crollo delle vendite in Russia (passate da 129 milioni di euro nel primo trimestre 2014 a 88,5 milioni attuali) e su cui pesano l’introduzione delle sanzioni UE a seguito dell’acuirsi della crisi russo-ucraina, e la svalutazione del rublo, che ha avuto effetti in particolare sui distretti specializzati nei beni di consumo. Prosegue, al contrario il trend positivo sui mercati maturi che vedono un’accelerazione delle esportazioni (+4,8%), trainata dalle buone performance osservate sul mercato statunitense (+24,8%).

Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma. “Dall’analisi per singolo distretto emerge un quadro eterogeneo, nel quale si confermano i segnali positivi dei principali distretti della regione. - commenta Luca Severini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – Nel primo trimestre 10 distretti su 20 hanno chiuso in territorio positivo: ”

E’ proseguito il trend di crescita sia del distretto delle piastrelle di Sassuolo (+3,2%), che ha beneficiato del brillante andamento sul mercato statunitense, sia quello delle macchine per l’imballaggio di Bologna (+3,4%), trainato dalle vendite in Germania, Stati Uniti e Cina. Nel settore della meccanica si contrappongono ai risultati positivi dei distretti dei ciclomotori di Bologna (+1,5%), delle macchine per il legno di Rimini (+9,9%) e delle macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+43,9%, secondo i dati ACIMAC) i dati negativi delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-9,5%), della food machinery di Parma (-3,4%) e delle macchine utensili di Piacenza (-5%). Nel settore alimentare prevalgono i segnali positivi, ma non mancano alcune criticità.

Hanno registrato una crescita i salumi del modenese (+8,7%), i salumi di Reggio Emilia (3,7%) e i 3 distretti di Parma: l’alimentare (+9,8%), i salumi (+8,7%), e il lattiero-caseario (+0,7%). In calo invece l’ortofrutta romagnola (-8,3%) e il lattiero caseario di Reggio Emilia (-5,1%). Segnali negativi in tutti i distretti del sistema moda, che scontano in particolare le difficoltà sul mercato russo: la maglieria e abbigliamento di Carpi (-3%), l’abbigliamento di Rimini (-9,8%) e le calzature di San Mauro Pascoli (-4,3%). Prosegue anche il trend negativo delle calzature di Fusignano-Bagnacavallo (-13,3%), che evidenzia un calo su tutti i mercati di riferimento. Dopo l’incremento osservato nel 2014, frena l’export dei mobili imbottiti di Forlì (-3,5%).

Chiudono con una crescita delle esportazioni superiore alla dinamica nazionale i poli tecnologici regionali (+15% versus +1,3%), trainate dal polo biomedicale di Mirandola (+48,3%), che è cresciuto su tutti i più importanti mercati, Francia e Germania in primis. Bene anche il polo ICT di Bologna e Modena (+6,6%), mentre cala l’export del polo biomedicale di Bologna (-10,9%).

Lo scenario sul mercato del lavoro, analizzato attraverso i dati di CIG, resta complesso. Nei primi 5 mesi del 2015 il ricorso alle ore di Cassa Integrazione Guadagni delle imprese dei distretti regionali ha evidenziato un ridimensionamento del 7,8% delle ore autorizzate, portando il monte ore a 4,7 milioni, su livelli che rimangono storicamente elevati. Tale trend è il risultato di un andamento contrapposto: al calo contenuto della Cassa ordinaria e di quella in deroga si è contrapposto l’incremento di quella straordinaria, che sottende fenomeni di crisi strutturali, riconducibile a 3 distretti in particolare: le piastrelle di Sassuolo, l’abbigliamento di Rimini e le macchine per l’imballaggio di Bologna.

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