rotate-mobile
Economia

Economia in Romagna, c'è un rallentamento generale: a Rimini tengono i settori edilizia e turismo

Dall'analisi dell Camera di Commercio i condizionamenti derivano dal clima recessivo a livello europeo e nazionale. Note negative nei settori manufatturiero e agricolo

Dalla lettura dei dati dell'Osservatorio Economico della Camera di commercio della Romagna, relativi ai primi sette mesi del 2019, emerge che il clima recessivo a livello europeo e nazionale sta condizionando anche le performance del territorio. Sono stati presentati mercoledì, nella sede di Rimini, alla presenza del presidente dell'Ente camerale Alberto Zambianchi, i dati economici relativi all’aggregato Romagna, arricchiti da focus specifici per le province di Rimini e di Forlì-Cesena. Dai dati, riferiti alla prima metà del 2019, dell’Osservatorio economico camerale, elaborati dall’Ufficio Informazione economica dell’Ente, emerge che il sistema produttivo di riferimento della Camera della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini pur registrando un generale rallentamento, dovuto allo scenario generale di incertezza, sta mantenendo comunque performance positive in alcuni settori: aumentano il volume d’affari nel settore delle costruzioni e le vendite del commercio al dettaglio, incrementa l’export, crescono lievemente le presenze turistiche e diminuisce l’incidenza delle sofferenze bancarie. Difficoltà si registrano invece per il composito comparto agricolo e per la produzione industriale; inoltre, si riscontrano problemi di marginalità diffusi e una dinamica dei prestiti bancari alle imprese ancora negativa. Nel complesso, le previsioni Prometeia per il territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, elaborate a luglio, confermano questo rallentamento per l’anno in corso; infatti, dopo la buona crescita del valore aggiunto nel 2018 (+1,7% annuo), per il 2019 si prevede un aumento molto contenuto (+0,3%) e una più decisa ripresa nel 2020 (+0,8%).

“In questo scenario,- ha dichiarato Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna - i nostri Territori, per aumentare la loro capacità di crescita, hanno bisogno di consolidare strategie fondate sulle loro eccellenze e specificità, rafforzandole con le azioni di supporto poste in atto dai principali attori della governante. Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la competitività dei nostri Territori e delle nostre imprese, mettendo a frutto le migliori capacità e competenze. Grande attenzione sarà riservata al supporto per l’internazionalizzazione, attraverso servizi che favoriscano l’acquisizione di nuovi mercati e il consolidamento su quelli tradizionali. Grande impegno sarà posto anche nel ‘sostegno al credito’ - un’area nella quale le sofferenze continuano a essere acute - e nell’area dell’innovazione digitale e dell’impiego di nuove tecnologie da parte delle MPMI, fattori imprescindibili di competitività e di sviluppo del business. In particolare, per supportare le imprese nell’introduzione del digitale, proseguirà anche l’impegno della Camera per la diffusione della connessione alla Banda Ultra Larga. Si tratta del progetto Ultranet, che mira a stimolare domanda e offerta, pubblica e privata. Occorre, soprattutto, favorire la digitalizzazione delle cosiddette ‘aree bianche’, dove i grandi operatori non hanno convenienza a investire. ”

I dati sull’economia della provincia di Rimini

Lo scenario generale di incertezza ha determinato, nei primi sette mesi del 2019, un generale rallentamento dell’economia provinciale, con performance comunque positive in diversi settori. Stabile il numero delle localizzazioni e in lieve calo le imprese attive, dinamismo del settore edile (confermato dall’incremento del volume d’affari), aumento delle vendite del commercio al dettaglio (nella grande distribuzione), incremento delle esportazioni nei primi sei mesi dell’anno, crescita dei flussi turistici (sia italiani sia stranieri) e ridimensionamento dell’incidenza delle sofferenze bancarie. Tra le note negative vanno sottolineate i cali delle variabili congiunturali nel manifatturiero (produzione, fatturato e ordinativi), le problematiche strutturali del comparto agricolo (aggravate da fenomeni meteorologici avversi e dagli attacchi alle colture di insetti), la contrazione dei prestiti alle imprese e un rilevante incremento della cassa integrazione straordinaria. Le prospettive per l’anno in corso e per il prossimo, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati a luglio), indicano una sostanziale stabilità del valore aggiunto (in termini reali) provinciale nel 2019 (+0,1%) e una crescita nel 2020 (+0,7%).

I dati del territorio “Romagna – Forlì-Cesena e Rimini”

La circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna (nata dall’accorpamento delle Camere di Forlì-Cesena e di Rimini) ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 55 Comuni e circa 734 mila abitanti (di cui l’11,0% stranieri). Nel 2018 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è stata pari a 20,8 miliardi di euro (+2,3% sul 2017), mentre il valore aggiunto nominale pro capite ammonta a 28.427 euro. Al 30/6/2019 risultano attive 88.521 localizzazioni (sedi e unità locali) di cui 71.068 sedi di impresa attive; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 97 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). I principali settori di attività economica del territorio Romagna (dati al 31/7/2019) sono quelli dei Servizi (26,0% del totale delle imprese attive), il Commercio (23,7%), le Costruzioni (14,7%), Agricoltura e pesca (12,6%), Alloggio e ristorazione (10,6%) e l’industria Manifatturiera (8,6%). I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). In merito al mercato del lavoro, i tassi di occupazione e disoccupazione, rispettivamente 68,3% e 6,4% nel 2018, mostrano valori migliori dei dati nazionali ma peggiori di quelli regionali. Riguardo poi al sistema bancario, la propensione al credito del territorio Romagna (rapporto tra prestiti e depositi pari a 105,4) risulta maggiore di quella di Emilia-Romagna e Italia, così come più alta è la diffusione degli sportelli bancari (66 ogni 100 mila abitanti).

Le previsioni di crescita annua del valore aggiunto (in termini reali, vale a dire al netto dell’effetto dell’inflazione N.d.R.) (Prometeia, luglio 2019) per il 2019 e il 2020 sono pari, rispettivamente, a +0,3% e +0,8%, inferiore al dato dell’Emilia-Romagna nel 2019 (+0,6%), sostanzialmente in linea col dato regionale nel 2020 (+0,9%) e superiore alla variazione nazionale sia nel 2019 (+0,1%) sia nel 2020 (+0,5%).

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31/7/2019, è costituito da 34.270 imprese attive (sedi), in diminuzione, seppur lieve, dello 0,4% rispetto al medesimo periodo del 2018; l’imprenditorialità è molto diffusa: 101 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). I settori maggiormente significativi in diminuzione sono il Commercio, il Manifatturiero, l’Agricoltura e le Attività sportive e di divertimento; in aumento, invece, i Servizi di alloggio e ristorazione, l’Immobiliare, le Attività professionali e tecniche, i Servizi alle imprese e alle persone. Stabili le imprese delle Costruzioni.
Più della metà (il 52,7% del totale delle imprese attive) sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 20,4% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 94,2% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti.
Le start-up innovative al 2/9/2019 risultano 106 (l’11,5% delle start-up regionali), in calo rispetto a settembre 2018 (-3,6%).
In flessione il numero delle imprese artigiane (9.592 unità al 30/6/2019; -0,8% rispetto allo stesso periodo del 2018), così come decresce, in misura più netta, il numero delle imprese cooperative (287 unità al 31/7/2019; -5,0% annuo).

Riguardo ai principali settori, al 31/7/2019 si contano 2.479 imprese agricole attive, in diminuzione dello 0,9% rispetto al medesimo periodo del 2018. In flessione anche le imprese del comparto Pesca e acquacoltura (200 unità, -2,9%). Nel periodo gennaio-agosto 2019, nel mercato ittico di Rimini, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+9,7% sul medesimo periodo del 2018) e una crescita del valore del pescato (pari a 6,8 milioni di euro nei primi 8 mesi dell’anno, +7,3% rispetto al medesimo periodo del 2018).
I dati relativi all’indagine congiunturale Unioncamere Emilia-Romagna, al 2° trimestre 2019, mostrano risultati negativi per gli indicatori dell’industria manifatturiera: rispetto al 2° trimestre 2018, infatti, si assiste ad un decremento della produzione (-2,2%), del fatturato (-2,5%) e degli ordinativi (-3,4%), con aspettative per il terzo trimestre orientate principalmente alla stabilità. Dal punto di vista strutturale, al 31/7/2019, si rileva una diminuzione tendenziale (-0,5%) della consistenza delle imprese manifatturiere attive, che si attestano sulle 2.561 unità.
Per il settore delle costruzioni si riscontra stabilità nel numero delle imprese attive, che risultano 4.855 al 31/7/2019. In aumento, invece, il volume d’affari del settore: +1,0% nel 2° trimestre del 2019, rispetto ad analogo periodo del 2018, con prevalenti aspettative di stabilità per il terzo trimestre (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 2° trimestre 2019, rispetto al medesimo periodo del 2018, tornano ad essere in crescita, seppur lieve (+0,4%); le performance sono differenti sia per quel che riguarda i vari comparti (alimentare: -1,7%, non alimentare: -0,1%, supermercati/iper: +6,6%) che per quanto concerne la dimensione (piccola distribuzione: -0,9%, media distribuzione: -3,3%, grande distribuzione: +4,5%). In termini di numerosità, invece, risultano in calo le imprese attive del commercio al dettaglio (4.984 aziende al 31/7/2019, -2,9%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta 8.726 imprese al 31/7/2019 (-2,3% rispetto al 31/7/2018).

In aumento l’export nei primi sei mesi del 2019 (+5,7% rispetto ad analogo periodo 2018). La dinamica crescente è dovuta soprattutto al buon andamento delle esportazioni dei mezzi di trasporto (+58,4%), in particolare delle navi e imbarcazioni (+61,7%, 97,8% dell’export del settore); tra i principali settori, positive anche le dinamiche dei macchinari (+0,7%), prodotti in metallo (+18,5%) e prodotti alimentari (+12,0%), mentre risultano negative quelle del tessile-abbigliamento (-2,6%), degli apparecchi elettrici (-5,5%), degli articoli in gomma e plastica (-7,1%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 55,2% del totale dell’export provinciale) crescono del 5,2%, grazie soprattutto al contributo del Regno Unito (+31,6%); riguardo alle altre macro aree di destinazione maggiormente significative per peso dell’export, risultano in crescita Asia orientale (+6,1%) e America centro-meridionale (+108,3%), in diminuzione America settentrionale (-10,5%), causa flessione verso gli Stati Uniti (-9,3%, principale Paese export) e Paesi europei non UE (-6,2%). Le importazioni provinciali, nel complesso, registrano una lieve flessione dello 0,6%.

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (4.768 unità al 31/7/2019) risultano in lieve aumento rispetto al 31/7/2018 (+0,3%). Nel periodo gennaio-luglio 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il movimento turistico presenta dati positivi: aumentano, infatti, sia gli arrivi totali (+0,9%) sia le presenze complessive (+1,0%). Nel dettaglio, la dinamica crescente dei turisti stranieri (+3,2% di arrivi, +1,8% di presenze) risulta migliore rispetto a quella dei turisti italiani (+0,3% di arrivi, +0,8% di presenze). In aumento le presenze nelle strutture alberghiere (+1,3%), nelle quali si concentra il 93,4% delle presenze complessive; in calo quelle nelle strutture complementari (-2,2%). In diminuzione il volume d’affari registrato dal settore nel 2° trimestre dell’anno (-3,1% rispetto al medesimo trimestre del 2018) (fonte: indagine congiunturale Unioncamere Emilia-Romagna).
Comparto dei trasporti: le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in flessione del 2,8% su base annua (616 unità al 31/7/19), analogamente alla dinamica del settore nel suo complesso (989 unità, -1,6%). Positivi, invece, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Fellini: +19,5% di arrivi e +20,6% di partenze nel periodo gennaio-luglio 2019, rispetto al medesimo intervallo del 2018.

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al 1° trimestre 2019, elaborati dal sistema camerale Emilia-Romagna, rilevano per la provincia di Rimini: un tasso di attività 15-64 anni (74,3%) sostanzialmente in linea col dato regionale (74,4%) e superiore a quello nazionale (65,7%); un tasso di occupazione 15-64 anni (67,6%) inferiore al dato regionale (70,0%) e migliore di quello nazionale (58,7%); un tasso di disoccupazione 15 anni e più (8,7%) più alto del dato regionale (5,8%) ma inferiore alla media nazionale (10,5%); un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (21,4%) maggiore di quello dell’Emilia-Romagna (17,6%) ma più contenuto del dato Italia (32,0%).

I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna riportano, per il primo trimestre 2019 (rispetto al quarto trimestre del 2018), un incremento sia delle attivazioni di lavoro dipendente (+1,3%) sia delle relative cessazioni (+3,0%); il saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati), per i primi tre mesi dell’anno, è negativo (-99 posizioni lavorative). Il 76,7% delle attivazioni risulta essere a tempo determinato.  Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-luglio 2019 risultano autorizzate n. 792.203 ore totali, con un sensibile incremento, rispetto ad analogo periodo 2018 (+23,0%). In forte aumento il ricorso alla CIG Straordinaria (+67,9%) mentre cala quella Ordinaria (-28,6%); raddoppiano le ore autorizzate nel manifatturiero (+97,4%), diminuiscono quelle relative a costruzioni (-22,6%) e commercio (-78,4%). Riguardo all’andamento del credito, a giugno 2019 i prestiti alle imprese, che ammontano a 5,2 miliardi di euro (59,1% del totale clientela), risultano in diminuzione (-2,0% rispetto al medesimo periodo del 2018); calano i prestiti verso le piccole imprese (-7,0%), mentre rimangono stabili quelli verso le imprese medio-grandi (+0,1%). Riguardo alle attività economiche, la contrazione dei prestiti investe soprattutto il settore delle costruzioni (-9,4%); il calo riguarda anche quelli relativi ai servizi (-0,8%) mentre sono stabili verso il manifatturiero (+0,1%). In crescita invece i prestiti alle famiglie (+1,5%). Le sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2019, sono state pari al 6,84% (Emilia-Romagna: 6,05%, Italia: 4,86%). Il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel secondo trimestre 2019 (+1,9%) risulta superiore a quello regionale (+1,4%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna).
Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati a luglio, infine, stimano, per la provincia di Rimini, una sostanziale stabilità del valore aggiunto (+0,1%) nel 2019 (Emilia-Romagna +0,6%; Italia +0,1%) e una crescita annua dello 0,7% nel 2020 (Emilia-Romagna +0,9%; Italia +0,5%).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Economia in Romagna, c'è un rallentamento generale: a Rimini tengono i settori edilizia e turismo

RiminiToday è in caricamento