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Export, Rimini punto di riferimento della moda: +8%

Questa l'analisi trimestrale del monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna, elaborato dal Servizio Studi di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma, aggiornato al 31 dicembre scorso.

“Il 2012 si è chiuso con una crescita dell’export dei distretti dell’Emilia Romagna del 5,3%, con una dinamica migliore rispetto ai distretti italiani (+2,1%). A trainare il sistema regionale sono stati i distretti dell’alimentare (+7,7%). In crescita però anche gli altri settori: la meccanica (+6,7%), il sistema moda (+3,4%) e il sistema casa (+2,4%)". E' quanto emerge dall’aggiornamento trimestrale del monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna, elaborato dal Servizio Studi di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma, aggiornato al 31 dicembre scorso.

Nel complesso 14 su 19 distretti monitorati hanno chiuso il 2012 in territorio positivo con performance che raggiungono il +21,1% dei ciclomotori di Bologna. Da segnalare in particolare i risultati positivi delle piastrelle di Sassuolo (+2,8%) e delle macchine per l’imballaggio di Bologna (+9,8%), i  primi due distretti della regione per volumi esportati.

Nella meccanica in crescita le macchine utensili di Piacenza (+12,5%), la food machinery di Parma (+8,1%), le macchine per il legno di Rimini (+0,2%), mentre frenano  le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-11,3%). Ad esclusione dei salumi di Reggio Emilia (-3,9%), tutti in positivo gli altri distretti dell’alimentare: alimentare di Parma (+11,1%), ortofrutta romagnola (+9,3%), salumi modenesi (+8,8%), salumi di Parma (+6,7%), lattiero-caseario di Reggio Emilia (+2,6%), lattiero-caseario Parmense (+5,8%),

Nel sistema casa, ancora in calo i mobili imbottiti di Forlì (-3%), Nella moda ancora in crescita il distretto dell’abbigliamento di Rimini (+8%) e le calzature di San Mauro Pascoli (+12,7%), in calo invece la maglieria e abbigliamento di Carpi (-2,1%) e le calzature di Fusignano Bagnacavallo (-21,9%). Le esportazioni dei distretti emiliano-romagnoli hanno raggiunto così 10,5 miliardi di euro, nuovo picco storico, confermandosi tra le realtà più dinamiche nel panorama manifatturiero italiano.

L’analisi per sbocco commerciale mostra la maggior vivacità delle export dei distretti regionali verso i nuovi mercati (+8,2%) rispetto ai paesi tradizionali (+3,8%). Bene le performance in Russia (+17,6%), Brasile (+40,6%), Indonesia (+64,6%) e Arabia Saudita (+31,5%). Rallenta invece la Cina (-11,9%) che si conferma comunque tra le prime 10 mete commerciali del sistema distrettuale della regione, grazie in particolare ai risultati delle macchine per l’imballaggio di Bologna.

Tra i paesi avanzati da segnalare il buon andamento delle vendite in Germania (+9,7%) e Regno Unito (+7,3%), mentre mostra un lieve calo l’export verso la Francia (-0,5%) primo partner commerciale della regione. I mercati maturi si confermano comunque le mete privilegiate della ragione, recependo più del 63% degli scambi.

Nel complesso, la maggior parte dei distretti emiliano-romagnoli si è posizionata su livelli di export superiori a quelli del 2008, con alcune significative eccezioni: le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-36,5%), la maglieria e abbigliamento di Carpi (-24,2%) e le piastrelle di Sassuolo (-10,1%), confermando situazioni di criticità importanti.

Hanno chiuso invece il 2012 con un calo del 6,7% le esportazioni dei poli tecnologici dell’Emilia Romagna, negativamente influenzati dall’andamento del polo biomedicale di Mirandola (-24,8%), drammaticamente colpito dagli eventi sismici di fine maggio. Le esportazioni del polo biomedicale hanno subito crolli superiori al 30% nei principali mercati, Germania e Francia in primis. Ha però mostrato un calo più contenuto il flusso di scambi verso gli USA. Da segnalare inoltre l’accelerazione degli scambi negli ultimi 3 mesi dell’anno, che ha portato i livelli del quarto trimestre non troppo lontani da quelli pre-terremoto. Ha chiuso in crescita invece l’ICT di Modena e Bologna (+7,6%).

Nel 2012, benché si sia osservato un calo delle ore di CIG complessivamente autorizzate (-2,7%), è rimasto su livelli storicamente elevati il monte ore autorizzato, attestandosi su livelli superiori ai 16 milioni, con le situazioni più critiche per le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (4,2 milioni), le piastrelle di Sassuolo (3,9 milioni) e l’abbigliamento di Rimini (2,1 milioni di ore).

Il lieve ridimensionamento osservato nel 2012 è attribuibile al calo della componente in deroga utilizzata dalle piccole e piccolissime imprese non coperte dalla CIG ordinaria mentre si osserva un incremento per la CIG straordinaria. Le criticità del mercato del lavoro sono confermate anche guardando le prime indicazioni sul 2013.”

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