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Economia

Fiera Bologna, stoccata a Italian Exhibition Group: "Non ci serve la Borsa per pagare i debiti"

La frecciata, dal palco della presentazione dei due nuovi padiglioni bolognesi, è del presidente Gianpiero Calzolari

"Bologna non ha bisogno della Borsa per pagare i propri debiti". La frecciata, dal palco della presentazione dei due nuovi padiglioni della Fiera di Bologna, è del presidente Gianpiero Calzolari. Il destinatario sono i possibili futuri alleati della Fiera di Rimini, che si sta preparando allo sbarco a Piazza Affari e vorrebbe accelerare il percorso per la creazione di un'unica holding regionale con Bologna e Parma per arrivare ad una quotazione 'collettiva' dei quartieri emiliano-romagnoli. "La Borsa in questo momento è al palo per la fuga degli investitori. Noi andremo in Borsa quando saremo pronti e per finanziare ulteriori investimenti", scandisce Calzolari, presentando i due nuovi padiglioni di via Michelino.
Si tratta del primo step del piano di investimenti da 130 milioni che porterà al rinnovamento del 60% del quartiere. "I soci pubblici hanno innescato questa nuova stagione di investimenti con i 13 milioni dell'aumento di capitale. Ne serviranno 10 volte tanti, ma la Fiera può fare fronte con risorse proprie", assicura il numero uno dell'expo.

IL SINDACO MEROLA: NO A FUSIONE, MEGLIO NEWCO CON EVENTI MIGLIORI - Una settimana fa il summit in Regione con sindaci e presidenti che sembrava aver rianimato l'agonizzante progetto della holding regionale delle fiere emiliano-romagnole e aver preso atto del tramonto dell'ipotesi di un'alleanza strategica tra i quartieri di Bologna e Milano. Oggi il sindaco di Bologna, Virginio Merola, scompiglia di nuovo le carte: Milano resta la prima opzione per la Fiera di Bologna, mentre i progetti di fusione con le società di Rimini e Parma andrebbero scartati a favore di una più agevole 'newco', nella quale far confluire le manifestazioni dei tre poli regionali più redditizie (quelle con almeno il 25% di margine) e con una più spiccata vocazione internazionale. E' questa la proposta che via Michelino, con il pieno appoggio del Comune, porterà al tavolo di viale Aldo Moro per sfidare il progetto di fusione voluto dalla Regione e da Rimini. "La faremo valutare da tecnici neutrali. Siamo convinti che creare una nuova società con manifestazioni che hanno già iniziative all'estero sia importante per tutta l'Emilia-Romagna. Veniamo incontro alla richiesta della Regione che ci ha chiesto di aggregarci e di coordinarci, ci sembra che la nostra proposta sia un passo in avanti. La nostra risposta non è no, andiamo avanti su quello che è necessario avanti per stare sul mercato. La fusione richiede una quotazione in Borsa, noi preferiamo attendere", rivendica Merola, che mette rigidi paletti alla trattativa. "Mi piacerebbe che tutti riconoscessero Bologna Fiere per quello che è: un'ammiraglia, capace solcare il mare aperto, non è una guardiacoste per operazioni di piccolo cabotaggio locale. Non siamo e non saremo disponibili a giocare in difesa, a guardare indietro", scandisce il sindaco al taglio del nastro dei nuovi padiglioni. 

Insomma, alleanza sull'asse della via Emilia si può fare, a patto che Bologna possa proseguire nei suoi piani di sviluppo, che prevedono il rafforzamento sul piano internazionale e uno spin off degli immobili dalla gestione delle manifestazioni. "Non siamo e non saremo disponibili a limitare gli orizzonti della Fiera di Bologna", scandisce il sindaco. Che resta convinto della necessità di un patto d'acciaio tra Rho e piazza della Costituzione, "la prima e la seconda fiera italiane, guardando alla quotazione. Mi fa sorridere chi sostiene che creare un'alleanza tra i primi due quartieri non risponda a logiche di mercato", aggiunge. Certo, "se Milano non risponderà al legittimo interesse di Bologna, ce ne faremo una ragione, anche se perderemo un'occasione per il Paese", ammonisce il primo cittadino. Quanto a Rimini, Merola non definisce la proposta di Bologna come 'soft' rispetto al progetto più spinto di integrazione societaria.

"Un'alleanza forte dal punto di vista dei mercati e delle cose che contano. Se andiamo insieme all'estero, continuiamo a fare utili per le nostre fiere in Italia. Oggi Rimini si sta quotando in Borsa, credo che sia legittimo che lo faccia. La nostra nostra proposta permette a Rimini di andare avanti senza aspettare e, intanto, di fare una nuova società che potrebbe riscuotere l'interesse di altre fiere fuori dalla regione. Questa opzione ci permetterebbe di avviare il processo di integrazione e ragionare con calma su ulteriori passi", spiega il sindaco. "La competizione fra campanili fa parte del passato. Oggi si compete a livello internazionale. Bologna è nel triangolo economico che regge il paese, discuteremo con chiunque a partire dai nostri punti di forza", scandisce il presidente della Fiera, Gianpiero Calzolari.
(Agenzia Dire)

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