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Economia

Fiere, la pandemia frena la fusione Bologna-Ieg, ma ne rafforza le ragioni

Lorenzo Cagnoni, Ieg: "Dal punto di vista industriale ci sono ragioni valide per il progetto, che dunque potrebbe trovare anche motivazioni più forti"

La pandemia frena il progetto di fusione tra la Fiera di Bologna e Ieg, la società cui fanno capo i quartieri di Rimini e Vicenza. Ma nello stesso tempo potrebbe rafforzare le motivazioni alla base dell'integrazione, sulla quale le istituzioni stanno lavorando ormai da diversi mesi. "Dal punto di vista industriale, il nostro progetto ha sempre dichiarato di prescindere dalle questioni legate al Covid", premette il numero uno di Ieg, Lorenzo Cagnoni. "La pandemia non ha facilitano la soluzione dei problemi aperti e le ipotesi di sviluppo nel campo più grande investimenti della nuova società" che dovrebbe nascere dall'operazione, ammette Cagnoni. Del resto la crisi pandemia e la cancellazione dei calendari espositivi ha provocato ingenti perdite di bilancio, che gli enti azionisti potrebbero essere costretti a ripianare: senza la fusione, è il ragionamento che si faceva nei giorni scorsi a Bologna, solo il Comune potrebbe essere chiamato a ripianare con 7 milioni di euro le perdite 2020 di via Michelino, soprattutto se il governo non sbloccherà i sostegni al sistema fieristico.

"E' chiaro che le risposte del governo rendono più faticoso il cammino. Dal punto di vista industriale ci sono ragioni valide per il progetto, che, dunque potrebbe trovare anche motivazioni più forti", conclude Cagnoni. "Il percorso è iniziato da qualche tempo, e prescinde da questa situazione", puntualizza il presidente della Fiera di Bologna, Gianpiero Calzolari.

(fonte Dire)

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