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Economia

Il CAAR a Madrid per Fruit Attraction, la fiera più importante al mondo per il settore ortofrutticolo

Il presidente Indino: “Per le nostre produzioni e l’export italiano è allarme rosso: i costi energetici rischiano di mandarci fuori dal mercato internazionale a causa dei prezzi, nonostante i nostri prodotti siano quelli di maggiore qualità"

Una delegazione del CAAR – Centro Agro Alimentare Riminese formata dal presidente Gianni Indino, dalla direttrice Cinzia Furiati e da alcuni operatori, ha partecipato a Madrid alla fiera Fruit Attraction. “Durante l’esposizione di prodotti agroalimentari più importante al mondo si sono incontrati operatori e distributori di tutti i maggiori Paesi produttori di ortofrutta – spiega il presidente del CAAR, Gianni Indino - in arrivo da Asia, Sud America, Europa e Africa per una tre-giorni di contatti, relazioni e nuovi progetti di import-export globale. Insieme ai nostri operatori abbiamo utilizzato questo importante appuntamento fieristico per creare nuove opportunità di business riguardo all’export del prodotto locale e di importazione per quanto riguarda la frutta esotica e altri prodotti di provenienza extra-europea.  Fruit Attraction dimostra come la Spagna stia facendo sistema intorno a questa fiera, che ha ulteriormente consolidato un sistema Paese che supporta e rafforza il suo settore dell’ortofrutta, mentre da noi assistiamo ad esempio alla sovrapposizione di fiere nello stesso periodo, mettendo in evidenza una mancanza di regia che crea forti difficoltà alle nostre aziende.
Questa missione è stata anche l’occasione per fare il punto sull’attuale situazione del settore ortofrutticolo italiano, attraverso un confronto con i maggiori produttori e il management dei poli commerciali di Spagna, Portogallo e Nord Europa".

"Abbiamo compreso una volta di più - prosegue Indino - come nel nostro Paese i costi dell’energia lievitati stiano incidendo pesantemente sulla competitività delle nostre aziende e dei nostri prodotti, che rimangono quelli di maggiore qualità, ma anche di maggiore costo dovuto ai rincari su tutta la filiera, dalla produzione al trasporto. Una situazione che non potremo portare avanti a lungo per non uscire dal mercato internazionale. La Spagna e il Portogallo, nostri competitor per le esportazioni, hanno costi di gran lunga inferiori per l’energia. Per il gas si sono staccati dalle quotazioni di Amsterdam e hanno storici approvvigionamenti dall’Algeria, mentre per l’energia elettrica possono sfruttare una buona quantità proveniente da fonti rinnovabili interne. Questa loro politica energetica permette di avere costi nettamente inferiori ai nostri e il rischio tangibile per il prodotto italiano è di rimanere invenduto nonostante la qualità. È suonato l’allarme rosso. Anche il CAAR, come tutto il Paese, ha visto crescere i prezzi delle forniture energetiche di 3-4 volte rispetto allo scorso anno, nonostante i fornitori abbiano cercato di mantenere prezzi più bassi possibile. Aspettiamo con impazienza il decreto del governo per iniziare la messa a punto della comunità energetica che verrà attuata con i fondi del Pnrr e che vedrà una produzione complessiva di 2 megawatt di energia, di cui 1 per la struttura. Sempre in ottica di risparmio, inizieremo in questi giorni la sostituzione delle vecchie lampade con altre di nuova generazione a basso consumo con un risparmio energetico tra il 50 e il 60%. Fortunatamente ci eravamo già attivati per alcuni passaggi di contrasto al caro energia, a cominciare dai pannelli fotovoltaici, e oggi possiamo dire di avere avuto lungimiranza in questo investimento. A questo punto però è urgentissimo che il governo intervenga per calmierare il prezzo dell’energia e che, come fa quello spagnolo, si interessi maggiormente del settore ortofrutta, sia dalla parte del produttore, sia del distributore. Non possiamo diventare gli ultimi della lista per gli acquisti nonostante qui si producano i migliori prodotti ortofrutticoli al mondo. Serve più vicinanza al comparto da parte delle istituzioni. Una situazione che va presa di petto urgentemente. Non oggi, non domani, ma ieri”.

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