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Il Comune di Rimini aumenta la Tassa di soggiorno a partire dal 2019

L'assessore al Bilancio del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini, conferma in commissione la volontà dell'amministrazione a un incremento di 50 centesimi

Dalle intenzioni si passa ai fatti. L'assessore al Bilancio del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini, conferma questa mattina in commissione la volontà dell'amministrazione di aumentare l'importo della tassa di soggiorno. Dalla quale Palazzo Garampi incassa sette milioni di euro. Ma sul quanto non si sbilancia. "La rimodulazione della tariffa- spiega- sarà operativa dal primo gennaio 2019". Per legge c'è l'obbligo di concertare eventuali aumenti con le associazioni di categoria, comunque "vogliamo aumentarla, molti altri Comuni lo hanno fatto". L'ipotesi che circola viene riportata da Nicola Marcello di Forza Italia: 50 centesimi di euro per gli alberghi da tre stelle in su. Complessivamente le strutture turistiche sono circa 1.400: 96 a una stella; 245 a due; 641 a tre; 83 a quattro e due a cinque stelle. Ci sono poi 122 residenze turistiche e 212 immobili per affitti brevi.

In attesa dell'aumento, la commissione licenzia con 13 voti favorevoli e 12 astensioni, alcune modifiche al regolamento sull'imposta per, argomenta l'assessore, "una modalità di comunicazione più efficace e per rendere più perfomante il recupero dell'insoluto", che si aggira attorno ai 250.000 euro all'anno: la dichiarazione sulle presenze diventa trimestrale così come il riversamento del tributo, in modo da un controllo più efficace, anche in base alla stagionalità; viene previsto l'obbligo, dimostrando altrimenti l'impossibilità, per il gestore di accreditarsi al servizio online per l'invio delle dichiarazioni, al momento "non pochi la inviano in modalità cartacea"; l'obbligo di presentare il modello 21. Per chi sgarra, ragiona Brasini, il deterrente vero non è la sanzione di 50 euro ma la previsione di reato penale: appropriazione indebita se non peculato. 

L'assessore poi torna sulla volontà del ministro Gian Marco Centinaio di cambiare l'imposta di soggiorno. "Mi tremano i polsi, è già di scopo". A Rimini, al contrario delle altre imposte locali, c'è "una buona compartecipazine delle strutture ricettive all'imposta di soggiorno". La cui destinazione sono le infratture turistiche: come il Psbo, nello specifico 400.000 euro per il mutuo della vasca di laminazione di piazza Kennedy; la viabilità; i motori culturali. Dunque "dei sette milioni di euro, quattro vanno in interventi strutturali, più infrastrutture che marketing e promozione. Siamo l'amministrazione delle fogne, non della Molo street parade o della Notte rosa". E, aggiunge, "non si possono azzerare le destinazioni ogni volta. L'imposta di soggiorno- conclude- è l'unico strumento fiscale locale, non sono d'accordo a eliminarla o cambiarla".

La dirigente Ivana Manduchi spiega che l'amministrazione fornisce gratuitamente un software ai gestori per semplificare i diversi adempimenti, anche verso Regione e Questura. E per l'azione di recupero dell'insoluto "non ce n'è uno storico", prevede vari step, dagli avvisi bonari alla riscossione coattiva, con segnalazione a Corte dei conti e Procura.
L'azzurro Nicola Marcello si stupisce dell'invio cartaceo delle dichiarazioni, ma, come sottolineato dai colleghi, certi albergtori non hanno nemmeno l'email. Mentre altri non denunciano tutte le persone ospitate. E concorda con Gennaro Mauro del Movimento per la sovranita' e Gioenzo Renzi di Fratelli d'Italia che servirebbero indicazioni piu' specifiche sulla destinazione. Dai banchi della maggioranza anche Davide Frisoni di Patto civico segnala "un problema di comunicazione pubblica".

L'OPPOSIZIONE DELLA LEGA - "In ordine all'aumento dell'imposta di soggiorno - ha commentato Marzio Pecci, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale - la Lega censura in modo fermo il progetto del Comune di continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Lo sta facendo da tempo con tutte le tasse comunali indifferenti alla crisi che continuano a vivere i cittadini e l'imprenditoria locale, turismo compreso. Occorre, dunque, ripensare ad una nuova politica turistica con l'imposta di soggiorno utilizzata (in quanto tassa di scopo) per la promozione del turismo culturale e per il recupero dell'anfiteatro romano indispensabile per il completamento del patrimonio storico-culturale di Rimini. Alle associazioni di categoria chiediamo di sostenerci nella nostra attività politica di contrasto all'aumento delle imposte e di utilizzo secondo gli indirizzi che hanno voluto il ripristino di questa imposta. Dobbiamo impedire che l'imposta di soggiorno venga utilizzata per capitoli di spesa diversi da quelli della promozione come ha candidamente affermato il sindaco nelle sue dichiarazioni alla stampa. Rimini è una città che ha bisogno di trovare sul mercato nuovi turismi e poiché possiede strutture ed infrastrutture per fare ciò occorre solo che l'amministrazione comunale cambi passo e strategia. Dall'Amministrazione comunale vogliamo fatti concreti e progetti per un turismo che viva ventiquattro ore al giorno e dodici mesi all'anno".

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