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Economia

Imprese, moda a rischio in regione: "Misure insufficienti, servono azioni mirate"

La consigliera Pd Nadia Rossi: "Per salvare la nostra fashion valley serve tenere conto delle specificità del settore che vede calare fatturati e ordini a causa del crollo dell'export"

Salvare la moda in Emilia-Romagna: le misure messe in campo finora a favore del settore sono "insufficienti" a far fronte alla crisi innescata dal Covid. L'appello arriva dall'assemblea legislativa regionale, che ha approvato mercoledì senza voti contrari una risoluzione proposta dal Pd. "Per salvare la nostra fashion valley servono azioni mirate, che tengano conto delle specificità del settore che vede calare fatturati, produzioni, ordini a causa in particolare del crollo dell'export e delle vendite al dettaglio", spiega la consigliera Nadia Rossi, prima firmataria dell'atto. Le misure introdotte finora, sottolinea, "sono insufficienti, non tengono conto delle peculiarità e delle speciali dinamiche del settore moda che è ad alta intensità di manodopera con una netta prevalenza della componente femminile".

Maura Catellani (Lega) concorda: gli sforzi messi in campo fino ad ora "sono stati insufficienti". E serve "un impegno diretto anche da parte dell'amministrazione regionale". Per Andrea Liverani, sempre della Lega, "c'è la volontà di ricercare soluzioni ai problemi, vigileremo". "La direzione è anche quella di costruire una serie di politiche attive a tutela del genere femminile", sottolinea da parte sua Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa. Anche per Stefania Bondavalli (Bonaccini presidente) l'obiettivo e' "indirizzare l'attenzione su un ambito imprenditoriale distintivo della regione, mettendo in campo interventi significativi".

Per Lia Montalti, anche lei dem, è necessario sostenere tutte le imprese del settore, a partire da quelle micro e piccole. La filiera, sottolinea, "è stata colpita in maniera fortissima, sono mancati adeguati ristori a livello nazionale e, pertanto, non dobbiamo disperde questo patrimonio di competenze". Per Silvia Zamboni (Europa verde) bisogna puntare sul green fashion, cioè "incentivare processi produttivi che favoriscano il recupero dei tessuti", premiando anche "quelle aziende che non delocalizzano".

(Agenzia Dire)

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