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La crisi è anche rosa. Salgono le imprese femminili riminesi

A fine 2012, sono 89.949 le imprese femminili emiliano-romagnole, il 21,2 per cento del totale. La crisi economica si acuisce (-193 unità -0,2 per cento)

A fine 2012, sono 89.949 le imprese femminili emiliano-romagnole, il 21,2 per cento del totale. La crisi economica si acuisce (-193 unità -0,2 per cento). In Italia calo dello 0,4 per cento. In Emilia-Romagna salgono a Rimini e Ferrara, scendono a Piacenza e Ravenna. Diminuiscono le ditte individuali (-398 unità, -0,7 per cento) e aumentano le società di capitale (+185 unità, +1,6 per cento).

È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna. A livello settoriale segno meno per agricoltura, commercio e manifattura, più nei servizi di alloggio e ristorazione, immobiliare e costruzioni. In Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2012 le imprese attive femminili erano 89.949, pari al 21,2 per cento delle imprese regionali. L’acuirsi della crisi economica continua a incidere anche sulle imprese in rosa, che, interrotto un trend positivo, sono 193 in meno (-0,2 per cento), rispetto alla fine del 2011.

Gli effetti della difficile congiuntura sono stati però ben più sensibili per le imprese non femminili, diminuite di 4.327 unità (-1,3 per cento). Nello stesso periodo le imprese femminili in Italia sono risultate 1.270.752 e accusano una più ampia flessione (-0,4 per cento). Si registra una crescita delle imprese in rosa in Toscana (+0,4 per cento), Trentino-Alto Adige, Lombardia e Valle d'Aosta, che precedono l’Emilia-Romagna, mentre le flessioni più rilevanti sono riferite a Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, e Molise (-2,2 per cento).

La quota di imprese femminili regionale è inferiore a quella nazionale (24,3 per cento), in quanto la rappresentanza femminile è elevata tra le imprese dell’Italia centrale e meridionale. Ciò è da attribuire all’elevato tasso di occupazione femminile regionale, un dato virtuoso che porta ad un minor ricorso a forme di auto impiego, e allo sviluppo del sistema economico, nel quale hanno minore importanza il piccolo commercio al dettaglio, i servizi tradizionali e le ditte individuali, ambiti consueti di presenza di imprese femminili.

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