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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

La crisi preoccupa gli operatori del turismo

Il 41% dei commercianti e degli operatori turistici emiliano-romagnoli è insoddisfatto della attuale situazione economica della propria azienda, un dato in leggero aumento rispetto al 2009

Il 41% dei commercianti e degli operatori turistici emiliano-romagnoli è insoddisfatto della attuale situazione economica della propria azienda, un dato in leggero aumento rispetto al 2009. Inoltre a parere del 50% degli intervistati la crisi lascerà un’impronta indelebile sia sul modo di fare impresa sia sui comportamenti d’acquisto dei consumatori;  un intervistato su due è quindi convinto della portata strutturale dei cambiamenti intervenuti.

Questi sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca commissionata dalla Confesercenti Emilia Romagna alla Swg, dal titolo: “Commercianti ed operatori turistici emiliano-romagnoli di fronte alla crisi economica”, presentata in occasione dell’Assemblea annuale Regionale 2011. Sono intervenuti, coordinati dal vicedirettore de “Il Resto del Carlino”, Beppe Boni, Maurizio Melucci, Assessore al Commercio e Turismo della Regione Emilia-Romagna, Marco Venturi, presidente Confesercenti Nazionale, Roberto Manzoni, presidente Confesercenti Emilia Romagna e Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti Emilia Romagna.

L’indagine è stata condotta mediante sondaggio telefonico effettuato dal 29 ottobre al 9 novembre 2011, su un campione di 201 soci delle 11 federazioni territoriali di Confesercenti Emilia-Romagna operanti nei settori commercio, pubblici esercizi e turismo.

Relativamente a questo ultimo anno, il 44% degli intervistati  rileva un peggioramento o una sostanziale stabilità della propria attività, mentre solo una piccola quota (11%) ravvisa uno spiraglio di luce. Rispetto al 2009, prevale una certa rassegnazione, o la sensazione che il peggio debba ancora arrivare; i più ottimisti sono i titolari di aziende più strutturate. In questo momento di precarietà, per il 55% degli intervistati, l’associazione di categoria è un importante punto riferimento.

La conseguenza più rilevante della crisi economica continua ad essere la diminuzione della domanda, segnalata dal 45% dei soggetti intervistati. Il secondo effetto negativo è la maggiore difficoltà a sostenere i costi aziendali, il cui aumento viene previsto da una larga quota di titolari d’azienda, seguita da una preoccupazione sempre più forte per l’aumento della concorrenza e per la difficoltà di accesso al credito.

Gli intervistati osservano una sorta di adattamento della strategia d’acquisto dei consumatori, i quali, per proteggersi dalla crisi, tendono a tagliare le spese ritenute non indispensabili e a ridurre la quantità e la frequenza d’acquisto, ripiegando su promozioni ed offerte che rendono così il cliente meno fedele.  Rispetto a due anni fa, tuttavia, le strategie di acquisto si fanno più razionali: aumenta la propensione a selezionare i prodotti piuttosto che a ridurne le quantità.

L’80% degli addetti ai lavori ha fatto fronte in qualche modo all’emergenza crisi economica, con diverse strategie, quali l’aumento della qualità offerta a parità di prezzo (strategia messa in atto specialmente dai commercianti) o la diminuzione dei prezzi a parità di qualità offerta. Rilevante (21%) anche l’investimento in marketing e promozione.
Gli operatori interpellati chiedono anzitutto un sostegno nella riduzione dei costi attraverso maggiori agevolazioni fiscali per le imprese, una diminuzione del costo del lavoro, una semplificazione burocratica e un più agevole accesso al credito; mentre, sul fronte della domanda, chiedono politiche di sostegno del reddito familiare.

“L’andamento e il termometro delle nostre aziende, purtroppo di tutti i settori – sostiene Roberto Manzoni, presidente Confesercenti Emilia Romagna – testimonia lo stato di seria difficoltà generale e locale e i dati della ricerca realizzata da SWG sui nostri associati, testimoniano di una crisi che non accenna a ‘mollare la presa’, di imprenditori preoccupati che fanno fatica a individuare spiragli positivi per il futuro e di consumi forse irrimediabilmente perduti e sicuramente modificati”.

Stefano Bollettinari, commentando i dati della ricerca, ha precisato che “L’indagine conferma la percezione degli imprenditori sulla gravità della crisi in atto e sulla forte preoccupazione per il futuro, ma nello stesso tempo evidenzia la loro capacità di reazione attraverso l’attuazione di strategie e  iniziative per rispondere meglio ai cambiamenti anche strutturali della domanda dei consumatori. Dagli operatori emerge forte anche la richiesta di politiche economiche e iniziative per superare la crisi e rilanciare lo sviluppo”.

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