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Occupazione, tavolo anticrisi: presentato il progetto della moneta locale

Si è riunito venerdì mattina nella Sala della Giunta comunale su convocazione della Prefettura il gruppo di lavoro del tavolo anticrisi incentrato sul tema dell’occupazione

Si è riunito venerdì mattina nella Sala della Giunta comunale su convocazione della Prefettura il gruppo di lavoro del tavolo anticrisi incentrato sul tema dell’occupazione. Nell’occasione è stato approfondito il progetto di un nuovo “sistema di finanza per le comunità locali” proposto dall’economista Lucio Gobbi, ricercatore dell’Università di Trento, accompagnato da Luca Fantacci e Amato Massimo, entrambi docenti di storia delle crisi finanziarie.

Il professor Gobbi – che aveva già avuto modo di presentare il progetto al sindaco di Rimini Andrea Gnassi – ha quindi illustrato le linee della sua proposta. Si tratta di un circuito creditizio e di un circuito monetario integrati in un unico sistema di finanza locale. Il circuito creditizio è concepito per agevolare gli scambi tra le imprese. Ciascuna impresa partecipante ha un conto corrente denominato in moneta locale, che può essere utilizzato per pagare e ricevere pagamenti da altre imprese partecipanti.

L’obiettivo è che ciascuna impresa abbia il conto in pareggio, che significherebbe che ha ceduto beni per un valore pari a quello dei beni acquistati. Il circuito monetario prevede che le imprese trasferiscano una parte dei propri attivi ai dipendenti, dotati a loro volta di un borsellino per effettuare acquisti presso le imprese partecipanti. Nella misura in cui un cittadino lavoratore non spenda tutta la sua moneta locale presso le imprese, una parte del saldo residuo è periodicamente trasferita a un’organizzazione nonprofit a sua scelta fra quelle che partecipano al circuito .

Secondo il professor Gobbi, la costituzione di un sistema di finanza locale produrrebbe una serie di benefici per la comunità: una forma supplementare di finanziamento per le imprese; uno strumento per la contrattazione e la remunerazione integrativa del lavoro; una fonte sistematica e trasparente di finanziamento per il terzo settore; la crescita degli scambi economici locali, senza creare pressioni inflazionistiche; un nuovo patto sociale, fra pubblico e privato, fra impresa e lavoro. Un progetto dunque nello spirito della sussidiarietà e della mutualità.

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