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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Le imprese riminesi guardano sempre più all'estero

Cresce la forte propensione delle imprese di Rimini all’internazionalizzazione che, al di là della congiuntura economica veramente critica, sta diventando sempre più un “must”

Cresce la forte propensione delle imprese di Rimini all’internazionalizzazione che, al di là della congiuntura economica veramente critica, sta diventando sempre più un “must”, una necessità per contrastare le difficoltà che presenta il nostro mercato interno. L’internazionalizzazione non viene più semplicemente intesa come potenziale strumento di ottimizzazione dei costi e della qualità di produzione, ma anche come possibile forma di diversificazione del mercato e del prodotto per aumentare volumi e fatturato.

Secondo i dati raccolti nell’indagine sul tema dell’internazionalizzazione realizzata da Confindustria in collaborazione con Banca Carim, risulta che delle 161 aziende associate, che hanno partecipato all’analisi, 147 hanno avuto nel 2012 contatti con l’estero (4 in più rispetto al 2011, 27 in più rispetto al 2010, 34 in più rispetto al 2009 ed esattamente 87 in più rispetto alla prima indagine del 2003).  

Un trend confermato anche dai dati Istat secondo i quali l’export della Provincia di Rimini, nel primo semestre del 2012, si attesta ad oltre 914 milioni di Euro, contro i circa 862 milioni dell’anno precedente. Un incremento del + 6 % che porta Rimini ad essere la seconda provincia, assieme a Ferrara, per aumento percentuale in tutta la Regione Emilia Romagna, precedute soltanto da Piacenza.
La percentuale sale analizzando i numeri dell’indagine congiunturale di Confindustria Rimini dove si evidenzia che l’export nel primo semestre del 2012 ha registrato una crescita del + 9,90% rispetto allo stesso semestre del 2011.

L’indagine export-internazionalizzazione rileva una diminuzione delle importazioni, a conferma dell’attuale contesto di crisi. Nella provincia di Rimini, sempre nel primo semestre dell’anno, si registra, infatti, un - 3% rispetto allo stesso periodo del 2011 (dati ISTAT). Anche per l’import la provincia si attesta al secondo posto, dopo Parma. In generale c’è una riduzione all’approvvigionamento di materie prime, risorse e competenze.

Per quanto riguarda le esportazioni, l’Europa Comunitaria (dei 27 Paesi Membri) continua ad essere la principale area di riferimento (80,3% del campione), per quanto in lieve decremento rispetto al 2011. Significativo è il trend positivo riguardante l’Europa dell’Est non Comunitaria (43,3% delle preferenze). Francia e Germania si confermano i paesi verso cui sono prevalentemente destinati i prodotti delle imprese riminesi, rispettivamente il 54,3% e il 50,4% delle aziende campione. Da segnalare il balzo al terzo posto della Russia interessata dalle esportazioni del 40,9% del campione, ben +12% rispetto all’incremento del 2011.

Prendendo in considerazione i paesi, ritenuti strategici dalle imprese per i prossimi tre anni, quello di maggior interesse ed in forte aumento è la Russia, segnalata dal 32 % del campione; seguono il Brasile (22,4% contro il 18,2% del 2011), la Cina (15,6% contro il 15% dello scorso anno), gli Stati Uniti (12,9% contro il 9,8% dello scorso anno). Da notare il forte calo di interesse per la Spagna che rispetto al 14,7% di preferenze dell’indagine 2011, quest’anno registra soltanto il 4,1% dei consensi.

Nel caso delle importazioni, in linea con i dati 2011, si conferma il netto predominio del binomio Europa Comunitaria ed Asia, che rispettivamente riforniscono il 72,9% ed il 50% delle imprese del campione che si dichiarano importatrici. La Germania si attesta come primo paese di approvvigionamento con il 41,7% delle preferenze, seguito a breve distanza dal mercato cinese con il 39,6% del campione, da Francia e Spagna (rispettivamente 22,9% e 16,7%).


Come traspare dal trend complessivamente positivo, è opportuno considerare che l’accesso a servizi di supporto in materia di internazionalizzazione viene ritenuto sempre più un elemento fondamentale per il successo delle attività al di fuori dei confini nazionali.
Di questo Confindustria Rimini è assolutamente consapevole e lo testimoniano le numerose iniziative ed i servizi messi a disposizione della propria base associativa con lo scopo di assisterla ed orientarla in una più efficiente e remunerativa attività di internazionalizzazione.  La conferma che Confindustria Rimini operi nella giusta direzione, si riscontra dall’aumento del grado di priorità assegnato all’attività di organizzazione di missioni all’estero da parte delle imprese (il 14,3% del campione).

I DATI

Considerando la particolare rilevanza nella struttura dell'economia di Rimini, l'analisi settoriale condotta si è concentrata sui seguenti quattro comparti: metalmeccanico, agroalimentare, abbigliamento e legno Per quanto concerne il Metalmeccanico, al questionario hanno risposto 52 aziende (il 35,4% del campione del questionario), che rappresentano il 47,7% del settore; il loro fatturato costituisce circa il 74,6% del fatturato complessivo del comparto. Francia e Germania sono i principali mercati di sbocco (70,8% e 62,5%), seguite da Spagna e Russia ( 47,9% ), Regno Unito e Belgio (39,6% e 29,2%). Al primo posto tra i paesi di importazione si attesta la Cina (50%), seguita da Germania ( 46,7%), Francia, Spagna e Svizzera (16,7%).

In merito all'agroalimentare, hanno risposto 20 aziende (il 13,6% del campione) il 66,7% del totale; il loro fatturato costituisce il 93,4% del fatturato complessivo del comparto. Germania e Francia si confermano i primi paesi di destinazione anche per il settore agroalimentare (rispettivamente al 62,5% e al 56,3%). Il settore è molto presente anche in Spagna, Regno Unito e Svizzera (37,5%). Per le importazioni, il settore acquista in primo luogo dalla Germania (46,7%), da Olanda (33,3%), Spagna e Francia (26,7%).

Sul fronte Abbigliamento/Tessile/Calzature al questionario hanno risposto 17 aziende (l’1,7% del campione), che rappresentano il 77,3% del settore; il loro fatturato costituisce circa l' 87,9% del fatturato complessivo del comparto.
Russia e Francia sono i primi tra i paesi di destinazione (62,5%), davanti a Germania (50%), Spagna e Cina (31,3%). Le importazioni vedono prevalere la Cina (60%), seguita a distanza da India e Hong Kong (26,7%) e Turchia (20%).

Infine Legno: al questionario hanno risposto 17 aziende (l’ 11,7% del campione), che rappresentano il 63% del settore; il loro fatturato costituisce l'86,8% del fatturato complessivo del comparto. Il principale paese di destinazione è la Francia (50%) seguito dalla Russia (42,9%) e Spagna (35,7%). Nelle importazioni, il settore si approvvigiona principalmente in Germania (54,5%), Cina, Francia e Romania (18,2%).


ATTIVITÀ COMMERCIALE DELLE IMPRESE
Per quanto riguarda le aziende esclusivamente esportatrici, dall’indagine è emerso un incremento moderato; mentre per le aziende esclusivamente importatrici si evidenzia una leggera flessione.
Quasi la metà del campione (48,9%) svolge parallelamente attività di import e di export; il 37,4% del campione solo export mentre il 13,6% del totale solo import. Rispetto al 2011 sono diminuite le importazioni e sono aumentate le aziende solo esportatrici.


PRINCIPALI OSTACOLI ALL'INTERNAZIONALIZZAZIONE
Molto significativo è il dato riferito al progressivo aumento degli ostacoli conoscitivi in valore assoluto. L’accesso alla finanza (agevolata e non) è un problema ancora molto avvertito dalle imprese e pertanto una esigenza sempre più rilevante per poter continuare e potenziare la propria attività all’estero. Un segnale, questo, dell’efficacia delle diverse misure di sostegno messe a disposizione dagli enti pubblici per supportare le imprese nell’accesso al credito e nel recupero di liquidità.

Aumentano, rispetto al 2011, le imprese che dimostrano di percepire in maniera maggiore gli ostacoli di tipo conoscitivo (76,2% del campione),  in particolare per l’Individuazione di partner stranieri (69,6% del campione). Seguono, come lo scorso anno, gli ostacoli strutturali e/o di servizio (50,3% in lieve aumento) identificati soprattutto nella complessità legate alle operazioni burocratiche nelle operazioni con l'estero (77% in crescita).

E ancora, gli ostacoli finanziari e/o di supporto (48,3% in aumento), come l’insufficienza degli interventi di assicurazione (56,3%), un forte aumento del dato riguardante l’inadeguatezza dei finanziamenti e delle risorse finanziarie (53,5%); gli ostacoli dimensionali (34%), con una completa inversione delle percentuali: in testa vengono segnalate l’inadeguatezza della dimensione aziendale (56% in forte crescita), a seguire le carenze organizzative interne (36% in aumento), le carenze finanziarie con il 34% e la scarsità di personale professionalmente adeguato (26% in leggero calo). Infine, per quanto riguarda gli ostacoli socio-economici e/o politici (19%), il campione avverte, come nel 2011, una relativa preferenza dei clienti per i prodotti nazionali (60,7% in aumento).

SERVIZI RITENUTI PRIORITARI DALLE IMPRESE
Sul trend del 2011 si nota che anche nel 2012 le imprese sono interessate a farsi supportare nell’approccio ai mercati esteri.
Il campione punta l’attenzione sul servizio di ricerca di partner stranieri (46,3%), sulle informazioni commerciali e di mercato e sulla legislazione doganale (43,5% in forte incremento), seguito dall’assistenza in materia contrattualistica e normativa estera (41,5% in forte aumento) e dalla formazione, orientamento ed assistenza in materia di commercio estero (37,4% in aumento). Molto importante ed in continua crescita, è la richiesta di un’assicurazione dei crediti all’esportazione che si attesta al 31,3%.

In generale, la forma di collaborazione maggiormente ricercata dalle imprese è quella commerciale, seguita dagli accordi di joint venture. Rispetto alle indagini degli anni precedenti, oltre al settore metalmeccanico, anche nei settori agroalimentari, abbigliamento/tessile/calzature e industria del legno, si rileva qualche collaborazione di tipo produttivo. In generale è meno utilizzata la forma di collaborazione in termini di accordi tecnici e/o formativi.

COLLABORAZIONI PER AREA GEOGRAFICA
Con riferimento alle aree geografiche in cui le associate hanno instaurato le collaborazioni attuali o passate, il primato è della Germania (23,2 %), seguita a ruota dalla Cina (18,8% in aumento), dalla Francia (20,3% in leggero calo) e dalla Russia (15,9 %).  Da sottolineare la forte riduzione delle collaborazioni in Spagna, che nel 2011 deteneva il primato e ora si attesta alla 5^ posizione (14,5%).
Anche Turchia (13 %), Regno Unito (11,6%), Stati Uniti e India (10,1%) risultano essere mercati interessanti, seguiti immediatamente da Romania (8,7%) e Belgio (7,2%).

PAESI DI INTERESSE NEL PROSSIMO TRIENNIO
Estremamente  significativo è il dato riguardante i paesi verso i quali le imprese intendono rivolgersi nel prossimo triennio. Il 32% del campione analizzato ha attribuito il primo posto alla Russia, a seguire Brasile (22,4%), Cina (15,6%), Stati Uniti (12,9%), Arabia Saudita (11,6%), Germania (10,9%), India (9,5%), Francia (8,8%), Emirati Arabi Uniti (8,2%), Turchia (7,5%).
Questi dati evidenziano l’attuale situazione economico-finanziaria che coinvolge l’Eurozona: infatti Germania e Francia si posizionano rispettivamente soltanto al sesto ed all’ottavo posto della classifica.

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