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Economia

Primi timidi segnali di ripresa nel comparto delle pietre per la gioielleria

Per la prima volta dal 2011 l’Osservatorio Assogemme evidenzia dei dati positivi, specie sulle previsioni di uscita dalla crisi cui è stato dedicato un approfondimento

Primi timidi segnali di ripresa nel comparto delle pietre per la gioielleria: è questo - nonostante la crisi morda ancora - il dato più eclatante che emerge dall’annuale analisi dell’ Osservatorio Assogemme (a cura dell’istituto di ricerca Quaster) sull’andamento e il sentiment economico. Per la prima volta dal 2011 l’Osservatorio Assogemme evidenzia dei dati positivi, specie sulle previsioni di uscita dalla crisi cui è stato dedicato un approfondimento.

Il fatturato 2013 segna un lieve miglioramento, ma lo stato di difficoltà è ancora evidente: il 51,0% delle imprese ha registrato un calo. Il fatturato estero è valso un 19,3% del totale e per il 2014 si prevede un aumento di 0,8 punti percentuali, con un sentiment per il 2014 che migliora decisamente al crescere dell’incidenza percentuale del fatturato estero.

Sul fronte dell’innovazione l’indice di attività aumenta, segno di una costante ricerca di soluzioni per la competitività del comparto; gli aspetti su cui si concentrano maggiormente gli sforzi innovativi delle imprese sono lo sviluppato di nuovi prodotti (52,9%), il miglioramento dei processi e l’organizzazione interna (52,9%), dei prodotti (51,0%) e dei servizi (51,0%). Quasi il 25% delle imprese che hanno evidenziato almeno un segnale positivo di ripresa lo attribuisce alle azioni del Governo Renzi.

“In questo momento è importantissimo alimentare l’ottimismo  - afferma Paolo Cesari, presidente di Assogemme – perché i segnali negativi sono ancora forti e il clima di sfiducia tra le imprese ha effetti peggiori dei segnali oggettivi del mercato; si pensi che due imprese su tre indicano come principale segnale negativo il pessimismo tra gli operatori di  comparto e solo al secondo posto, come segnale negativo, è indicato il calo della domanda nazionale”. “Le imprese fiduciose nel Governo, tuttavia – prosegue Cesari – avvertono quanto il peso e la responsabilità ricadano sulle loro azioni e che un ritorno ai fatturati pre crisi potrà avvenire soltanto con un nuovo sviluppo dell’industria orafa e del gioiello”.

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