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Economia Riccione

"Riccione Smart City", arriva un progetto

"Per la Città di Riccione l'idea della Digital Smart City è intesa come un modello di città basato sulla combinazione di sei principali direttrici

“Per la Città di Riccione l’idea della Digital Smart City è intesa come un modello di città basato sulla combinazione di sei principali direttrici: economia (che per noi significa prevalentemente turismo), cultura, ambiente, mobilità, cittadinanza attiva, governance, tutte caratterizzate da un adeguato grado di “intelligenza”, intesa come un mix di capacità ed attività che ha come cuore pulsante i cittadini, non più visti come un’audience massificata e standardizzabile, ma piuttosto come singoli individui indipendenti, consapevoli e capaci di utilizzare al meglio il loro potere decisionale”. Il sindaco Massimo Pironi, risponde all'interpellanza del consigliere Davide Rosati.

Questo approccio, fondato sulla centralità del cittadino, prevede la progressiva trasformazione della città in sistema intelligente, partendo naturalmente dalle infrastrutture già presenti sul territorio. Ciò significa concretamente digitalizzare e connettere sistemi in modo da rilevare, catturare e gestire in modalità integrata tutte le informazioni real-time disponibili nel territorio. L’elaborazione e la ridistribuzione delle informazioni consentiranno ai cittadini di fruire di una serie di servizi di assistenza e di informazione in tempo reale attraverso l’utilizzo di dispositivi mobili, con particolare attenzione agli anziani e alle persone in difficoltà, ma anche ai turisti e agli operatori pubblici e privati.

“In questa “fase” - spiega il primo cittadino - entrano in gioco gli “oggetti”: non sono più solamente i computer a possedere un indirizzo Ip. Quali sono questi oggetti? Sicuramente tutti i punti di interesse territoriale (beni e istituti culturali, luoghi di svago, strutture sportive, ecc) che una volta "taggati” diventano capaci di comunicare con turisti e fruitori; ma anche tutti quegli oggetti d’uso comune che se “attivati” possono semplificare la vita del cittadino e fornire informazioni alle amministrazioni (si pensi ad esempio agli zainetti degli scolari che “comunicano” alla mensa scolastica la presenza di un bambino a scuola; telefonini che diventano “telepass” nei varchi ZTL ecc.) Sensori, attuatori e tag RFId costano dai pochi centesimi ai pochi euro ciascuno: l’obiettivo dell’Amministrazione è “metterli in rete”.


Per ottenere quanto sopra esposto è necessario avviare un progetto di innovazione organizzativa e innovazione tecnologica predisponendo il relativo programma di attuazione. “A fronte di tali obiettivi, si pone in evidenza che sono presenti all’interno del Comune e negli enti ad esso collegati, competenze, capacità progettuali e progetti, sia sul versante organizzativo che su quello tecnologico (valore ed esperienza delle persone ed infrastruttura tecnologica) che consentono di procedere rapidamente nell’attuazione dell’innovazione a tutto vantaggio dell’utenza e della valorizzazione delle risorse umane del Comune. Un importante esempio di smart city partecipata è rappresentato dalla possibilità di promuovere la disponibilità, sia per il Comune che per i soggetti esterni interessati, dei dati prodotti dalla struttura comunale nell’ambito della normale operatività quotidiana”.

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