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Ricerca e innovazione chiave per la competitività, Gnassi: "Rimini fatica ad assorbire i laureati"

"Rimini - ha affermato Gnassi - da sempre ha un rapporto contraddittorio con questo termine. Da un lato ha costruito un sistema dell'accoglienza unico e dunque creativo. Dall'altro però è tra gli ultimi territori in regione per assorbimento di laureati".

"Dalla crisi si esce non arretrando ma investendo e l'investimento più efficace è quello in innovazione". E' quanto ha affermato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, intervenendo al convegno su "Ricerca e Innovazione", che si è svolto giovedì pomeriggio al centro congressi SGR. "Rimini - ha aggiunto il primo cittadino - da sempre ha un rapporto contraddittorio con questo termine. Da un lato ha costruito un sistema dell'accoglienza unico e dunque creativo. Dall'altro però è tra gli ultimi territori in regione per assorbimento di laureati".

Secondo Gnasi, "il tessuto socioeconomico riminese ha il dovere, e soprattutto la convenienza, di sviluppare un investimento organico sull'innovazione e sulla tecnologia. E se c'è chi sostiene che ciò è complesso in un panorama dominato dalla piccola e media impresa con minore capacità di investimento per la sua dimensione, io rispondo che l'investimento va fatto sulle reti d'impresa, su un unione di forze economiche che si mettono assieme perché, alla fine, questa è la strada più efficace per uscire dalla crisi".

"Capacità di ricerca e innovazione dettano il passo dello sviluppo economico di un territorio e certamente Rimini è terra d’intrapresa diffusa, d’iniziativa, di creatività - ha sottolineato Massimo Pasquinelli, Presidente Fondazione Carim -. Innovazione e internazionalizzazione da un lato, ma anche capacità di creare reti, devono quindi accostarsi in maniera sempre più organica alla nostra Università per accelerare un processo di sviluppo da rimettere in moto. In questo quadro, è necessario il sostegno del comparto economico perché il Campus di Rimini possa maturare quale luogo della ricerca e dell’innovazione".

"La Fondazione - ha aggiunto Pasquinelli - ha scelto di investire fortemente per rendere possibile e virtuoso questo dialogo. Le imprese che credono nell’innovazione debbono poi trovare attenzione e sostegno finanziario da parte delle banche, le quali debbono tornare ad accompagnare le aziende in questo percorso competitivo. È necessario che si ricrei un clima di fiducia reciproca, un rapporto tra partners e non tra controparti. L’indagine commissionata da Unindustria è un esempio positivo, in quanto evidenzia le potenzialità di una sinergia tra soggetti complementari del territorio".

Secondo Leonardo Cagnoli, presidente Uni.Rimini Spa, "è particolarmente significativo per noi partecipare a questa iniziativa  in primis perché l’Indagine testimonia che l'integrazione operativa che da tempo Uni.Rimini, con tanti altri partner pubblici e privati sta costruendo tra sistema locale delle imprese e mondo della ricerca scientifica universitaria, sta già dando i suoi frutti. L'augurio è che 'incroci' come questo possano diventare una prassi. Ci piace evidenziare, in secondo luogo, come dalla ricerca  medesima emerga che le imprese più in salute siano quelle che innovano e si impegnano nell'internazionalizzazione: il Campus di Rimini e Uni.Rimini S.p.A., investendo in maniera importante nell'attivazione di lauree triennali e magistrali in lingua inglese, stanno percorrendo la stessa strada, con grandi ed importanti risultati. Siamo infatti convinti che siano queste due le leve decisive per consentire alle nostre imprese di avere un futuro stabile e positivo, ma anche ai nostri studenti di poter emergere a livello nazionale ed internazionale, portando il know how dell'Alma Mater e il nome di Rimini nel mondo".

"Se vogliamo uscire dalla profonda crisi che ci sta colpendo, una delle principali strategie è quella di puntare sull’innovazione e sui giovani: in altre parole sul nostro futuro - ha evidenziato Paolo Maggioli, presidente Unindustria Rimini -. E' in questo quadro università e imprese devono ancora di più collaborare superando tutti gli ostacoli che magari involontariamente in questi anni si sono frapposti. Lo scorso anno, appena iniziato il mio mandato, avevo indicato nell’export/internazionalizzazione e nell’innovazione/ricerca i focus della mia attività nel biennio. La nostra convinzione è che innovazione/ricerca e export/internazionalizzazione siano due facce della stessa medaglia e senza l’una non può svilupparsi l’altra. Infatti, l’innovazione non subisce la crisi economica, è la medicina per combatterla. Malgrado la crisi,  l’innovazione è viva e vegeta".

"Ed è con questa convinzione che abbiamo realizzato l'indagine con l'università avviando un percorso di ricerca che ci impegniamo a proseguire. Inoltre, vorremmo condividere con altri partner un'iniziativa che conduca alla stesura di un protocollo d’intesa che coinvolga insieme a noi i principali attori come banche, università, Camera di commercio, tutti impegnati in un percorso per supportare le imprese nel loro difficile, ma indispensabile, percorso di innovazione", ha concluso.

Paola Giuri, professoressa del dipartimento di Scienze Aziendali Università di Bologna Campus di Rimini, ha precisato "che le imprese della provincia di Rimini attive nei mercati internazionali sono anche quelle che introducono più innovazioni di prodotto, di processo o di marketing. Queste innovazioni sono necessarie per offrire prodotti o servizi innovativi in contesti altamente competitivi e per adattarli alle caratteristiche e preferenze dei clienti nei diversi Paesi in cui operano. Le imprese internazionalizzate sono anche quelle che riescono ad ottenere maggiori ricavi dalle innovazioni nei prodotti o nei servizi.”

L'assessore regionale alla Scuola, Formazione Professionale, Università e Ricerca, Lavoro, Patrizio Bianchi, ha evidenziato che "per valorizzare il nostro sistema industriale serva l’internazionalizzazione. In questa fase è necessaria la collaborazione di tutti per sostenere il rilancio degli investimenti, punto fondamentale per la crescita. Lo sforzo collettivo che dobbiamo compiere, insieme tra istituzioni e imprese, è quello di riposizionare l’Emilia-Romagna in ambito europeo e globale, valorizzando proprio le capacità di ricerca e le risorse umane presenti nel nostro tessuto produttivo".

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