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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Crescono le imprese straniere con l'Albania in testa: "Dinamismo imprenditoriale"

L'analisi della Camera di Commercio: "L'aumento delle attività straniere è un fenomeno consolidato e in costante crescita"

Crescita annua delle imprese straniere attive, solo lievemente inferiore all’incremento regionale e in linea con la variazione positiva nazionale. L’aumento riguarda tutti i principali settori economici: costruzioni, commercio, manifatturiero, alloggio e ristorazione, trasporti, servizi alle imprese e alle persone. Ottimi anche i risultati nel medio periodo nonché la performance delle società di capitale. 

Crescono le imprese straniere attive nella provincia di Rimini. E' il dato che emerge dal focus realizzato dalla Camera di Commercio. "L’aumento delle imprese straniere è un fenomeno consolidato e in costante crescita, dimostrando un dinamismo imprenditoriale che ha certamente ricadute positive sul nostro tessuto economico – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. Occorre, inoltre, tenere conto che il lavoro in generale, ma ancora di più quello autonomo favorisce l’integrazione e la coesione sociale e ciò può essere letto solo in termini positivi per il territorio. Naturalmente, è anche un fenomeno complesso, che richiede un monitoraggio costante e azioni che, da una parte sostengano gli imprenditori stranieri nell’accesso e nell’esercizio della loro attività e, dall’altro lato, garantiscano il rispetto delle regole e della legalità da parte di tutti”

Lo scorso 31 dicembre in provincia di Rimini si contavano 4.264 imprese straniere attive che costituiscono il 12,5% del totale delle imprese attive (12,3% in regione e 10,7% a livello nazionale). Nel confronto con il 31 dicembre 2018 si riscontra un aumento delle imprese straniere dell’1,8%, inferiore all’incremento regionale (+2,4%) e sostanzialmente in linea con la variazione positiva nazionale (+1,9%). Buona anche la crescita nel medio periodo: +13,4% rispetto al 31 dicembre 2014.

I principali settori economici risultano, nell’ordine: Commercio (34,2% delle imprese straniere), Costruzioni (30,5%), Alloggio e ristorazione (10,4%), Industria Manifatturiera (5,2%), Altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (4,1%) e Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (3,9%). In riferimento a questi, la crescita annua più alta registrata riguarda le Altre attività di servizi con un +8,6%; seguono l’Alloggio e ristorazione (+3,3%), il Manifatturiero (+1,4%), le Costruzioni (+1,2%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (+1,2%) e il Commercio (+0,9%).

I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese straniere sul totale delle imprese attive sono le Costruzioni (26,9%), il Commercio (16,8%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (15,0%) e Trasporti (13,8%). Riguardo alla natura giuridica, prevalgono nettamente le imprese straniere individuali (78,2% del totale), seguite dalle società di capitale (13,3%) e società di persone (7,8%); nel confronto con l’anno precedente, crescono sia le imprese individuali (+0,5%), sia, soprattutto, le società di capitale (+13,5%) mentre calano le società di persone (-1,8%).

In un contesto di analisi territoriale, si evidenzia come più della metà delle imprese straniere provinciali si trova nel comune di Rimini (55,8%), classificato come “Grande centro urbano”; buona anche la presenza nei comuni di Riccione (9,8%), Bellaria Igea Marina (6,4%), Santarcangelo di Romagna (3,8%) e Coriano (1,5%), ossia nei cosiddetti “Comuni di cintura” (totale 21,5%), e di Cattolica (5,1%), Misano Adriatico (3,6%) e San Giovanni in Marignano (1,8%) (”area del Basso Conca”, totale 10,5%). Ad essi vanno aggiunti i comuni di Morciano di Romagna (2,0%), Montescudo-Monte Colombo (1,5%) e San Clemente (1,4%) (Valconca), Verucchio (2,1%) e Novafeltria (1,3%) (Valmarecchia).

In merito, infine, alle nazionalità, i principali Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri sono, rispettivamente, l’Albania (644 imprese), la Romania (360), il Bangladesh (349), la Cina (309) e il Marocco (155); in termini di incidenza percentuale, i suddetti Paesi raggiungono il 54,5% del totale straniero.

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