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Economia

Crisi del settore edilizio: per Unindustria non si vede la luce in fondo al tunnel

Dimezzate aziende e lavoratori del settore, se ne discute al convegno "Ance Rimini incontra il piano strategico per promuovere la ripresa delle imprese"

Nel Paese la situazione delle costruzioni è ancora in una fase difficile. Se  per altri settori come il manifatturiero e i servizi, come preannunciato dal Centro Studi di Confindustria, si parla di primi segnali positivi ancora in attesa di conferme, per l’edilizia mancano previsioni di ripresa della crescita.  Un quadro che si vede anche nella provincia di Rimini. Dai dati della Cassa Mutua Edile di Rimini emerge che le aziende iscritte sono passate dalle 788 del 2008 alle 457 del 2014 con un calo del 42,01%. Il lavoratori sono diminuiti del 47,31% (4.572 nel 2008, 2.409 nel 2014). Ancora più impressionante il dato riguardante la massa salari: nel 2008 37.408.998 €, nel 2014 19.728.818 € con calo percentuale del 47,26.
Il 2015 sarà ancora peggiore del 2014: nel 1° semestre 2015 i lavoratori calano a 1.663 con un ribasso percentuale del 20,7% rispetto al 1° semestre 2014. La drammaticità di questi numeri però riguarda il fatto che dietro di loro ci sono migliaia di famiglie che sono passate da una prospettiva di vita sicura ad una piena di incertezze e di precarietà. Senza dimenticare la filiera con le numerose aziende dell’indotto, che sta patendo una crisi analoga a quella dell’edilizia mettendo a rischio svariate imprese, migliaia di lavoratori e altrettante famiglie.

Ma non per questo bisogna arrendersi. Per salvare, far crescere e sviluppare le nostre imprese occorre partire dalle opportunità che offre il mercato. Opportunità che si presentano tenendo lo sguardo rivolto al futuro senza attardarsi, invece, a rimuginare su di un passato che tante soddisfazioni ha dato al settore, ma che è stato travolto dal cambiamento epocale che sta attraversando l’economia mondiale.

Da questa considerazione nasce il tema dell'Assemblea Ance Rimini 2015: "Ance Rimini incontra il piano strategico per promuovere la ripresa delle imprese". L'Assemblea che si svolge oggi mercoledì 3 giugno (ore 17 Seduta Pubblica) nella sede di Ance Rimini-Unindustria Rimini, vuole, infatti, essere l'occasione di confronto proprio sulle possibilità presentate dal Piano Strategico. A dialogare con gli imprenditori, Ulisse Pesaresi Presidente Ance Rimini, Maurizio Ermeti Presidente Forum Rimini Venture per il Piano Strategico, Filippo Boschi Piano Strategico, Gabriele Buia Vice-Presidente Ance Nazionale. L'intenzione degli imprenditori del settore, da una parte è quella di affermare nei confronti dell’amministrazione che se il piano strategico metterà in gioco opportunità che abbiano un piano economico industriale che sia sostenibile e riservi il giusto margine per chi investe le imprese sicuramente ne trarranno spunto per le loro attività; dall’altra sottolineare ancora una volta che il paradigma dello sviluppo è cambiato e che le occasioni da cogliere sono quelle che si proiettano in una visione futura di crescita sostenibile.

Siamo tutti convinti che l'utilizzo del suolo con le modalità avvenute in passato non sia più sostenibile, ma attenzione sul concetto di utilizzo zero del suolo: è una partita molto delicata da soppesare con grande attenzione per le conseguenze che può avere. Posta questa premessa, si deve valutare che la rigenerazione del territorio e le ristrutturazioni siano i campi che dovranno interessare maggiormente le nostre imprese senza escludere però il “costruito nuovo” che rimarrà tra le attività importanti anche se con percentuali di attività più marginali. Quando si pensa alla rigenerazione urbana e alle ristrutturazioni, per la peculiarità dell’economia del nostro territorio, che vede nell’industria del turismo una parte cospicua della sua attività, non si può non immaginare l’ammodernamento del nostro contesto urbano, dei nostri alberghi, del centro storico e la fludificazione della viabilità. 

Dopo tanta attesa pare che il provvedimento del Comune “Rinnova Rimini” anticipi in parte alcune opportunità senza dover aspettare l’approvazione degli altri strumenti urbanistici (PSC e RUE). E con l’individuazione di date ormai prossime, alcuni mesi, per l’approvazione del PSC e RUE speriamo che arrivino presto quelle condizioni di certezza normativa che possono aprire aspettative e opportunità alle nostre imprese, ma soprattutto occasioni di lavoro e di crescita dell’occupazione.

"Il nostro auspicio - spiegano - è che non si vanifichino le buone intenzioni di questi provvedimenti in particolare il “Rinnova Rimini”, con la richiesta di attenersi pedissequamente a tutte le altre norme e regolamenti, che in alcuni casi non sono conformi alle semplificazioni che tutti auspichiamo, vanificandone così di fatto l'applicazione. E’ importante giungere al più presto ad un chiarimento sui cambiamenti di destinazione d’uso, non compresi nel Rinnova Rimini, e mettere mano, diminuendoli, agli oneri di costruzione e a quelli delle monetizzazioni. Ci aspettiamo che la burocrazia diventi facile e trasparente, ossia amica delle imprese. E che si aprano veramente opportunità effettive di sviluppo". 

Opportunità che ovviamente ci devono essere anche a livello nazionale e regionale per un settore che In Italia complessivamente, dall’inizio della crisi, ha perso il 32% di investimenti, pari a 64 miliardi di euro, e le previsioni per il 2015 sono un ulteriore calo del 2,4%. Dall’inizio della crisi i posti di lavoro persi sono 800mila. Quasi 16mila le imprese di costruzione fallite dal 2009 al 2014. Ad appesantire la situazione alcuni fattori.  Opere pubbliche vittime dell’austerità: anche nel ddl Stabilità 2015 continua il calo degli stanziamenti dello Stato negli investimenti pubblici: -11%. Mentre dal 1990 ad oggi le spese correnti sono aumentate del 34%, quelle per nuove infrastrutture sono crollate del 66%. Casa, allarme fiscalità: i primi spiragli di ripresa nell’immobiliare (compravendite + 2,2% nei primi nove mesi del 2014) rischiano di essere affossati da un fisco oppressivo. Dal 2011 impennata delle tasse sulla casa. Dai 9 miliardi dell’Ici ai 24 miliardi del combinato Imu + Tasi: 15 miliardi sottratti dalle tasche dei contribuenti.

Per far partire il settore, quindi, ci vogliono alcune azioni che solo il governo nazionale in modo coordinato con le Regioni e i Comuni, può mettere in campo.  Fra queste, solo per fare qualche flash: aumentare gli investimenti, ridurre il carico fiscale sugli immobili, rivedere le regole del mercato specialmente negli appalti affinché in trasparenza ogni impresa che abbia i requisiti possa concorrere, rivedere le regole dell’urbanistica affinché ci sia la certezza del diritto.

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