Romagna Acque vede calare i consumi a causa del Covid, pronte nuove opere strategiche
Il volume di vendita 2020 è stimato in 109 mln/mc di acqua, registra un decremento sul budget di circa 4,5 milioni di metri cubi e di 2,5 milioni sui volumi venduti nel 2019
L'assemblea dei soci di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa - riunita in modalità da remoto - ha approvato all’unanimità il preconsuntivo di bilancio 2019 e il budget previsionale 2020. L’Italia, come il resto del mondo, chiude il 2020 con tutte le difficoltà, i problemi e le incognite poste da un’emergenza sanitaria senza precedenti; il Covid-19 oltre a minare la salute della popolazione mondiale ha generato crisi economiche e sociali le cui conseguenze sono pesantissime nel presente e per gli anni futuri. La società stessa ha pagato un prezzo altissimo: la scomparsa per Covid del direttore generale, Andrea Gambi, lo scorso 23 marzo. Dall’1 gennaio entrerà in carica il nuovo direttore generale, Giannicola Scarcella. Utilitalia, la Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dei rifiuti, del gas e dell’energia elettrica – e a cui aderisce anche Romagna Acque - ha raccolto 1.470 progetti per un valore di 17,4 miliardi affinché il mondo delle utility possa contribuire con il sostegno del Recovery Fund alla ripresa del paese; si stima che tali investimenti possano avere un impatto potenziale sul PIL del +1,02% ed effetti positivi sull’occupazione pari a 234mila nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda in specifico l’ambito di interesse di Romagna Acque, si rilevano aspetti positivi legati all’alto livello di investimenti che il settore idrico ha raggiunto in molte parti del paese: grazie all’attività, accorta ed efficace, condotta da ARERA dal 2012 e alla constatazione che la regione Emilia-Romagna è una delle regioni con il più alto stock pro capite di infrastrutture idriche e con livelli di servizio decisamente buoni.
Per Romagna Acque, il volume di vendita 2020 è stimato in 109 mln/mc di acqua, registra un decremento sul budget di circa 4,5 milioni di metri cubi e di 2,5 milioni sui volumi venduti nel 2019. La contrazione delle vendite è principalmente da ricondurre alla situazione emergenziale Covid-19: già nel primo semestre la riduzione dei volumi venduti rispetto al budget era di oltre 3,2 milioni al metro cubo. Il livello di invaso prossimo alla tracimazione a dicembre 2019 e l’andamento idrologico dei primi mesi del 2020 hanno permesso soprattutto nella prima parte dell’anno una produzione da Ridracoli estremamente favorevole. Tenuto conto dei bassi apporti nella seconda parte dell’anno, il volume ad oggi invasato presso la diga di Ridracoli impone una riduzione del prelievo da tale fonte, con necessità di più incisive integrazioni sia dalle fonti locali di falda che dell’acqua derivata del Po, trattata presso l’impianto di Bassette di Ravenna (si evidenzia che è in corso la manutenzione degli impianti del Canale Emiliano Romagnolo, che impone limitazioni al volume disponibile per la produzione dall’impianto di Standiana).
Il preconsuntivo 2019 quantifica un valore della produzione di 56,8 milioni di euro, con un decremento di 1,9 milioni rispetto al budget. Il risultato prima delle imposte è di 7,8 milioni euro, superiore al budget di 1,6 milioni di euro, e pari a circa il 13,7% del valore della produzione. Il budget 2020 individua un valore della produzione di euro 58, 6 milioni di euro, con un utile di esercizio previsto in 4,8 milioni di euro. Si confermano inoltre le rinunce tariffarie proposte da ATERSIR ed accettate da Romagna Acque, che alla luce della determina ARERA 918/2017, incidono con effetti diretti sul Conto Economico del 2019 per 3,7 milioni di euro (oltre a 2,2 milioni con effetto finanziario). Il dato aggregato del periodo 2020-2023 registra rinunce per complessivi 17,2 milioni di euro (10,9 per rinuncia al time lag e decurtazione di oneri fiscali, e 6,3 per non applicazione del FONI).
I nuovi obiettivi generali della pianificazione sono orientati a dare adeguata risposta agli aspetti di sicurezza dell’approvvigionamento idrico: nel triennio 2021-2023 si prevede un valore di investimenti infrastrutturali di oltre 38 milioni di euro. Tra le opere previste nel Piano 2020-2023, in provincia di Rimini c'è la condotta Casone-Torre Pedrera. Un investimento strategico che consentirà di raggiungere una pluralità di obiettivi: interconnessione fra le principali fonti di approvvigionamento; potenziamento delle capacità distributive dell’intera rete di adduzione dell’Acquedotto della Romagna (nelle zone costiere ma anche nell’entroterra); maggior garanzia di continuità di erogazione del servizio anche in presenza di situazioni critiche o rottura; maggiore uniformità nella qualità della risorsa distribuita. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica di prima fase prevede un quadro di spesa di 79,9 milioni; per accelerare i tempi complessivi della realizzazione dell’opera è stata anticipata l’esecuzione di tutte quelle attività che consentiranno di svolgere più velocemente ed efficacemente le fasi della progettazione. Si prevede che la gara possa essere avviata nel secondo semestre del 2021. La condotta San Giovanni in Marignano – Morciano: ò’opera, del valore di 6,9 milioni, consentirà il collegamento diretto all’Acquedotto della Romagna dei due comuni dell’area riminese e un miglioramento del funzionamento impiantistico; i lavori sono stati consegnati a settembre 2019, ma il cantiere ha subito nella prima parte dell’anno importanti ritardi dovuti all’emergenza COVID-19. Successivamente i lavori sono stati riavviati e si stanno svolgendo con regolarità.
A metà ottobre, la società ha presentato all’assessorato regionale all’Ambiente i risultati di una ricerca, coordinata dal professor Brath del Dicam, dedicata alla possibile progettazione di nuovi invasi in Romagna: per affrontare, nel lungo periodo, problemi di siccità dovuti ai cambiamenti climatici. Una proposta che non solo è stata registrata con interesse dall’assessore Priolo, ma ha visto nelle settimane successive ulteriori approfondimenti durante nuovi incontri, e significative aperture territoriali. In particolare, sul tema sono tornati sia il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli, che il neopresidente di Confcooperative Romagna, Mauro Neri, dedicandovi passaggi significativi delle loro relazioni alle rispettive assemblee. Il tema sarà certamente fra i principali anche per quanto riguarda la discussione da portare avanti nel corso del 2021.