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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

La Romagna più forte della crisi, cresce la produzione industriale e meno ore di cassa integrazione

La Camera di commercio della Romagna ha tenuto l’annuale presentazione del Rapporto sull’Economia con tutti i dati su un territorio che si conferma in salute

La Camera di commercio della Romagna ha tenuto l’annuale presentazione del Rapporto sull’Economia, che si è svolta sia in presenza, nella sala Zambelli della sede di Forlì, sia in diretta live streaming, e che è stata realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. L’ormai tradizionale appuntamento, è un importante momento di condivisione delle performance del territorio e delle strategie per il suo sviluppo e la sua attrattività e competitività con i principali attori della governance e con la comunità territoriale.

Moderato da Simona Branchetti, giornalista e scrittrice, il programma dei lavori sì è aperto con i saluti di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, e Maurizio Gardini, presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

Il quadro economico

Nel 2022 nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), si sono registrati numerosi indicatori in terreno ampiamente positivo nonostante un anno caratterizzato da difficoltà straordinarie e impreviste: aumento delle imprese e delle localizzazioni, con livelli particolarmente elevati di imprenditorialità; netto incremento del valore aggiunto; miglioramento delle principali variabili relative al mercato del lavoro (occupazione e disoccupazione); riduzione delle ore autorizzate di Cassa integrazione; crescita della produzione industriale maggiore del trend regionale; aumento sostenuto delle esportazioni; buon incremento delle presenze turistiche.

Secondo gli scenari Prometeia aggiornati a gennaio 2023, nel complesso, l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato al 4,0%, rispetto al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale in un contesto generale nel quale le performance del nostro Paese sono state migliori di quelle medie dell’Area Euro.

Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le prospettive per il 2023 indicano un aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,5% (+0,5% anche per Emilia-Romagna, +0,4% per l’Italia).

L’analisi dettagliata

Il territorio della Camera di commercio della Romagna, ovvero le due province di Forlì-Cesena e Rimini, è sempre stato caratterizzato da una realtà imprenditoriale articolata, intraprendente e dinamica, che occupa un posto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo regionale e nazionale. Accanto, infatti, a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,5% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore.

In particolare, il territorio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si caratterizza per una diffusa imprenditorialità, con 98 imprese attive ogni mille abitanti (Emilia-Romagna: 90, Italia: 87). Le elaborazioni, effettuate al 31 dicembre 2022, riportano 100.741 localizzazioni (sedi e unità locali) registrate, di cui 90.327 attive; le imprese (sedi) registrate sono 81.501, di cui 71.657 attive. Nel confronto con il 31 dicemvre 2021 si riscontra una crescita, sia delle localizzazioni attive (+1,0%) sia delle imprese attive (+0,6%), in controtendenza alle dinamiche negative regionali (rispettivamente, -0,3% e -0,8%) e nazionali (nell’ordine, -0,2% e -0,7%). Tali variazioni comprendono i due Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio che a fine 2021 si sono uniti alla provincia di Rimini; al netto di tale componente esogena, la crescita delle localizzazioni attive sarebbe stata dello 0,7% e quella delle imprese attive pari a +0,2%. In termini di numerosità, assumono particolare rilievo le imprese artigiane attive (21.711 unità a fine anno), pari al 30,3% del totale (31,1% in regione, 24,7% a livello nazionale), con un incremento dell’1,2%; in crescita anche le imprese femminili (+0,8%, 21,3% del totale), le imprese straniere (+5,7%, 12,5%) e quelle giovanili (+2,0%, 6,9%).

Tra i settori di attività economica maggiormente significativi in termini di numerosità di imprese, il Commercio, che costituisce il 22,8% delle imprese attive, risulta in flessione annua (-1,0%), mentre il settore delle Costruzioni aumenta il proprio numero di imprese attive (+3,6%) e rappresenta il 15,6% del totale. Le imprese dell’Agricoltura, comparto caratterizzato da dinamiche e specificità particolari, che rappresentano il 12,0% delle imprese attive totali, sono diminuite dello 0,8%. A seguire, per incidenza, il settore “Alloggio e ristorazione” (10,4% sul totale), anch'esso in flessione (-0,7%). Il Manifatturiero, poi, che costituisce l’8,3% delle imprese, risulta sostanzialmente stabile (+0,1%) mentre le Attività immobiliari (8,2% del totale) registrano un aumento dell'1,8%. Si segnala, inoltre, la dinamica positiva dei settori “Altre attività di servizi” (incidenza del 4,6%, +0,6% annuo), “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (incidenza del 3,9%, con una crescita del 4,1%) e del comparto dei Servizi di supporto alle imprese (tra cui noli e agenzie di viaggio), con un peso del 3,1% e dinamica del +2,7%. In diminuzione infine, dell'1,2%, le imprese del settore “Trasporto e magazzinaggio”, che incidono per il 3,0% del totale provinciale.

Con riferimento alla forma giuridica, più della metà delle imprese attive (il 54,2%) risulta costituita come impresa individuale, stabile rispetto al medesimo periodo del 2021; seguono le società di persone (22,0%), in flessione dell’1,1%, e le società di capitale (21,6%), in aumento del 4,2%.

Mercato del lavoro

I principali indicatori Istat del mercato del lavoro, per l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), riportano i seguenti risultati nel 2022, in termini di media annua: tasso di attività (15-64 anni) pari al 71,6% (71,7% nel 2021), inferiore al dato regionale (73,5%) e maggiore di quello nazionale (65,5%); tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 67,7% (67,0% nel 2021), minore del dato regionale (69,7%) ma superiore alla media nazionale (60,1%); tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) pari al 5,1% (6,3% nel 2021), in linea con quello dell’Emilia-Romagna (5,0%) ma migliore del dato Italia (8,1%); tasso di disoccupazione (15-24 anni) pari al 19,2% (23,0% nel 2021), più alto rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (17,3%) ma inferiore al dato Italia (23,7%).

Nel territorio Romagna, nel periodo gennaio-dicembre 2022, sono state autorizzate 5,9 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, di cui l’81,0% di tipo ordinario, il 14,4% straordinario e il 4,6% in deroga; ben l’83,6% delle ore autorizzate ha riguardato il settore manifatturiero, il 4,4% i trasporti, il 4,2% le costruzioni e il 3,5% commercio. In termini di confronto annuo, si assiste ad una decisa diminuzione delle ore di CIG autorizzate (-72,8%), inferiore, comunque, a quella regionale (-76,9%) e nazionale (-73,8%); nello specifico, il calo ha interessato tutte e tre le tipologie di CIG (ordinaria: -65,7%, straordinaria: -10,7%, in deroga: -96,0%).

Nel 2022 le esportazioni del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono state pari a 7.550 milioni di euro, con un incremento del 13,2% rispetto al 2021, inferiore alla variazione regionale (+14,6%) e nazionale (+20,0%). Nello specifico, aumentano le esportazioni dei principali prodotti: +7,2% i macchinari e gli apparecchi meccanici (20,4% del totale), +7,3% i prodotti tessili, dell’abbigliamento e delle calzature (13,0%), +35,3% i mezzi di trasporto (10,8%), di cui +35,7% le navi e imbarcazioni (9,5%), +7,2% i prodotti in metallo (10,4%), +22,3% i prodotti alimentari e le bevande (8,4%), +6,6% gli apparecchi elettrici (6,8%), +18,5% gli articoli in gomma e materie plastiche (5,8%), +8,1% i mobili (5,8%), +3,5% i prodotti dell'agricoltura (5,7%) e +4,3% gli articoli sportivi (4,1%). I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (12,0% del totale), gli Stati Uniti (11,9%), la Germania (10,2%), il Regno Unito (6,1%), la Spagna (4,6%), la Polonia (3,9%) e i Paesi Bassi (3,2%); tutti i suddetti Paesi registrano aumenti, con i più alti che spettano, rispettivamente, agli Stati Uniti (+36,4%) e al Regno Unito (+35,1%). In decisa flessione, invece, l’export verso la Russia (-25,5%), causa sanzioni per la guerra in Ucraina.

I dati provvisori relativi al movimento turistico nell’anno 2022, per l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), rilevano un incremento annuo sia degli arrivi (4.549.105 unità), pari al +23,5%, sia delle presenze (19.992.977 unità), del +18,4%; aumento che caratterizza la clientela nazionale e quella estera, con quest’ultima che fa registrare le maggiori variazioni (+16,0% degli arrivi italiani e +9,6% delle presenze nazionali, contro +72,3% degli arrivi stranieri e +66,8% delle presenze estere). In tale contesto, i comuni della riviera assorbono ben il 94,5% delle presenze complessive. La permanenza media (rapporto presenze/arrivi) è risultata pari a 4,4 giorni (4,6 giorni nel 2021): 4,2 giorni per i turisti italiani (4,5 nel 2021) e 5,1 giorni per gli stranieri (5,3 nel 2021).

In base ai dati sul Credito, specificamente elaborati dalla Banca d’Italia di Bologna, al 31/12/2022, in provincia di Forlì-Cesena si riscontra un incremento annuo dei prestiti totali dell’1,0% (11.265 milioni di euro); nel dettaglio, si rileva un calo dei prestiti alle imprese (-1,7%) e un aumento verso le famiglie consumatrici (+5,4%). Calano, invece, i depositi dell’1,2% (12.576 milioni di euro a fine anno). Le sofferenze, dal canto loro (204 milioni di euro al 30/09/2022), registrano una decisa diminuzione (-48,6%). Il tasso di rischio del credito (1,8%), definito dal rapporto sofferenze/prestiti, pur in progressiva diminuzione, risulta maggiore di quello regionale (1,6%) e nazionale (1,5%). In provincia di Rimini, al 31/12/2022, si rileva un incremento annuo dei prestiti totali dello 0,8% (8.725 milioni di euro); nel dettaglio, si riscontra un calo dei prestiti alle imprese (-1,2%) e un aumento verso le famiglie consumatrici (+4,4%). Calano, invece, i depositi dell’1,0% (11.268 milioni di euro a fine anno). Riguardo alle sofferenze (197 milioni di euro al 30/09/2022), queste registrano una sensibile flessione (-32,3%). Il relativo tasso di rischio del credito (2,2%), in costante diminuzione, risulta però superiore sia a quello dell’Emilia-Romagna (1,6%) sia al dato Italia (1,5%).

Con riferimento alle start-up innovative, sulla base dei dati aggiornati al 01/02/2023, nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono presenti 147 start-up, che operano principalmente nei servizi (109 unità) e nell’industria/artigianato (27 unità); in termini tendenziali, si registra un calo del 9,3% (da 162 unità del 1/2/2022 a 147 unità del 1/2/2023), maggiore di quello regionale (-1,9%) e diversamente dalla variazione positiva nazionale (+0,7%).

Il quadro economico della provincia

Nonostante un anno caratterizzato da difficoltà straordinarie e impreviste, nel 2022 nel territorio di Rimini si sono registrati numerosi indicatori in terreno ampiamente positivo: aumento delle sedi di impresa e delle localizzazioni; crescita della Plv agricola; positive le variabili congiunturali del Manifatturiero anche se in rallentamento; incremento del volume d’affari nelle Costruzioni; aumento delle vendite del Commercio al dettaglio; incremento delle esportazioni maggiore di quello regionale; crescita degli arrivi e delle presenze turistiche anche se non ancora pienamente recuperati i numeri pre-Covid; forte riduzione delle ore autorizzate di CIG; tasso di disoccupazione in calo anche se relativamente elevato e superiore a quello regionale; artigianato in recupero; cooperazione in ripresa con aumento delle imprese e del fatturato.

Secondo gli Scenari Prometeia aggiornati a gennaio 2023, nel complesso il tessuto economico di Rimini ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato pari al 4,0%, rispetto al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale in un contesto generale nel quale le performance del nostro Paese sono state migliori di quelle medie dell’Area Euro.

Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2023 indicano un aumento del valore aggiunto stimato allo 0,5% (+0,5% in Emilia-Romagna, +0,4% in Italia).

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