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Ss16, gli agricoltori contro l'ipotesi di progetto: "Distrugge aree rurali"

Gli agricoltori puntano il dito contro il nuovo tracciato ipotizzato per la ss16, in particolare contro la provincia. "La nuova Adriatica e sue opere collaterali occuperanno per ben il 94% suoli agricoli e coltivabili

Gli agricoltori puntano il dito contro il nuovo tracciato ipotizzato per la ss16, in particolare contro la provincia. “La nuova Adriatica e sue opere collaterali occuperanno per ben il 94% suoli agricoli e coltivabili, mentre solo per il restante 6% intercetterà aree già urbane -  affermano le tre Associazioni Agricole di Rimini,Coldiretti, Cia, Confagricoltura - L’ipotesi più fondata è che sia riproposto il progetto originario, oppure lo stesso con qualche piccola variante che di fatto non impedirebbe la distruzione di un territorio rurale al alta vocazione produttiva”.

“Dall’ incontro dei rappresentanti delle associazioni con il presidente della Provincia sull’ipotesi del nuovo tracciato della SS16 a Rimini Nord a seguito di una puntuale osservazione presentata congiuntamente da Coldiretti e Cia nella quale sono stati specificatamente analizzati ed evidenziati i danni diretti e indiretti, e singolarmente da Confagricoltura, è emerso che a nulla sono valse le varie richieste di tutelare il settore agricolo e che nessun progetto alternativo è previsto. - si legge nella nota delle associazioni - L’ipotesi più fondata è che sia riproposto il progetto originario, oppure lo stesso con qualche piccola variante che di fatto non impedirebbe la distruzione di un territorio rurale al alta vocazione produttiva, mentre è esclusa qualsiasi ulteriore iniziativa di considerare territori già urbanizzati sulla quale realizzare la nuova viabilità. Ancora una volta grandi dichiarazioni di principio, smentite dai fatti. I dati già noti parlano chiaro: la nuova Adriatica e sue opere collaterali occuperanno per ben il 94% suoli agricoli e coltivabili, mentre solo per il restante 6% intercetterà aree già urbane”.

“Infatti, i mappali agricoli coinvolti comprendono quasi 6 milioni di mq di suolo coltivabile di cui 1.402.096 definitivamente occupati dalle infrastrutture viarie di progetto. Sono numeri impressionanti, se si considera che oggi la superficie ancora coltivata è di soli 22 milioni di mq di suolo sui 53,5 milioni totali della Provincia di Rimini. Quindi, con un’unica opera stradale (sulla cui strategicità in termini infrastrutturali stanno sorgendo nelle amministrazioni locali e nei cittadini molti e seri dubbi) si cancella una quota pari al 26% dell’intero suolo coltivato in ambito provinciale. Ai terreni direttamente coinvolti dall’opera si sommano quelli che ne subiranno per sempre l’inquinamento da metalli pesanti, connesso al traffico. E’ una ferita vulnus irreversibile per lo sviluppo sostenibile di un territorio già alquanto compromesso: Rimini è già la provincia dove si è costruito di più a livello regionale (19,3% di superficie urbanizzata - dato 2003 tratto da “Osservatorio Nazionale sui consumi di suolo”). La nuova ondata di cemento comporterà una minore cattura del carbonio nel suolo, per la perdita dei principali “serbatoi”, cioè terreno agricolo e coltivazioni: questo elemento non viene nemmeno preso in esame dallo studio di impatto ambientale allegato al progetto”, continua la nota.

“Ancora una volta, quindi, appare evidente come il peso infrastrutturale del cosiddetto “sviluppo” si realizzi sempre e solo a scapito delle aree rurali, considerate di fatto come serbatoio residuale per altri usi, e non invece come chance ultimativa di recupero di sostenibilità per un sistema insediativo ad altissimo impatto ambientale, qual è quello riminese. Infatti, nonostante le dichiarazioni su sviluppo sostenibile, qualità ambientale, stop al consumo di altro territorio, il tracciato proposto prosegue, di fatto, in una logica di occupazione squilibrata delle poche aree libere rimaste, a vantaggio esclusivo della cementificazione. Pertanto Coldiretti, Cia e Confagricoltura, pur riconoscendo che la realizzazione della nuova SS16 potrebbe rappresentare un’opportunità per la provincia di Rimini, non possono che manifestare la propria contrarietà alla realizzazione della stessa secondo un progetto che, anziché utilizzare al massimo aree già urbanizzate (ad es. nel collegamento Rimini Nord-Igea Marina), non tiene in nessun conto l’imprenditoria agricola già fortemente penalizzata nel nostro territorio, nonché l’interesse collettivo generale di uno sviluppo sostenibile”.
 

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