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Economia Riccione

Stagionali verso l’agroalimentare, già diverse richieste di informazioni in Comune

Il progetto di Riccione per riconvertire l'economia, il barman: “Negli ultimi 14 anni ho sempre fatto la stagione ma piuttosto che restare a casa in campagna ci andrei”

Sono già diversi i cittadini che hanno chiesto informazioni sul progetto avviato dall’Amministrazione di Riccione per facilitare l’incontro di lavoratori stagionali, penalizzati dal lockdown e le aziende dell’agroalimentare del circondario. L’ufficio Suap del Comune di Riccione sta raccogliendo i contatti di aziende alla ricerca di manodopera alle quali invierà un’informativa per portare a conoscenza degli imprenditori locali del progetto avviato e nel contempo raccogliere i nominativi di quanti si propongono per una prova nel settore. Tra le varie richieste di informazioni arrivate al Comune, anche attraverso i social, c’è quella di un giovane barman di Riccione, intenzionato a non rimanere con le mani in mano in questo momento di crisi. Gianluca Tofani, 29 anni, arrivato terzo ai campionato di “Latte art grading”, il sistema di qualificazione della capacità tecnica e creativa della competenza di latte art del barista, alla fiera Host di Milano 2019. “Il mio lavoro va bene - dice - mi occupo di formazione per aspiranti baristi o baristi che vogliono perfezionarsi, ma con questo stallo, sono disponibile a mettermi in gioco in qualsiasi modo. Ho letto dell’iniziativa del Comune di Riccione e ho scritto subito. Mi ha risposto direttamente il sindaco”. “Negli ultimi 14 anni ho sempre fatto la stagione a Riccione dove vivo - continua Gianluca -, e devo dire che c’è ancora la possibilità di fare delle belle stagioni, di guadagnare e divertirsi con un mestiere che a me piace molto, ma se penso di dover rimanere a casa e vivere di sussidi, no grazie! Essere disponibile al lavoro stagionale nelle aziende agricole? Perché no, vuoi mettere! Fa bene al fisico e all’anima sapere quando ti alzi la mattina che hai un lavoro”. 

“Certo alla stagione non ho rinunciato, mi piacerebbe eccome, ma devono darci delle regole certe. L’ultima stagione l’ho lavorata in un ristorante di Riccione da 140 posti, con le limitazioni e i distanziamenti che ci prospettano resteranno la metà dei posti e quindi la metà dei dipendenti. Al palo io non ci resto, se serve da barman professionista vado anche a raccogliere le olive o l’uva. L’ho già fatto da giovane, è dura, ma se la paga è dignitosa, il lavoro qualsiasi esso sia è dignitoso. Speriamo di ricevere una buona proposta”. 

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