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Turismo enogastronomico da record: impennata a 5 miliardi

L’Emilia Romagna detiene il record dell’aumento dei prodotti iscritti all’albo nazionale delle produzioni tipiche. Sono state infatti 28 le nuove iscrizioni nel 2012

L’Emilia Romagna detiene il record dell’aumento dei prodotti iscritti all’albo nazionale delle produzioni tipiche. Sono state infatti 28 le nuove iscrizioni nel 2012, che hanno portato il totale dei prodotti tradizionali emiliano romagnoli a 285. E’ quanto emerso all’incontro “L’Italia che piace nell’estate 2012: il turismo ambientale ed enogastronomico” organizzato insieme alla Fondazione Univerde.

Secondo il presidente nazionale di Coldiretti, Sergio Marini, il turismo enogastronomico nel 2012 cresce e supera i cinque miliardi di fatturato diventando il vero motore della vacanza Made in Italy nel tempo della crisi. La Coldiretti ha stilato una speciale classifica assegnando le bandiere del gusto alle regioni più virtuose, sulla base del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali salvati dall’estinzione che possono essere gustate durante l’estate 2012. Secondo l’indagine Coldiretti per più di un italiano su tre (35 per cento) dipende proprio dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Il cibo infatti - sottolinea Coldiretti - è considerato dagli italiani l’ingrediente più importante della vacanza che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento) e il gioco d’azzardo (2 per cento).

Complessivamente lungo la penisola sono stati censiti - precisa la Coldiretti - ben 4671 prodotti tradizionali dei quali quasi il 10 per cento si trovano in Toscana che si aggiudica il primo posto con l’offerta a tutti i suoi vacanzieri ben 465 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e realizzate in un paesaggio incantevole. Il secondo posto con 384 prodotti se lo aggiudica il Lazio, seguito da Campania e Veneto a pari merito con 370 prodotti. La classifica prosegue con Piemonte con 363 prodotti seguito dalla Liguria che può contare su 295 specialità e l’Emilia-Romagna che ha raggiunto quota 285.

Tra i nuovi ingressi nei prodotti tradizionali dell’Emilia Romagna spicca il “furmaìn” di Reggio Emilia traducibile in italiano con “formaggetta fresca”, un prodotto tradizionale delle zone montane, che veniva prodotto con il latte che avanzava alle mucche dopo aver allattato i vitelli e che veniva destinato generalmente ad uso familiare. Il nome “formaggetta” era un diminutivo il alternativa alle grandi “forme” di Parmigiano Reggiano.

A prevalere tra le specialità regionali, spesso salvate grazie all’impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle tradizioni, sono - conclude la Coldiretti - i 1420 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1305 verdure fresche e lavorate, 766 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 475 formaggi, 160 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 151 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 147 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.

In Emilia Romagna le specialità riguardano 128 paste fresche e prodotti della panetteria; 49 piatti composti; 46 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati; 35 carni fresche e loro preparazioni; 8 bevande analcoliche, distillati e liquori; 7 formaggi; 7 preparazioni di pesci molluschi e crostacei; 4 prodotti di origine animale; 1 condimento.

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