rotate-mobile
Economia

Turismo enogastronomico, l'assessore: "Promuovere l'intera filiera, dal prodotto al piatto"

Secondo alcuni studi recenti, sono 5 i milioni di persone tra italiani e stranieri che fanno vacanza nel nostro Paese con motivazioni esclusivamente ‘enogastronomiche’

Secondo alcuni studi recenti, sono 5 i milioni di persone tra italiani e stranieri che fanno vacanza nel nostro Paese con motivazioni esclusivamente ‘enogastronomiche’. “Un potenziale enorme, in prorompente crescita nello stesso momento in cui la grave congiuntura economica mette in crisi molte altre leve motivazionali del fare vacanza. - afferma l'assessore al Turismo e alle Attività produttive della Provincia di Rimini, Fabio Galli  - Su questo fronte, l’Emilia Romagna e il territorio riminese stanno lavorando da tempo, con una serie di iniziative e strumenti tra tradizione  e innovazione che cercano di allargare la conoscenza e quindi la promozione dell’offerta, facendo leva sulle opportunità informative privilegiate da quella tipologia di pubblico”.

“Secondo una ricerca del 2011 dell’Osservatorio, i principali canali di informazione che influenzano la scelta del soggiorno enogastronomico sono ‘la precedente esperienza’, ‘il passaparola’, ‘internet’; quest’ultimo strumento è nettamente al primo posto per la componente estera. Si tratta dunque di un turismo attento, informato, non casuale, che utilizza i mezzi di comunicazione più moderni per acquisire elementi precisi per una scelta di qualità e convinta. Io credo – afferma l'assessore - che, in questo senso, come territorio riminese abbiamo sensibili potenzialità di crescita. Non solo sul versante degli eventi enogastronomici, ma soprattutto su quello della filiera, stringendo un patto tra istituzioni, produttori, ristoratori, albergatori e strutture che operano nel turismo per allargare l’impatto promozionale della nostra offerta enogastronomica. Mi limito a un piccolo esempio. Il territorio riminese è al settimo posto in regione per numero di prodotti tradizionali; sono i prodotti, inseriti nell’elenco ufficiale pubblicato dal Ministero per le politiche agricole, ‘ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regola tradizionali, per un periodo non inferiore ai 25 anni’”.

“Dunque su un totale di 285 prodotti agroalimentari tradizionali, all’area riminese ne vengono assegnati 20, molti dei quali in coabitazione con altre province. Tra questi: la piadina, il castrato, il pollo di Romagna, il suino di razza mora, lo scquacquerone, il bustrengo, il miacetto, le alici marinate, la saraghina, le cozze gratinate, il brodetto di vongole, la patata di Montescudo. - ricorda Galli - Dando uno sguardo alla distribuzione territoriale per prodotti, salta agli occhi che il segmento in cui meno è presente il nostro territorio sia ‘piatti composti’, vale a dire quello che mette assieme qualità del prodotto e sua preparazione per la somministrazione. Più o meno ciò che cerca qualsiasi internauta prima di mettersi in viaggio. Ecco, io credo che ragionando assieme all’intera filiera, dai produttori ai ristoratori, si possa arrivare a un’intesa per cui i nostri migliori prodotti (e ce ne sono diversi altri meritevoli di finire nell’elenco, penso al tartufo, al formaggio di fossa) siano cucinati e serviti in ristoranti e strutture ricettive appositamente certificati e segnalati per una promozione adeguata. Ma al di là di questa, che è solo un’intenzione, l’idea è quella di tornare a ragionare assieme e non per compartimenti stagni, consci che agricoltura e turismo oggi sono già elemento inscindibile per il turista. Nelle prossime settimane chiederò idee e opinioni su questo alle categorie economiche e alle associazioni agricole, aperto a qualsiasi contributo migliorativo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Turismo enogastronomico, l'assessore: "Promuovere l'intera filiera, dal prodotto al piatto"

RiminiToday è in caricamento