César Brie dà voce a "120 chili di jazz"
Al Mulino di Amleto in scena "120 Chili di jazz" di e con Cesar Brie. Ciccio Méndez vuole entrare a una festa per vedere la sua innamorata (che non sa di esserlo), e decide così di fingersi contrabbassista del gruppo jazz che allieterà la serata. Méndez non sa suonare il contrabbasso, ma con la sua voce da uomo delle caverne imita alla perfezione il suono delle corde. Dovrà riuscire a sostituire il vero contrabbassista del gruppo e a nascondere a tutti la propria incapacità di suonare lo strumento.
Un racconto dietro al quale si celano tre amori: l''amore non corrisposto per una donna per la quale si finirebbe all'inferno; l'amore per il jazz, che aiuta Méndez a sopportare la sua immensa solitudine, e l'amore per il cibo, nel quale trova brevi e appaganti rifugi e consolazioni. Ciccio Méndez non è mai esistito. Nasce dalla cattiva abitudine di due amici robusti, che ho perso di vista, i quali, seduti ai miei fianchi in una classe del Colegio Nacional Sarmiento a Buenos Aires, mi facevano fare la parte del prosciutto nel panino, schiacciandomi in mezzo a loro.