L'architetto Franco La Cecla indaga l'uomo attraverso la sua dimora
La rassegna "Quando educare cambia il mondo" chiude l'edizione sabato 27 febbraio alle 17, al Museo della Città (Sala del Giudizio) con l'architetto Franco La Cecla che approfondirà il tema "Nell’abitare risiede l’essere dell’uomo". L'evento fa parte del ciclo di conversazioni promosso dal Ceis, dalla Fondazione Margherita Zoebeli e curata dalla Biblioteca Gambalunga per riflettere, a settant’anni dalla fondazione, sui principi ispiratori dell’esperienza pedagogica ed educativa del CEIS e il lascito della “professoressa dei bambini liberi”, Margherita Zoebeli.
La Cecla è da sempre attento ai diversi aspetti del rapporto tra l’uomo e lo spazio che abita, tema centrale del progetto educativo di Margherita Zoebeli che, nel 1946, con l’aiuto dell’architetto Felix Schwarz, ha dato vita a un villaggio di baracche militari per soccorrere Rimini, città che la guerra aveva ridotto a un cumulo di macerie. Frutto della collaborazione tra un architetto e un’educatrice cresciuti nella comune cultura delle avanguardie europee, il CEIS è esempio di un modello pedagogico strettamente connesso con quello architettonico espresso. “Lo spazio – aveva infatti scritto la Zoebeli – deve essere stimolante per il bambino, deve portarlo nel regno della fantasia, permettergli di fare molteplici esperienze: motorie, affettive, estetiche e sociali”. Uno spazio che educa, per aiutarlo nella costruzione del sapere, verso quel vivere insieme e comunitario, nel rispetto dell’altro e nella valorizzazione di ogni membro del gruppo, ancora tra i punti fermi dell’educazione attiva perseguita dal CEIS.
Franco La Cecla, antropologo culturale e architetto italiano, allievo del grande intellettuale austriaco Ivan Illich, ha insegnato Antropologia culturale presso diverse facoltà italiane oltre che in varie università straniere quali la École des hautes études en sciences sociales di Parigi e la UC Berkeley, attualmente insegna Antropologia culturale all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e al Politecnico di Barcellona. Ha affrontato nei suoi numerosi saggi i più vari argomenti – dal viaggio alla società dell’informazione, dall’etica alle relazioni amorose – tornando però sistematicamente alla sua prima passione: il rapporto tra l’uomo e lo spazio che abita. All’impatto sociale e culturale dell’architettura, in particolare quella urbana, sono dedicati alcuni dei suoi libri più celebri, come Mente locale. Per un’antropologia dell’abitare (Elèuthera, 1993), e il discusso Contro l’architettura (Bollati Boringhieri, 2008).