L'artista riminese Stefano Ronci inaugura la mostra personale “Confini”
Sabato 22 aprile alle ore 18:00, appuntamento presso la Galleria d’Arte Zamagni di Rimini per l'inaugurazione della mostra personale "Confini" dell'artista riminese Stefano Ronci.
A distanza di vent’anni dalla sua ultima esposizione sul territorio riminese – l'artista Ronci (che nel frattempo ha avuto una carriera artistica importante, con mostre e collaborazioni internazionali) presenta una serie di opere di recente realizzazione che indagano il concetto di confine e di soglia, mettendo in stretta relazione il ruolo dello spettatore e dimostrando, pur nella continua diramazione dei materiali e delle forme, di saper portare avanti con coerente poetica
alcuni temi chiave: il lavoro sui gradi del visibile attraverso la sperimentazione di materiali riflettenti, traslucenti,
diafani e trasparenti nei lavori che appartengono all'ambito più squisitamente pittorico, quali i Paesaggi Molli, estroflessioni nell'ambiente che accolgono lo spazio con pieghe e concavità dove la materia è trattata in modo plastico e integrantesi all'architettura, e i Paesaggi Piatti, caratterizzati da campiture cromatiche che trascolorano l’una nell’altra, alludendo a un possibile orizzonte di cielo-terra ma anche strizzando l’occhio alla grande arte aniconica europea e
americana.
La ricerca sul segno inteso come traccia, persistente o fuggevole, di un passaggio dell'uomo e della sua memoria, nei tempi di stratificazione e affioramento del linguaggio, come avviene nelle grandi Mappe realizzate con raffinata foglia d’oro, lettere adesie e sovrapposizioni cromatiche, opere in un certo senso vicine alle indagini artistiche inquiete e nomadi di Alighiero Boetti e alle perlustrazioni peregrinanti della fotografia di Luigi Ghirri.
La messa in relazione tra io e altro, la volontà di scrutare e scandagliare il mistero e la potenza della comunicazione tra le persone e l'ambiente, affrontando in questa direzione il concetto di confine inteso non come sbarramento e limite ma soglia e possibilità di incontro, come avviene nell’installazione allestita nella sala sottostante la Galleria: “un video in bianco e nero, composto da innumerevoli direzioni di piedi nudi sulla terra è ostacolato nella fruizione da un’installazione di fili spinati lungo i quali scorrono pezzetti di carte colorate, mentre luci al neon, ai lati della staccionata, stagliano il ricordo, riattivano la memoria.