Le maschere della compagnia Familie Flöz portano in scena lo spettacolo "Hokuspokus"
Martedì 7 febbraio (ore 21:00) la compagnia tedesca Familie Flöz porta al Teatro della Regina di Cattolica la sua nuova produzione, Hokuspokus, che ha debuttato a Berlino lo scorso giugno, e una surreale clownerie che da oltre vent’anni è strumento di lavoro e fonte di ispirazione del sorprendente gruppo berlinese.
La compagnia è famosa per il suo fare servendosi di mezzi che vengono “prima” del linguaggio parlato, una forma di teatro muto che ha il suo punto di forza nelle maschere straordinarie di Hajo Schüler, al confine tra reale e fantastico: in questo lavoro si torna alla maschera per analizzare l’enigmatica cartografia del cervello e le torbide profondità dell’animo umano.
Con Hokuspokus il Flo?z-Ensemble si muove stilisticamente in una nuova avventura. Il regista Hajo Schu?ler, riferisce: “Eravamo interessati ad allargare un po’ la nostra prospettiva. In Hokuspokus non solo le figure mascherate sono apertamente visibili sul palco, ma anche gli attori che sono solitamente nascosti dietro le maschere. Il pubblico sperimenta cosi? come gli esseri mascherati vengono portati in vita, come le figure poi trovano la loro strada nel loro mondo e si perdono in esso, sviluppano una vita propria e forse ad un certo punto si trovano faccia a faccia con i loro creatori”.
Come è usuale nei processi di sviluppo degli spettacoli della Familie Flöz, anche Hokuspokus nasce inizialmente da improvvisazioni in cui l’ensemble gioca senza maschere e parla anche tra di loro.
Di solito, con l’avanzare delle prove, gli attori spariscono dietro le maschere e anche il linguaggio viene abbandonato. Questa volta c’è una scatola al centro del palco, che rappresenterà lo spazio vitale delle figure mascherate e si trasformerà dal paradiso alla casa di famiglia nei luoghi più diversi, mentre i “creatori” si muovono fuori da questo mondo e raccontano la storia attraverso la musica, la manipolazione, il linguaggio (fantastico), il canto e i suoni, le telecamere dal vivo, i disegni o anche scivolando nelle maschere.
Divertente e squinternato, questo gruppo di artisti porta in scena una rocambolesca ricerca del personaggio, piena di umanità e poesia. Un mix di linguaggi travolgente in grado di parlare a spettatori di tutte le età, dove gli attori costruiscono il mondo delle maschere davanti agli occhi del pubblico.
“La storia e? molto semplice – aggiunge Schu?ler - ma proprio per questo permette associazioni molto personali per tutti gli spettatori. Raccontiamo la storia di un viaggio di vita di due persone che si ritrovano e creano una famiglia, con tutte le turbolenze, i colpi del destino e i bei momenti che una tale vita ha da offrire, una vita che poi alla fine sembra arrivare alla fine. Ma qui ci si chiede se i personaggi siano davvero mortali?”.