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Alla Biblioteca Gambalunga tornano gli incontri con gli autori

A chiudere, il 14 giugno, sarà il filosofo Silvano Zucal, autore di “Maria Zambrano. Il dono della parola” (Bruno Mondadori, 2009), presentato da Isa Valbonesi, coordinatrice del Gruppo “Philosophe vivere, philosophe legere”

La Biblioteca Gambalunga anche quest’anno per il Maggio dei libri ha affidato ai suoi quattro Gruppi di Lettura la possibilità di invitare alcuni autori, nello spirito della campagna promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Muovendo dalla focalizzazione di quel misterioso e sovversivo momento che è la gestazione del pensiero e dal suo prendere forma nel segno, di cui le lingue e le scritture sono la forma più raffinata e potente, secondo le suggestioni offerte dalla Biennale Disegno ora in atto.

“Alfabeti. Di/segni in segni” è il titolo della rassegna che ne è scaturita, cinque incontri uniti dal filo rosso del farsi dei segni in parole, alfabeti, scritture, musica, ma anche del loro celarsi per lasciare pagine bianche e silenziose. Ouverture di “Alfabeti. Di/segni in segni” sarà “Quando i suoni raccontano”, l’8 maggio alle 16. L’incontro è in collaborazione con l’Istituto G. Lettimi, nel cui auditorium il M° Luigi Livi, del Conservatorio “Rossini” di Pesaro, guiderà all'ascolto della Sonata per violino e pianoforte n. 9 in la maggiore, op. 47 di Ludvig Van Beethoven, quella “Sonata a Kreutzer” che ha dato il titolo a uno splendido romanzo breve di Lev Tolstoj. A seguire, tutti gli incontri si terranno nelle Sale Antiche in Gambalunga, alle ore 17.30.

Si partirà il 10 maggio con il teologo Maciej Bielawski, che parlerà del suo “In principio. Racconti sull’origine del mondo” (Garzanti, 2014), introdotto da Mariolina Tentoni, coordinatrice del Gruppo “Viaggio alle sorgenti: i testi sacri dell’umanità”, che così lo presenta: «Maciej Bielawski, teologo, filosofo, artista, è stato ispiratore ed è un prezioso interlocutore del nostro gruppo di lettura. Questo suo nuovo libro, in uscita da Garzanti nella collana “I grandi libri dello spirito” diretta da Vito Mancuso, raccoglie e interpreta i miti delle origini di varie culture e tradizioni e ci propone una dimensione spirituale che è all’incrocio tra cosmologia, teologia e antropologia. Le cosmogonie, infatti, sono radicate nel silenzio e nella parola primordiale e per questo sono collegate al mistero dell’origine della realtà.»

Sabato 24 maggio sarà la volta di “Regina di fiori e perle” (Donzelli, 2011) di Gabriella Ghermandi. Così ne scrive Giuliana Merlini, coordinatrice del Gruppo di lettura del mercoledì, che introdurrà l’incontro: «Gabriella Ghermandi è una scrittrice italo-etiope la cui intensa attività teatrale e di scrittura sul tema della multidentità è da anni oggetto di interesse per molti studiosi in Italia e all'estero. Il suo emblematico libro “Regina di fiori e di perle”, tra biografia e romanzo storico, è non soltanto un romanzo sulla realtà del passato etiopico, ma anche un'interrogazione sull'identità della memoria coloniale italiana. La storia di Mahlet, la protagonista, è una "cornice" all'interno della quale sono inserite tutte le altre storie in un percorso circolare tipico dell'oralità, dove più voci raccontano e rappresentano modelli morali e culturali. Alla fine del romanzo, sappiamo che questa storia non appartiene solo a Mahlet: è una storia comune, è anche “nostra”, di noi italiani, ospiti nel presente della sua parola.»

Sabato 31 maggio toccherà a “Pagine bianche. 55 libri che non ho scritto” (Sellerio, 2013) di Eugenio Baroncelli, scrittore ravennate le cui minibiografie in una pagina di personaggi noti e meno noti raccolte in “Libro di candele”, “Mosche d’inverno” e “Falene”, come da scheda Sellerio, «si leggono come esempi o come svolgimenti a tema di massime appartenenti a una filosofia di vita. Sono ritratti molto metafisici e molto poco storici». E che invece in “Pagine bianche. 55 libri che non ho scritto” raccoglie tutto delle moltitudini di volumi che non ha scritto mai, «recensioni, risvolti di copertina, giustificazioni, trame, prefazioni, epigrafie, album, illustrazioni, geografie, sommari, indici dei nomi, note, tracce biografiche, incipit. Tutto tranne il testo, di cui non sente alcun bisogno essendo autore di finzioni, e di ironie lugubri e sferzanti.» Perché anche il silenzio, la pagina bianca sono necessari al disegno. La presentazione è a cura di Lorella Barlaam, coordinatrice del Gruppo di lettura del Sabato.

A chiudere, il 14 giugno, sarà il filosofo Silvano Zucal, autore di “Maria Zambrano. Il dono della parola” (Bruno Mondadori, 2009), presentato da Isa Valbonesi, coordinatrice del Gruppo “Philosophe vivere, philosophe legere”. Che spiega: «Silvano Zucal insegna Filosofia teoretica e Filosofia della religione presso l'Università degli Studi di Trento. E' studioso del pensiero dialogico e della parola. Il suo libro, “Maria Zambrano. Il dono della parola” è uno studio approfondito della filosofa spagnola. Zucal mette in luce diversi aspetti (segni) del suo incontro con Maria Zambrano: una modalità femminile di stare nella storia, il mettersi in ascolto, l'attenzione a decentrarsi per aprirsi all'altro, il senso del nascere come dato permanente dell'esistenza, l'impegno a disfare il proprio essere perchè nessuna vita è mai conclusa. Sicchè la vita si colloca sempre in un chiaroscuro di cui anche il pensiero deve farsi interprete.»

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