Proseguono gli appuntamenti al Cinemino e visite guidate
Proseguono gli appuntamenti a cornice del completamento di FM – Fellini Museum che ha visto lo scorso 12 dicembre l’inaugurazione del Palazzo del Fulgor. Dalle proiezioni al ‘cinemino’ nel palazzo settecentesco del Fulgor, alle occasioni di visite guidate nelle sedici stanze di Castel Sismondo.
Nel “cinemino” allestito all’interno del Palazzo del Fulgor, proseguono le proiezioni dei film di Wilder. Il 23 dicembre (ore 16) sarà proiettato “Irma la dolce” del 1963 con Jack Lemmon e Shirley MacLaine, e a concludere il programma, giovedì 20 dicembre ore 16, “Non per soldi … ma per denaro” del 1966 con la coppia Jack Lemmon e Walter Matthau. Alle proiezioni al Cinemino si accede con il biglietto di FM – Fellini Museum. Info: cineteca@comune.rimini.it tel. 0541 704494 facebook.com/cineteca.rimini
Continuano le speciali visite guidate in occasione delle festività a Castel Sismondo, un angolo d’osservazione profondo dal quale tuffarsi nella cultura felliniana assaporandone le profondità e le visioni. Il 26 dicembre alle ore 17, l’1 e 2 gennaio, sempre alle ore 17 (info e prenotazione obbligatoria on line - https://www.ticketlandia.com/m/musei-rimini) si potrà esplorare il linguaggio immersivo messo in atto nelle sedici stanze del castello rinascimentale, che offrono una panoramica sugli aspetti più rilevanti dell’opera del regista. Il percorso della visita inizia con una sala dedicata alla produzione del più giovane Federico Fellini, in veste di scrittore satirico, giornalista e disegnatore di vignette e caricature. La filza di fogli, sospesa al centro dello spazio, è il simbolo che evoca l’attività giovanile del Maestro ricordando l’archiviazione dei documenti cartacei che si otteneva “infilzando” con ago e filo una certa quantità di fogli. Presto arriva l’immagine iconica di Giulietta Masina alla quale è dedicata la seconda sala, che raccoglie in una sorta di fregio continuo e animati i suoi primi piani, dal ruolo di Gelsomina ad altre interpretazioni. Nella terza sala è protagonista lo strumento cinematografico dell’espressività felliniana: il braccio estensibile dolly. Il percorso prosegue tra diversi artifici visivi e innovazioni di comunicazione come le magiche presenze di elementi della natura – il mare, la luna, ma anche le manine o le foglie caduche, il vento o la neve. La quarta sala è dedicata a “Il mare a Rimini” ed è composta da quattro allestimenti, nella quinta sala è la volta di La dolce vita, film che riesce a cogliere la fragilità dell’apparente trionfo storico ed economico del boom italiano, illuminando la frattura tra ragione e desiderio, convenzioni sociali e impulsi umani. Si prosegue con la sesta sala destinata ai provini e agli aspiranti attori che scrivono a Fellini candidandosi per i suoi film. Uno specchio magico dove il visitatore si riflette attiva una galleria d’immagini delle mitiche “buste” dove il regista teneva le “facce” e la corrispondenza con le comparse, un viaggio nell’immaginario e nelle aspirazioni segrete di molti, reso possibile grazie alla collaborazione con la Fondation Fellini pour le Cinéma di Sion. Gli abiti da scena, come quelli de Il Casanova che fecero vincere a Danilo Donati il suo secondo Oscar, sono i protagonisti della settima sala: come le tradizionali specchiere delle sartorie divise in modo prismatico, l’installazione propone tre monitor che riflettono in movimento ciò che è immobile, il costume di scena. Dalla moda ai media, l’ottava sala è quella delle pubblicità fantastiche, dove sono proiettati sia filmati commerciali realizzati per aziende sia sequenze completamente inventate per i film. La nona sala è concepita come uno spazio di pausa lungo il percorso espositivo, dove la voce della poetessa Rosita Copioli racconta l’interesse del Maestro per la letteratura e i fumetti, e la sua passione per le scienze occulte e l’esoterismo. Deriva in parte da qui l’idea di trascrivere e disegnare i propri sogni, suggerita al regista dallo psicanalista Ernst Bernhard: la decima sala consente di sfogliare virtualmente Il libro dei sogni, attraverso la leggerezza del soffio del visitatore, suggerito dalla presenza di una piuma sospesa sulla bacheca con uno dei volumi originali. C’è poi la camera della musica – undicesima sala - che esalta la connessione tra filmografia e suono: un’enorme sfera di acciaio come nel film Prova d’orchestra è dedicata a compositori e musicisti, come il maestro Nino Rota che incanta Fellini nel 1952 ne Lo sceicco bianco e lo accompagna fino al 1979. Da qui, nella dodicesima sala, un confessionale creato da quattro strutture che raccolgono testimonianze dei collaboratori e professionisti che hanno accompagnato il regista durante la sua carriera. L’idea del tempo che diventa storia è simboleggiata dal ritmo di un’altalena che, come un pendolo o un metronomo, ondeggia al centro della tredicesima sala. Ed è sempre legata allo scorrere del tempo la quattordicesima sala dedicata al fondo fotografico felliniano che rivive in raccolte virtuali: da un lato l’invenzione della figura del “paparazzo”, dall’altro gli scatti presi durante la realizzazione dei film o ancora fotografie divenute icone mondialmente riconosciute, imitate, riprodotte. Nella quindicesima sala sono mostrati virtualmente gli scritti sul regista e sulla sua attività cinematografica, come un’immaginaria biblioteca grande quanto il mondo. Nella sedicesima sala il “Diario dello Tsunami Fellini”, conclude il percorso museale.