Fonda il primo gattile in Kenya, Nicoletta Ghilberti racconta la sua storia
Sabato 9 luglio, l’agriturismo Villa Santa Cristina ospita il primo “Apericena Mamma Paka”, evento a scopo benefico organizzato dalla associazione ODV MICI RANDAGI WATAMU KENYA, che si occupa di combattere il randagismo felino in Kenya.
L’associazione nasce da una iniziativa di Nicoletta Ghilberti, torinese trasferitasi a Watamu - Kenya nel 2004.
“Mi chiamo Nicoletta, sono arrivata a Watamu, nel lontano 2004 e con il passare del tempo sono entrata in contatto con il mondo del randagismo. Centinaia di gatti e cani, nella più totale indifferenza, invisibili, cercano di sopravvivere mangiando nella spazzatura, rubando il cibo nei piatti delle persone. Comincio così ad occuparmi di loro, ad accoglierli in casa e nasce così la mia trasformazione in Mama Paka (mamma gatto)”. In seguito arriva il gruppo su Facebook, poi la pagina, si aggiungono volontarie in Italia che si occupando di reperire aiuti e sostegno e si costituisce la ODV. Nel 2017 il volume dei randagi da accudire è tale da rendere improrogabile la costruzione di un gattile, il primo in Kenya. Ad oggi sono stati sterilizzati circa 1800 tra gatti e cani e le varie strutture improvvisate da Nicoletta ospitano circa 300 gatti: vengono inoltre accuditi e sfamati altri 250 gatti distribuiti nelle varie colonie locali. Nel 2022 sono iniziati, grazie alla beneficienza dei sostenitori dell’Associazione, i lavori di posa dei primi mattoni per la realizzazione di un ambizioso progetto: un gattile/canile con camere di degenza e assistenza, con annesse abitazioni per coloro che si prenderanno cura degli animali. In Kenya questo progetto è unico nel suo genere e fornisce anche un piccolo contributo alla economia locale (già oggi da sostegno ad una decina di famiglie). Il fine, oltre a combattere il randagismo e curare questi piccoli esseri indifesi, è riuscire ad educare e sensibilizzare la popolazione ad aver rispetto per le persone e gli animali, con l’intento di unire e condividere le svariate difficili situazioni in un unico grande gesto d'amore. La serata del 9 luglio vuole prima di tutto fare conoscere questa realtà anche in Romagna, sperando nel sostegno da parte di coloro che credono nel filo invisibile senza confini che lega tutte le persone sensibili nei confronti dei più deboli, ovunque essi siano".