Cosa significa vedere la realtà, incontro con Silvano Tagliagambe
Sabato 4 novembre, alle 17, nella Sala del Giudizio, Museo della Città, il filosofo ed epistemologo Silvano Tagliagambe proseguirà l’indagine sulla realtà proposta dalla nona edizione di Biblioterapia, con una riflessione su Cosa significa vedere. Muovendo dal suo ultimo libro, L’ombra e il suo sguardo, (Castelvecchi, 2017) in cui si interroga su cosa significhi vedere, in cosa differisca dal guardare, e come attivare quella “strategia dello sguardo” che ci permette di dilatare creativamente gli orizzonti delle nostre esperienze.
La ricerca di Tagliagambe, che dagli anni ’90 ha tra i suoi temi il rapporto tra realtà osservata e sistema osservante, interseca filosofia, letteratura, neuroscienze, fisica e psicoanalisi, ed è la guida migliore per indagare la grande complessità del tema. L’osservazione e l’esperienza – spiega il filosofo - mostrano che il cervello rimette continuamente in discussione, in ogni suo atto percettivo, tutto il suo assetto esperienziale, lo ristruttura e lo ridisegna in uno scambio dialogico incessante tra il proprio mondo interiore e la realtà esterna.
La visione tuttavia si nutre anche di supposizioni e viene di continuo alimentata dall’immaginazione, che apre alla dimensione del possibile, alla capacità di vedere e pensare altrimenti che si attiva proprio quando il lavorio della mente non è rivolto a stimoli esterni ma verso il mondo interno. Un complesso sostrato interiore, fatto di archetipi, di immaginazioni, di visioni, di sogni ad occhi aperti e chiusi che retroagisce sul vedere e ci mette in condizione di vedere con occhi diversi, di vedere l’infinito.
L’aveva già capito Leopardi, ricorda Tagliagambe, che nello Zibaldone aveva scritto: “Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione”.