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Le Città Visibili chude il festival con otto spettacoli da tutto esaurito

Il festival di musica e teatro conquista il pubblico agli Atti, in sala Pamphili e alla Corte degli Agostiniani

L’ottava edizione del Festival Le Città Visibili di Rimini si è conclusa con successo domenica 6 settembre con lo spettacolo Capitalismo Magico di e con Lodovico Guenzi e Nicola Borghesi, andato in scena alla Corte degli Agostiniani. Il sipario è calato su una rassegna di musica e teatro che nell’anno dell’emergenza sanitaria ha riscosso un grande successo di pubblico: otto spettacoli da tutto esaurito nella cornice del Teatro degli Atti di Rimini, dell’adiacente Sala Pamphili e della Corte degli Agostiniani, nel cuore del centro storico di Rimini. Gli spettatori hanno potuto assistere agli spettacoli nel pieno rispetto delle norme anticovid. 114 le sedute disponibili in platea agli Atti a distanza di sicurezza con la possibilità di assistere in sicurezza agli spettacoli senza l’obbligo di indossare la mascherina, una volta seduti.

Protagonisti del festival, apprezzati e applauditi dal pubblico sono stati Alessandro Baronciani, Giovanni Truppi e Margherita Vicario per la sezione musicale, la compagnia Kepler-452 (con lo spettacolo itinerante Lapsus Urbano e Capitalismo Magico che ha visto in scena anche il frontman de Lo Stato Sociale Lodo Guenzi), Teodoro Bonci del Bene (con lo spettacolo Astronave Italia pensato per quattro spettatori per replica), il Teatro della Ribalta (con lo spettacolo vincitore del bando l’Italia dei Visionari Settimo Continente) e la compagnia Menoventi (con lo spettacolo L’incidente è chiuso), per la sezione dedicata al teatro.

“Al termine di questa edizione desidero ringraziare tutti quelli che hanno collaborato all’organizzazione del Festival - spiega la direttrice artistica Tamara Balducci - E quindi gli spettatori accorsi in gran numero, il Comune di Rimini, l’assessorato alla cultura e tutto il nostro staff”.

Il fil rouge del Festival Le Città Visibili ha per anni percorso la strada del riuso di spazi abbandonati a se stessi e restituiti a nuova luce e di pari passo uno sguardo attento sull’attualità e sulla società contemporanea. Quest’anno spettacoli e concerti sono andati in scena in più spazi facilmente raggiungibili come già stabilito nel periodo precedente la pandemia.

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