Il Sessantotto in musica con omaggi a Violeta Parra, Che Guevara e i miti dell'epoca
S’intitola “Concerti attorno al Sessantotto” la rassegna a cura di Fabio Bruschi e Jader Viroli che prenderà al via al Teatro degli Atti con due appuntamenti, domenica 14 e venerdì 19 gennaio, dedicati al Sudamerica e al rock (inizio concerto alle 17 il 14 gennaio e alle 21 il 19 gennaio).
I 'Concerti attorno al Sessantotto ' iniziano con un dittico dedicato alle Americhe: dalle lotte del Sudamerica, di ispirazione morale, politica e religiosa per molti, ai campus californiani, dove il movement debuttò nel '64 a Berkeley.
Guya Valmaggi e Los Creadores in CANTO LA DIFFERENZA, omaggio a Violeta Parra, Victor Jara y canción por Ernesto
La protesta, la lotta e la leggenda: dall'inizio degli anni Settanta (nel '73 il primo concerto del gruppo Zafra; nel '74 il concerto degli Inti Illimani) Rimini ha ospitato la canzone sudamericana impegnata, che ripropone ora con Guya Valmaggi e il gruppo Los Creadores.
Il concerto “Canto la differenza” è dedicato in particolare a due cantautori, i cileni Violeta Parra e Victor Jara, la cui opera ha segnato la storia del loro paese, dilagando poi nel mondo occidentale. Si tratta dei principali esponenti della “Nueva Canción Chilena”, che negli anni ’60 e ’70 fu diffusa in tutto il mondo da vari gruppi musicali e che accompagnò la protesta e il breve periodo del governo di Unidad Popular in Cile.
L’ambito dei contenuti è vastissimo: le radici storiche, la diseguaglianza sociale, l’autoritarismo, il lavoro, la lotta e la guerriglia, l’amore e la bellezza della vita. Alla musica si affidava il compito di stimolare le coscienze e di denunciare le ingiustizie. I due musicisti furono dei veri e propri “militanti” che percorsero il loro paese per seminare idee nuove e una nuova speranza.
Victor Jara fu barbaramente ucciso, dopo essere stato torturato, nello stadio di Santiago del Cile nel settembre 1973, quando il generale Pinochet mise fine con un colpo di stato al governo di Salvador Allende. Qualche anno prima, Violeta Parra appena cinquantenne si era tolta la vita, travolta da vicende personali per lei insostenibili. Anche il terzo protagonista di questo concerto, il guerrigliero Ernesto “Che” Guevara, incontrò una fine tragica nell’ottobre del 1967. Due canzoni, nel concerto, si riferiscono a lui: non tanto alla realtà storica (ricostruita interamente vari anni dopo la scomparsa di questi protagonisti) ma all’ideale che rappresentava: la difesa del popolo oppresso e la lotta clandestina contro l’oppressore feroce e smisuratamente potente. Idealizzato, amato, quasi icona di un laico salvatore: questo è il “Che” Guevara dei canti di quegli anni.
Al di là di ogni personale posizione politica, ed esaurita la funzione in qualche modo propagandistica di questi canti, è importante conoscerli e tramandarli anche al di fuori della terra in cui sono nati.
Il repertorio è stato curato da Marina Valmaggi, musicologa e conoscitrice della cultura latinoamericana che ha approfondito con studiosi e artisti, fra cui Fidel Gonzalez, Meri Franco Lao, Ariel Ramírez, Gabriel Segade.
Al concerto partecipa come special-guest il prof. Ciro Picciano, che guiderà il percorso culturale del breve ma intenso programma e contribuirà anche vocalmente ad alcuni dei canti.
Il secondo appuntamento della rassegna: i Rangzen il 19 gennaio al Teatro degli Atti, alle 21, con il concerto Born to be wild. Rockers and Rebels dalla West Coast ai Beatles