Storie di vita, migranti e tradizioni: la Sicilia va in scena agli Atti
Da martedì 19 al 21 marzo, alle 21, al teatro degli Atti è in programma Sicilia di Clyde Chabot. "Intraprendere il movimento inverso. Ricostruire. Riunire. Provare a...". Si apre così, con una dichiarazione di intenti, Sicilia di Clyde Chabot, spettacolo che prevede la partecipazione di trenta spettatori a replica. Partendo da sporadiche informazioni sulla sua famiglia, la protagonista intraprende un viaggio verso la terra dalla quale vuole fortissimamente discendere, a scapito della fatica d’integrarsi dei nonni migranti: è questo il movimento inverso di cui parla e nel quale ci accompagna.
Allo sforzo di lasciare le proprie tradizioni per fare proprie quelle di una nuova terra, risponde con la ricerca e l’esaltazione delle cose piccole di una tradizione perduta: nomi, oggetti, cibi, luoghi che galleggiano nella sua memoria senza trovare una collocazione ordinata. Quasi per supplire l’assenza di una vera pista per ricostruire un’identità famigliare frammentata, la protagonista intraprende un viaggio fisico, con la figlia, la sua moderna e francese discendenza, alla ricerca dei luoghi della Sicilia di cui ha sentito parlare, della lingua che non si perdona di non saper parlare, delle tradizioni delle quali, in un impasto di modernità e arcaismo, conserva delle tracce: un anello di fidanzamento, delle lenzuola, un frullatore. Identità e origini sono i cardini di questo lavoro autobiografico della Chabot, che riunisce il pubblico attorno a un grande tavolo immergendolo in una atmosfera confiviale e intima per dar vita a un racconto autobiografico e “archeologico” della sua famiglia.