Federico Buffa racconta le Olimpiadi del 1936
Una serata da tutto esaurito al Teatro Novelli per lo spettacolo del telecronista Federico Buffa, in scena sabato 4 febbraio con Le Olimpiadi del 1936". Le storie di sport sono storie di uomini. Sono storie che scorrono assieme al tempo dell’umanità, seguono i cambiamenti e i passaggi delle epoche, a volte li superano. Così le Olimpiadi del 1936 che Hitler e Goebbels volevano trasformare nell’apoteosi della “razza ariana”. Quelle Olimpiadi costruirono invece i simboli più luminosi dell’uguaglianza: con due atleti neri, Cornelius Johnson e Dave Albritton, sul podio del salto in alto, l’ebrea Helene Mayer oro nella scherma e il nero Jesse Owens che nell'atletica leggera di medaglie ne vinse ben quattro.
Lo storyteller sportivo tra i più noti del piccolo schermo racconterà agli spettatori una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici.
Mentre in quella calda estate il mondo assisteva in colpevole silenzio alla tragedia della guerra civile spagnola e la pace scricchiolava sull’asse Roma-Berlino-Tokyo, il coreano Sohn Ki-Chung vinceva la maratona con un peso sul cuore, forzato a competere per il Giappone che aveva colonizzato il suo paese nel 1910. Per la sua vittoria fu innalzata non la bandiera coreana, ma quella giapponese e fu l’inno giapponese a essere cantato nello stadio. Lo spettacolo racconta le storie all’interno di un luogo senza tempo, un luogo dimenticato, sospeso tra il sogno e la realtà. Le racconta con le parole di chi c’era in quei giorni esaltanti e tremendi, le racconta con lo stile narrativo incalzante di Federico Buffa, le racconta con la musica e le canzoni evocative di un’epoca in bilico tra il sogno e la tragedia, le racconta con le immagini “rivoluzionarie” di Leni Riefensthal, “la regista che filmò il nazismo”.
In scena oltre a Buffa - che interpreta la parte di Wolgang Fürstner, il comandante del villaggio olimpico - i musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la giovane cantante Cecilia Gragnani, personaggi evocati dal protagonista nel desiderio di poter rivivere quei giorni e quei luoghi della lontana estate del 1936.