Riflettori puntati sul maestoso Tempio Malatestiano
La tessitura nelle immagini e nella simbologia dell’arte sacra, dall’antichità al contemporaneo, è il tema al centro del prossimo appuntamento della rassegna culturale “I Maestri e il tempo. Racconti di donna: simboli, radici, destini”, giunta alla VI edizione. La nuova conferenza, “Concordia Discors. Il Tempio Malatestiano di Rimini, crocevia di umanesimi”, è in programma venerdì 18 marzo, alle ore 17,30 a Palazzo Buonadrata, durante la quale interverrà Elena Filippi, filosofa e storica dell’arte della Kueser Akademie für Europäische Geistesgeschichte.
“L’Umanesimo – spiega Elena Filippi - fiorì nel contesto di una volontà di confronto, di dialogo e di discussione. Per usare un topos oraziano, fu una concordia discors, un’armonia di opposti: nord-sud, sacro-profano, teoria- prassi. Merito altissimo di questa età dello spirito fu accettare i luoghi della contraddizione, per tendere quindi a dar loro una trama armonica. Nord e Sud, tuttavia, affrontano la questione percorrendo vie diverse. Il Rinascimento italiano affonda le sue radici nel platonismo, in cui domina una contrapposizione fra una norma ideale e la realtà di cui possiamo fare esperienza, accidentale. L’arte riproduce il fenomeno contingente, ma con l’obiettivo di suggerire l’ideale normativo. Il moto dall’individuo all’universale anima anche la prospettiva pittorica. L’estetica che ne deriva va sotto il nome di concinnitas. Per altra via ci arriva la ars nova fiamminga, una cultura visuale permeata di “fatticità”, di analisi del qui ed ora, poiché alla dimensione dell’ideale si attinge – giusta Occam – solo per fede. Le principali vie d’incontro fra queste due tradizioni passano per l’opera del filosofo e cardinale Cusano (1401-1464).
La concinnitas albertiana trova un parallelo nell’idea della coincidenza degli opposti, motivo centrale nella filosofia cusaniana. I due mantengono vivo anche l’interesse per la dimensione speculativa della musica, secondo la teoria pitagorica di una bellezza numerabile. Il numerus è gravido di traslati simbolici, a partire dal contesto biblico. Anche il progetto del Tempio Malatestiano di Rimini – conclude la Prof.ssa Filippi - si basa su questi rapporti musicali; più in generale, è mirabile espressione di una concordia discors, non da ultimo nel modo in cui Alberti seppe affrontare le preesistenze”.
Durante i convegni della VI edizione de “I Maestri e il Tempo” è in mostra l’opera “San Giovanni Battista fanciullo”, realizzata da Guido Cagnacci tra il 1637 e il 1640 e acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini nel 2003, che non la esponeva al pubblico da 12 anni.
L’ingresso alla conferenza è libero.
Info: Segreteria Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – tel. 0541/351611.