Riuso del Moderno: viaggio nelle mostre allestite al Museo Tonini
Mentre si avvicina il terzo weekend di incontri dedicati al tema del Riuso del Moderno, messi a punto dall’Ordine degli Architetti di Rimini e dedicato a stimolare la centralità degli architetti nel processo decisionale che porta ai progetti sul territorio, stanno attirando interesse le mostre allestite al Museo Tonini di Rimini.
Le esposizioni sono la declinazione di un impulso, un’attenzione per certi versi rivoluzionaria al tema del Riuso degli edifici abbandonati, eppure spesso così ricchi di architettura e talvolta esempio di riqualificazione.
Le mostre sono visitabili tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, al mercoledì dalle 10.00 alle 23.00. Giorno di chiusura al lunedì.
Fra le mostre Il ponte sul Basento. La ricerca della forma. Sergio Musmeci, il genio è dedicata al grande ingegnere del novecento e alla sua opera forse più rappresentativa a Potenza. Il viadotto, costruito nel 1975, è la prima struttura attraversabile vincolata come opera d’arte ed è stato in grado, grazie alla sua complessità e alle sue forme sinuose, di anticipare il linguaggio organico odierno. La mostra vuole ripercorrere la sua costruzione e la visione del suo autore, uno dei principali progettisti italiani del ventesimo secolo.
La mostra fotografica è promossa dalla Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale Ingegneri, Ordine degli Architetti delle province di Roma e Rimini e La Fondazione Ingegneri della provincia di Potenza.
Altra mostra di grande interesse è Colonie marine. Ipotesi per la conoscenza e la tutela del patrimonio storico e architettonico del moderno. Qui al centro ci sono le colonie marine, frutto di un’attenta indagine svolta rigorosamente “sul campo” di cui i pannelli ne testimoniano la qualità; ma anche una mostra che, per la sua forte valenza “civile”, ha innescato rinnovati processi di tutela fino ad allora disconosciuti. Le colonie marine - le più grandiose ospitavano fino a duemila bambini - hanno “insegnato” agli italiani ad andare al mare, trasformando la villeggiatura in un fenomeno non più elitario. Quando negli anni trenta furono edificate sull’arenile, ancora occupato dalle dune, avviarono, con le loro forme all’epoca ritenute espressione di dinamismo (aerei, treni, navi in partenza per il mare), un rinnovato processo di “colonizzazione” dello spazio tra la città ed il mare, trasformandone la stessa percezione. Riassorbite progressivamente nel tessuto della città, le colonie marine hanno subito un vero e proprio processo di “capovolgimento urbano”. Negli anni Trenta rappresentavano “il pieno nel vuoto”; oggi costituiscono “il vuoto nel pieno”. È proprio di questo “vuoto” che questa mostra vuole tornare parlare, riconoscendone ancora una straordinaria opportunità per lo sviluppo futuro delle nostre città.
Summer Camp. Memorie di un’estate passata, promossa dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Bologna, propone 20 scatti di Alessandro Costa che raccontano cos’è rimasto, ad oggi, delle colonie marine della riviera adriatica: un enorme patrimonio storico-architettonico, in attesa da anni di una concreta politica di trasformazione e riutilizzo.
Le immagini riportano per lo più gli edifici del Ventennio dove è possibile ancora riconoscere i bellissimi tratti distintivi dell’architettura di quel periodo. Capolavori che con la loro maestosità e imponenza, sono state in grado di instaurare negli anni un rapporto indissolubile con il territorio che li circonda: con il mare e la spiaggia in primis.