"Nel tempo che ci resta", elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in scena a Rimini
Mercoledì 23 marzo, ore 21 e giovedì 24 marzo, ore 10, al Teatro degli Atti di Rimini César Brie porta in scena “Nel tempo che ci resta”. Lo spettacolo fa parte delle iniziative della Settimana della Legalità e promosse dell'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata della provincia di Rimini in collaborazione con il coordinamento provinciale di Libera e i comuni di Rimini, Bellaria Igea- Marina e Santarcangelo di Romagna.
“Nel tempo che ci resta” racconta l’eroismo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso del dovere. Frutto di un lavoro di ricerca durato oltre due anni, lo spettacolo è un intreccio di avvenimenti ed emozioni di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere. Dalle biografie dei protagonisti emerge la storia della mafia siciliana dal dopoguerra fino agli anni '90 e la denuncia dell'intreccio tra criminalità organizzata, affari, politica, servizi segreti deviati. Allontanandosi dall'idea di creare un documentario teatrale, lo spettacolo si presenta piuttosto come un’elegia, un atto d'amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia. Il racconto della tragedia che ha segnato le vite dei due magistrati e delle loro famiglie non dimentica, nello spettacolo, i momenti di luce, di gioia, di ironia: l'amore di Giovanni e Francesca, di Paolo ed Agnese; gli scherzi tra i due amici; la serenità della loro infanzia.
In scena cinque personaggi, tutti scomparsi. Agnese, la moglie di Paolo Borsellino, è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi in quella tragica estate del 1992, erano stati uccisi Giovanni e Francesca e poi Paolo. Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontare cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo e ricomporre così la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e che, proprio per questo, cercavano di cambiare. Ed è l’amore che emerge, malconcio, pieno di polvere e detriti.
Lo spettacolo, che sarà replicato per le scuole giovedì 24 marzo alle 10.