Al Teatro Ermete Novelli di Rimini "La doppia notte: Aida e Tristan"
La stagione teatrale di Rimini ospita venerdì 21 marzo alle ore 21 (Turno D – Altri Percorsi) al Teatro Ermete Novelli (via Cappellini 3) lo spettacolo di danza La doppia notte. Aida e Tristan di Artemis Danza/Monica Casadei con coreografia, regia, scene e costumi di Monica Casadei, elaborazione musicale di Claudio Scannavini su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner e disegno luci di Daniele Naldi.
Aida e Tristano, Verdi e Wagner: un unico atto per una doppia notte. Due drammi, quelli dei protagonisti, opposti e contrapposti eppure congiunti da un destino tanto intimo e profondo, quanto universale: amore e morte. In La Doppia Notte gli eroi e le eroine di Tristano e Aida sono muti, senza voce, presenze fantomatiche dai destini inestricabili e immutabili. I personaggi, privati del verbo, si fanno corpi, potenti e vigorosi quanto evanescenti, metafore di tutte le storie d’amore e di morte, strumenti di un viaggio nei misteri più profondi dell’animo umano. Amore fatale, amore irresistibile, amore disperato, amore inafferrabile di giorno ma compiuto nella notte. Notte metafisica e leggendaria di Tristano, notte intima e psicologica di Aida, La Doppia Notte è aria, a volte un soffio leggero altre un vento impetuoso.
E’ armonia ipnotica e appassionata in cui Wagner confluisce in Verdi e Verdi in Wagner. Un connubio reso possibile dall’arte del maestro Claudio Scannavini che ha saputo ricamare, fra le partiture originali delle due opere, nessi fatti di aspetti timbrici e contrappunti cromatici, tali da congiungere due universi distanti e spesso contrapposti. In La Doppia Notte le foreste secolari di Tristano o i colonnati in pietra di Aida, sono assenti. La staticità è bandita. Siamo piuttosto nel tempestoso mare del primo e nell’inospitale deserto della seconda, luoghi dell’instabilità, della perdita di riferimenti, degli orizzonti sconfinati.
Luoghi fatti di acqua e sabbia, elementi che soggetti ai capricci dell’aria, sono in perenne movimento, in continua trasformazione. In La Doppia Notte la scena non è dunque il luogo delle linearità narrative o delle certezze fisico-geografiche ma delle irrequietezze dell’anima, della smisuratezza dell’amore. Della sua enormità, esagerazione, immensità, vastità. Come la morte. Infinita. Morte che è liberazione, non vile rinuncia ma sublimazione di un’unione cosmica. La lingerie d’ispirazione ottocentesca, dai colori pastello, dai tessuti evanescenti e preziosi che caratterizza la nuova collezione La Perla, cingerà i corpi in scena, in un connubio perfetto con questo immaginario impalpabile, fatto di cieli e nubi inquiete che proiettandosi sul palco ne rendono evanescenti i confini.