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Festival di Santarcangelo, Silvia Bottiroli è il nuovo direttore artistico

Nominata la nuova direzione artistica del Festival di Santarcangelo, che sarà guidato nei prossimi tre anni da Silvia Bottiroli, giovane curatrice, studiosa e organizzatrice di teatro

Nominata la nuova direzione artistica del Festival di Santarcangelo, che sarà guidato nei prossimi tre anni da Silvia Bottiroli, giovane curatrice, studiosa e organizzatrice di teatro che al Festival ha lavorato per diversi anni, da ultimo nel triennio appena concluso. Al suo fianco, in qualità di codirettori, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci, a loro volta componenti del coordinamento critico-organizzativo di Santarcangelo 2009-2011.

L’immagine è quella di un collettivo di curatori capace di accogliere e mettere in relazione aree di pensiero e pratiche artistiche differenti, e anche di praticare una modalità di lavoro comune fondata sul confronto orizzontale, sulla complementarietà dei punti di vista e delle competenze, sul dialogo come strumento di radicalità. Dopo aver sperimentato nel triennio precedente un modello inedito di direzione che ha visto compiersi un progetto guidato da tre artisti (Chiara Guidi, Enrico Casagrande, Ermanna Montanari), con questa scelta orientata su un gruppo critico guidato da una giovane figura femminile il Festival si conferma terreno di sperimentazione di nuovi orizzonti per la costruzione di contesti teatrali.

Lo sguardo plurale e aperto che dispiega la costruzione del triennio 2012-2014 è forte anche della relazione con importanti figure artistiche a cominciare dalla compagnia Motus, con la quale Santarcangelo dei Teatri inizia un percorso triennale, legato al progetto “Making the Plot / Motus 2011-2068” di cui Santarcangelo 41 ha già presentato il primo evento nel luglio scorso e che sarà declinato nei prossimi tre festival attraverso la cura di contesti specifici.

Aria pubblica
“L’idea è di un Festival che allarghi lo spazio della relazione tra artista e critico-curatore, aprendola anche a cittadini e spettatori: un Festival in cui passi tanta aria, ‘aria pubblica’ (secondo l’espressione della poetessa Patrizia Cavalli) dove la piazza, che del Festival è l’emblema, sia intesa come spazio da condividere e non da riempire” scrive la direzione artistica. “Intendiamo costruire innanzitutto un campo discorsivo per il teatro e la città, vale a dire un pensiero critico sul quale possano poggiare e radicarsi diverse aree di azione. Agli artisti chiederemo di abitare Santarcangelo e il Festival, con progetti articolati e di lungo periodo, privilegiando l’approfondimento al mero consumo culturale, e invitando lo spettatore-cittadino a fare esperienza della creazione artistica. Al centro della nostra riflessione vi sono le nozioni di comunità, di pratica, e di vulnerabilità: il Festival come luogo del fare, e del fare insieme, e come spazio dell’esporsi all’altro, allo sconosciuto, all’incolto o all’incontrollabile anche, insomma all’umano”.

Zona_Motus

Motus svilupperà nel triennio 2012-2014 Zona_Motus, progetto artistico di residenza creativa, legato a “Making the Plot /Motus 2011-2068”. Durante il festival prenderà vita un “campo effimero”, una sorta di “Hostel”, abitato e gestito da collettivi d’artisti, anche con il concorso di architetti, scenografi e disegnatori del territorio. Una “zona” che funziona secondo modalità eterotopiche, da “visitare e vivere”, soggiornandovi per condividere, con performer, scrittori, documentaristi, giornalisti, pensatori e cittadini provenienti dall’area mediterranea, in particolar modo da paesi in cui sono in atto processi di radicale trasformazione politica e culturale, dal Maghreb alla Spagna, all’area balcanica, le loro personali esperienze artistiche e di vita.

Un Festival lungo un anno
Il triennio 2012/2014 guarda con determinazione alla crescita di un moto di ricerca permanente nello spazio tra i tre Festival, che si snodi in incontri con spettatori “speciali”, laboratori aperti, residenze artistiche, atti di generosità culturale e iniziative di mobilità per artisti e pubblico, con l’allargamento del raggio d’azione a un territorio più vasto, esteso alle tre province romagnole e in dialogo con altri centri regionali, nazionali ed europei.
 

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