Al Teatro CorTe l'ospite più atteso della stagione: Alessandro Benvenuti
Venerdì, alle 21,15, il Teatro CorTe di Coriano saluta l’arrivo della Primavera in compagnia dell’ospite più atteso della sua Stagione: Alessandro Benvenuti, irresistibile mattatore di Un comico fatto di sangue. Produzione Arca Azzurra Teatro, scritto e diretto da Benvenuti con la collaborazione drammaturgica di Chiara Grazzini. Fin dal dirompente esordio con I Giancattivi, assieme a Francesco Nuti e Athina Cenci, Alessandro Benvenuti è stato una presenza inconfondibile sulla ribalta nazionale, passando con efficace disinvoltura dal ruolo di attore a quello di sceneggiatore, regista e anche musicista. Dai palcoscenici teatrali ai club del teatro canzone (Capodiavolo), dal cinema (Belle al bar, Ivo il tardivo…) alla tv (I delitti del Bar Lume) sempre con il suo raffinato stile comico, che supera volutamente il puro intrattenimento per diventare filosofia.
A quasi trent’anni dal debutto del mitico Benvenuti in Casa Gori (1986), il poliedrico artista toscano torna a immergersi negli intricati e perversi meccanismi familiari con Un comico fatto di sangue, pièce che offre a Benvenuti l’opportunità di una nuova, maiuscola, prova d’attore nell’interpretazione di tutti i personaggi. Il nuovo spettacolo, scritto non a caso con la collaborazione della sua compagna di vita, analizza con linguaggio comico modernissimo e chirurgica spietatezza il degenerare dei rapporti tra i membri di una famiglia - marito, moglie, due figlie e qualche animale... di troppo - che sa tanto di questa Italia che ha perso la bussola del buonsenso e naviga ormai a vista nel mar dell’incertezza. Una commedia in cui nessuna parola è messa lì per caso. Quindici anni di vita, dal 2000 al 2015, in cinque atti rapidi e incisivi. Un uomo diventa un assassino e attraverso tre momenti chiave a ritroso nel tempo racconta, ricordando, come un paradiso nato dall’incontro di un uomo e una donna può trasformarsi in inferno a causa di un tenero, indifeso, animale domestico. Un padre, spinto da un insano amore e da un desiderio patologico di riscatto personale, tenta con ogni mezzo di estirpare dal cervello del figlio la natura bottegaia della famiglia di appartenenza, senza riuscirci. Una donna in coma, prima di spegnersi elenca al marito la lista di tutte le offese che le ha fatto patire in vita e la fine banale alla quale ha costretto la sua natura di romantica sognatrice.
Una drammaturgia sorprendente nella sua semplicità: più i fatti, via via che il tempo passa, si fanno seriamente preoccupanti, e più, nel raccontarli, diventano, per il pubblico, divertenti. È il comico che, essendo fatto di sangue, non rinuncia neppure di fronte a un dramma al piacere di poter piacere a chi lo ascolta? O è il fatto di sangue in sé che, nonostante la sua tragicità, diventa a suo modo comicamente sorprendente? “Cinque monologhi intrisi di humour nero – spiega Benvenuti - Cinque esempi di dolorosa comicità. D’altra parte la sola comicità che mi interessa descrivere e interpretare è, per scelta e da molto tempo, quella che nasce dal dolore, unico ingrediente necessario perché il riso sia portatore di verità masticate dal cuore”.