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Rimini al quinto posto nella graduatoria dei capoluoghi sostenibili turisticamente

Rimini si pone inoltre al 2° posto nell'area "Turismo e società", e viene indicata fra i 5 "Poli della competitività turistica" con Milano, Napoli, Roma, Torino, ovvero le Grandi Destinazioni Turistiche italiane in cui il turismo concorre allo sviluppo delle attività sociali ed economiche presenti nel territorio

E’ stata presentata lunedì pomeriggio la classifica dei “Comuni sostenibili turisticamente in relazione alla spesa pubblica locale”, studio condotto dall’Osservatorio nazionale Spesa pubblica e Turismo sostenibile, promosso dall’Ente bilaterale nazionale turismo con la partecipazione dell’UPI, della Provincia di Rimini e dell’Associazione Bruno Trentin-Isf-Ires Nazionale, in collaborazione con il Network degli Osservatori sui Bilanci degli Enti Locali.

Alla presentazione a Roma è intervenuto anche il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti, membro della Commissione Parlamentare per le Attività Produttive, Commercio e Turismo (PD), accanto, fra gli altri, al vice presidente del Senato Maurizio Gasparri; a Marco Bruschini, direttore generale Enit; Alfredo Zini, presidente Ebnt. La graduatoria 2014 dei Comuni capoluogo di provincia sostenibili turisticamente in relazione alla spesa pubblica locale vede Rimini piazzarsi al quinto posto. Lo studio analizza i 115 comuni capoluogo in relazione a un set di indicatori descrittivi dei diversi aspetti connessi al turismo al fine di costruire la graduatoria di turismo sostenibile: turismo e società (caratterizzazione occupazionale, con specifico focus sul turismo, demografia, ricettività turistica e cultura), ambiente e paesaggio (accessibilità infrastrutturale, urbanizzazione, qualità paesistica, attrattività naturalistica e storico-culturale, caratterizzazione territoriale), turismo e diversificazione economica (specializzazione economica e caratterizzazione imprese turistiche), spesa turistica locale (caratterizzazione strutturale e d’efficienza delle voci di entrata, spesa corrente e in conto capitale in relazione alla funzione turistica e alle altre funzioni direttamente o indirettamente correlate al turismo). L’Indice Generale di Turismo Sostenibile è ottenuto come media degli indici sintetici delle diverse aree tematiche esaminate.

Rimini si pone inoltre al 2° posto nell’area “Turismo e società”, e viene indicata fra i 5 “Poli della competitività turistica” con Milano, Napoli, Roma, Torino, ovvero le Grandi Destinazioni Turistiche  italiane in cui il turismo  concorre allo sviluppo delle  attività sociali ed economiche  presenti nel territorio. “Il monitoraggio della spesa locale non è un mero esercizio quantitativo, ma misura i risultati dell’azione amministrativa esaminando gli effetti che hanno sull’economia reale e per produrre un cambiamento nel tessuto sociale – spiega Arlotti -. Particolarmente significativo, oltre agli ottimi piazzamenti in classifica, che Rimini compaia fra i 5 Poli della competitività turistica accanto ad aree metropolitane. Da sempre infatti Rimini agisce in una logica di area metropolitana, e il nostro è stato il primo distretto turistico ad essere riconosciuto fra i 15 attualmente istituiti in tutta Italia”.

Nel suo intervento, Arlotti ha proposto di estendere la ricerca ai distretti turistici e ha evidenziato la necessità di mettere in atto politiche turistiche di destinazione territoriale. “Così come previsto nell’articolo 117 della Costituzione, in fase di approvazione con la Riforma costituzionale, che pone la programmazione strategica del turismo fra le competenze dello Stato, dobbiamo superare la frammentazione in sinergia con le Regioni, che hanno il compito di valorizzare le politiche turistiche. La promozione territoriale diventa fondamentale, come indicato anche nelle linee enunciate dall’assessore regionale al turismo Andrea Corsini. Occorre destinare risorse all’innovazione, alla sostenibilità ambientale, così come stanziare ulteriori fondi per la digitalizzazione del sistema turistico. Bisogna sostenere le Reti di impresa, e ci aspettiamo in questo senso che il Ministero sciolga la valutazione sul bando, che ancora non ha dato gli esiti attesi. C’è poi la parte fondamentale della ristrutturazione degli hotel: serve una azione decisa da parte dello Stato per sostenere gli interventi, gli accorpamenti, la riqualificazione dei servizi. Infine, va promosso l’acquisto delle strutture alberghiere da parte dei gestori, per rompere il circolo vizioso della rendita che mette a repentaglio la qualità dell’offerta”.

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