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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Piano di balneazione, al via la cantierizzazione della grande vasca Ausa

Con i suoi 35mila metri cubi che corrispondono a 35.000.000 milioni di litri, si tratta del più capiente sistema di accumulo previsto dal piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato

Procede nei tempi stabiliti dal cronoprogramma definito dal Consiglio Comunale l'attuazione del piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato. Lunedì infatti prenderà il via il cantiere di piazzale Kennedy per la realizzazione di uno degli interventi tra più importanti previsti dal piano, la vasca d'accumulo sull’Ausa. Con i suoi 35mila metri cubi che corrispondono a 35.000.000 milioni di litri, si tratta del più capiente sistema di accumulo previsto dal piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato.

L'intervento, che si presenta  complesso sia per le sue caratteristiche tecniche e dimensionali, sia per la sua localizzazione nel cuore della città balneare, prevede  diverse fasi realizzative che vanno da quelle di preparazione - con lo spostamento di tutti i sottoservizi - a quella conclusiva con la riqualificazione architettonica di Piazzale Kennedy secondo le linee guida  del Parco del Mare dettate dal Masterplan. Con il cantiere che si apre lunedì prende dunque il via la fase di preparazione con lo spostamento dei sottoservizi, che avrà un bassissimo impatto per le attività prospicienti il piazzale, per le iniziative estive che di solito utilizzano l'area e sulla viabilità. A questo proposito non vi saranno in questa fase interruzioni di strade, mentre l'occupazione di parcheggi da parte del cantiere sarà pressoché irrilevante. L'intervento nel suo complesso - tra opere edili, impiantistiche ed architettoniche -  sfiora i 35 milioni d'euro, di cui 8,8 dal Ministero dell'Ambiente a seguito dell'accordo con Comune e Regione.

"Siamo al giro di boa per il Psbo- dichiara il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi-, e ci arriviamo con l'intervento più consistente e significativo. Un conto è fare un’opera da decine di milioni, come il depuratore o la dorsale sud in ambiti agricoli o poco urbanizzati, un conto è operare nel centro della marina. Questo ha richiesto fin dall'inizio la massima attenzione per un cantiere che andrà gestito passo per passo e sempre con l'approccio integrato, l'unico metodo che consente di considerare la pluralità degli aspetti critici ma anche delle soluzioni possibili. Fino ad ora ritengo che ciò abbia funzionato e ne va dato atto ai nostri uffici, alla stazione appaltante e alle autorità competenti che hanno concluso l'iter di progettazione e approvazione dell'intervento. Ora però usciamo in mare aperto, dalle carte passiamo alle ruspe e dovremo (tutti) mantenere il medesimo spirito che ha fatto sì che in due conferenze di servizi con oltre 40 enti e autorità si arrivasse a conclusione dell'iter. Se invece di parlare di un’opera parlassimo di uno sport, parleremo di ‘estremo’. Ma questo serve a Rimini e al suo Mare e questo faremo. Non sarà quindi un cantiere ad impatto zero, ma sicuramente al minor impatto possibile e i benefici ambientali e di riqualificazione ci ripagheranno per decenni dei disagi affrontati".

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