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Il neo segretario provinciale del Pd Sacchetti: "Testa bassa e pedalare tutti uniti"

"Il 26 maggio la vera sfida sarà questa: decidere se cambiare questa Europa o se non deve esserci più un’Europa"

Eletto il 4 dicembre nuovo segretario del Pd riminese, e Filippo Sacchetti lancia un richiamo all’unità con lo sguardo già proiettato alla tornata elettorale che nella prossima primavera interesserà gran parte della provincia di Rimini. "Nei tanti messaggi e nelle tante telefonate ricevute la parola che più mi sono sentito ripetere è stata “bega” - esordisce -. Un termine che da solo spiega quale sia diventata oramai la considerazione media nei confronti del Partito Democratico. Io sono invece orgoglioso di aver ricevuto questo incarico e di rappresentare una comunità di persone vere che ogni giorno si mettono al servizio degli altri con la stessa passione e determinazione del fare anche quando tutto sembra su punto di finire e senza senso. E credo che da questa "bega" si possa venire fuori solo se iniziamo a ripensarci come un'opportunità”. 

“Dobbiamo tornare a pensarci come un’opportunità che coniuga valori e radici nel mondo di oggi e progetta un futuro sostenibile per le città, un nuovo sistema di inclusione sociale, di sostegno agli ultimi e di sblocco delle tante energie presenti in ogni angolo del nostro Paese ma di cui spesso non cogliamo la grandezza - ha aggiunto -. Penso a un Pd che si pone come obiettivo prioritario quello di creare le condizioni perché un giovane realizzi i propri sogni sul proprio territorio, a casa sua. Un Pd che trovi la strada per far andare oltre i limiti della burocrazia, la lentezza della giustizia, i piccoli centri di potere che non permettono di crescere, la strada garantita solo per chi ha conoscenze giuste o qualche santo in Paradiso: è questo a far scappare i giovani, a portare 250.000 ragazzi a emigrare ogni anno oltralpe, il doppio di chi fa il percorso inverso”. 

E’ un doppio binario quello su cui ragiona e si proietta Sacchetti: “Il 26 maggio voteremo in 16 dei 25 Comuni in provincia di Rimini e non c’è un solo minuto da perdere: testa bassa e pedalare tutti insieme per progetti coesi e condivisi. Bisogna lavorare da subito a un programma di rilancio delle attività del partito, concretizzare un progetto di futuro per le nostre città che sappia raccogliere quanto di buono è stato fatto a livello locale, ma anche rilanciare sulle tante cose che ci sono da fare. Si può e si deve fare sempre meglio e il nostro segno "più" è quello che attraverso la qualità della vita e l’inclusione sociale permette alle nuove competenze di emergere e alle persone di realizzarsi: sostenibilità, welfare e sicurezza sono i pilastri su cui aprire un grande cantiere per le città di domani".

"Dobbiamo metterci in ascolto, lasciare perdere quell'approccio autoreferenziale tipico di chi pensa di avere sempre la verità in tasca e renderci conto che è dal nostro stare insieme che dipende la maniera in cui riusciremo a rappresentare gli altri - evidenzia -. Dobbiamo tornare a essere un partito aperto, plurale, inclusivo, in cui la partecipazione conti: un partito unito, perché Democratico. Sono tante le sfide che ci attendono sul territorio: quelle nei Comuni della Valmarecchia (a partire da Verucchio e San Leo fin su all’intera alta valle) e della Valconca (San Clemente, Montefiore, Mondaino, Saludecio…) in cui siamo chiamati a confermarci continuando a  valorizzare  i tesori storici e le tradizioni eno-gastronomiche e agricole fornendo servizi sempre più moderni. Quelle in centri più grossi come Santarcangelo e San Giovanni in Marignano, porte d’accesso ai due entroterra ma trait d’union con la costa".

"Per finire - ricorda - sulla costa con Misano e Bellaria Igea Marina, che ambiamo a tornare a governare dopo dieci anni di opposizione responsabile. Abbiamo sindaci validi che si sono già detti disponibili a rimettersi in gioco per confermare il primo mandato all’insegna del buon governo e nuove figure pronte a raccogliere queste sfide: sta a noi assecondarle tutti insieme, mettendo da parte divisioni e rivendicazioni per concentrarci su programmi vicini alle esigenze della gente in un’epoca fatta di libri dei sogni e di promesse utopistiche poi sbugiardate dalla realtà dei fatti. Programmi concreti e reali da trasformare poi in azioni come successo a Rimini, in un capoluogo che anno dopo anno rinasce e rifiorisce in un ponte ideale fra recupero dei tesori del passato e sguardo al futuro all’insegna della vivibilità che rende la città una delle più europee del nostro Paese”.

E in chiusura, il neo segretario amplia la prospettiva: “Lo stesso giorno decideremo se i nostri progetti saranno un'opportunità di riscatto e di futuro. Voteremo per l'Europa. Dobbiamo scommettere sul suo rilancio e non sul suo fallimento. Oggi solo l’Europa può renderci forti e competitivi nel sistema globale, ma serve un’Europa di stati federati, un’Europa politica che vada oltre agli ingranaggi burocratici, sia capace di superare i confini nazionali e di pensare a politiche comuni per la gestione dei flussi migratori, delle risorse naturali ed energetiche e a politiche fiscali e di redistribuzione omogenee tra i Paesi. Il 26 maggio la vera sfida sarà questa: decidere se cambiare questa Europa o se non deve esserci più un’Europa”. 
 

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